Chirurgia Generale Ospedale Padova

Chirurgia Generale Ospedale Padova

 
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Il reparto di Chirurgia Generale dell'Ospedale di Padova, Azienda Ospedaliera convenzionata con l'Università della città e situata in via Giustiniani 2, si occupa prevalentemente di patologia tumorale benigna e maligna dell’addome ma anche del torace e del collo, nonché di patologia traumatica e di lesioni secondarie. Un Ambulatorio specifico è dedicato alla proctologia con diagnostica e riabilitazione per i pazienti operati per neoplasie del retto con conservazione sfinteriale e comunque per patologia del pavimento pelvico con stipsi, incontinenza.

Recensioni dei pazienti

11 recensioni

 
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Filtra per malattia, intervento, sintomo

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ERCP con papillosfinterotomia

Volevo segnalarvi la mia vicissitudine presso il reparto di Chirurgia di codesto nosocomio. Premetto che vivo a Torino e, tramite una conoscenza di mia sorella che dovrebbe essere una dirigente dell'ospedale, mi sono recato, previo appuntamento, presso il prof. Bardini, che dopo aver visionato la mia risonanza magnetica con contrasto diagnosticava una ostruzione bilaterale al pancreas; riferiva altresì che dopo l'intervento avrei avuto buone probabilità di migliorare il mio diabete. Dopo aver pagato la sua parcella sono ritornato a Torino in attesa dell'intervento. Il giorno 29 luglio c.a. venivo sottoposto ad intervento dalla dott.ssa Rossoni, che al mio risveglio mi riferiva che era riuscita ad eliminare l'ostruzione solo nella prima parte perchè la sonda non entrava fino al fondo e mi diceva che dovevo essere sottoposto ad un secondo intervento. Ritornato a Torino, dopo circa 45 giorni venivo richiamato per presentarmi il giorno 9 settembre. Arrivato qui alle 7.00 del mattino, alle ore 12.00 mi riferivano che dovevo ritornare a casa per mancanza di posti letto e che mi avrebbero richiamato.
Il giorno 23 settembre vengo sottoposto al 2° intervento, al mio risveglio la dottoressa mi diceva che non era riuscita a risolvere il problema sempre a causa della sonda che non passava. Premetto che l'igiene nella sala d'intervento lasciava a desiderare, prima di essere anestetizzato sono entrati dei tecnici con l'ombrello, perchè pioveva fuori e si sono messi il camice senza indossare la copertura delle scarpe. Sono ritornato in camera in attesa di ricevere qualche notizia su come volevano procedere per il mio problema che non era stato risolto. Non ho avuto modo di poter parlare con il Professore, mentre la dottoressa incontrata all'ingresso dell'ospedale non poteva parlare con me, andava di fretta perchè si stava dirigendo in sala operatoria che aveva riferito tutto già a mia moglie. Dopo l'intervento, al reparto la dottoressa di turno mi faceva mettere da personale infermieristico una sacca da 2 litri con all'interno anche dell'insulina ed io, essendo a digiuno, mi sono fatto controllare la glicemia che era scesa a 40. Mi hanno dato una bustina di zucchero e fatto una flebo di glucosio e mi hanno rimesso la sacca senza insulina, che io non ho potuto contestare perchè era un ordine della dottoressa e la glicemia alle ore 4.00 del mattino aveva superato i 400. Finalmente una infermiera ha deciso di toglierla . Alla ore 24.00 ho chiesto all'infermiera una flebo antidolorifica, mi iniettavano della tachipirina ed il dolore cessava e riprendeva dopo una mezz'oretta. Sopportavo il dolore fino alle ore 5.00 del mattino e richiedevo se per cortesia potessero farne un'altra. Risposta: non possiamo, devono passare almeno 8 ore.
Mi riferivano che in giornata sarei stato dimesso, poi mi hanno detto che mi avrebbero tenuto fino alla mattina del giorno dopo per vedere i risultati degli analisi. A questo punto ho chiesto di essere dimesso in quanto avevo prenotato l'albergo per mia moglie fino al giorno 24 e che non vi erano più posti per un altro giorno. In poche parole, dopo aver fatto km. 3200 con la macchina, quindi pedaggio e benzina, pagato 8 volte l'albergo, alla consegna delle dimissione mi dicevano che, essendo privo di dolore, potevo stare così e che dopo 45 giorni dovevo tornare per una visita di controllo, senza avermi detto come volevano procedere in futuro. Spero che quello che è successo a me possa essere utile per altri pazienti che hanno intenzione di spostarsi dalla loro città per andare all'ospedale di Padova.

Patologia trattata
Ostruzione pancreatica.
Voto medio 
 
5.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
5.0

Complimenti a tutti

Complimenti a tutti i dottori, competenti, professionali e precisi.
Grazie al Dott. Sebastiano Cipriano, alla Dott.ssa Chiara Da Re e alla Francesca Zingales. Semplicemente bravissimi.
Siete i numeri 1.
Grazie di cuore.

Patologia trattata
Tumore dello stomaco.
Voto medio 
 
4.8
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
4.0

Ringraziamenti al professor Romeo Bardini

Sto per essere dimessa dopo un difficile intervento in chirurgia generale. Desidero ringraziare di cuore il professor Romeo Bardini e tutto il suo staff per avere risolto con successo una situazione complessa. La fama del professore è nota e io ho ben poco da aggiungere, ma nel percorso della mia malattia ho imparato a riconoscere il grande medico che sa coniugare in modo straordinario competenza e umanità, doti indispensabili per una professione in cui la dedizione al lavoro e lo spirito di abnegazione non appartengono a tutti.

Patologia trattata
Nodulo al settimo segmento del fegato.
Voto medio 
 
5.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
5.0

Ringraziamento al Prof. Bardini ed alla sua equipe

Un ringraziamento al Prof. Bardini ed al suo staff della Chirurgia Generale di Padova per il modo in cui è stato svolto l'intervento e per il post-operatorio.
La buona riuscita dell'intervento era stata garantita e così è stato!
Nessun dolore e nemmeno problemi con il cibo.
Cordialità e competenza! IL TOP!

Patologia trattata
Tumore rettale.
Voto medio 
 
2.3
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
2.0

Mancanza di umanità

Il mio giovane fratello di 35 anni è stato operato due volte a Padova dal prof. Bardini e la sua equipe, la prima nel 2015, la seconda nel 2016. La prima volta il prof. Bardini gli aveva detto che l'intervento era complicato ma si sarebbe salvato. Aveva un tumore all'esofago, nel cardias, più o meno all'imboccatura dello stomaco. Gli aveva detto che lo avrebbe tolto e con un allungamento di un tratto dell'intestino avrebbe ricreato il tratto di esofago e tutto avrebbe funzionato più o meno come prima. Lo operano e quando i chirurghi escono dalla sala operatoria, vanno dai miei e dicono loro in modo freddo e diretto che la situazione è gravissima, che non hanno potuto togliere il tumore dall'esofago perché il tumore si era diffuso in modo massiccio nel peritoneo (la sacca che avvolge gli organi addominali) e non asportabile; quindi gli hanno solo messo un tubicino nell'esofago in corrispondenza del tumore per far passare il cibo. Dicono loro che probabilmente non sopravviverà, che proveranno a fargli chemio in modo massiccio e che potrà mangiare solo cibi liquidi, o al massimo cremosi, perché quel tubo bloccherebbe i cibi solidi. I miei, le mie sorelle, la compagna di mio fratello, hanno un mancamento scioccati da notizie del genere date così a bruciapelo. Io non ero in ospedale quella mattina, perché l'intervento previsto era dato di praticamente di sicuro successo. Mia sorella mi chiama e mi dà la notizia. Corro a Padova e trovo i miei genitori in uno stato di profonda disperazione seduti in sala d'aspetto. Mi dicono che con Bardini non si può parlare, con i suoi "aiutanti" sì, ma bisogna aspettare che passino e provare a fermarli. Aspettiamo e ne arriva uno, non ricordo il nome, ma la faccia sì. Ha i capelli rossi come mio fratello e stupidamente per questo motivo lo sento vicino e spero che ci aiuterà. Gli chiedo se ha visto altri casi simili e aspettative di vita, mi risponde che ne ha visti, che alcuni durano sei mesi, altri pochi anni ma che si può sempre sperare nel miracolo. É di fretta e se ne va velocemente. Mio fratello viene messo in una camera con altri tre pazienti, nessuno grave come lui. I miei, le mie sorelle e la compagna sono talmente stanchi e provati che li mando tutti a casa e decido di restare lì la notte. Mio fratello l'ha definita in seguito la notte più brutta della sua vita. Non riesce a dormire, ha una cannetta nel naso, che gli scende fino allo stomaco, che gli dà molto fastidio. Continua a sputare saliva e io lo asciugo con delle garzine. Cerco un medico e gli chiedo se gli possono togliere quella cannetta perché gli fa male, dà fastidio e sembra provocargli questi rigurgiti. Mi risponde che valuteranno all'indomani. Finisco le garze e ne chiedo alle infermiere di turno. Me ne danno poche, un pacchettino, che finisco subito. Ne chiedo ancora e ricevo una rispostaccia dall'infermiera che mi sgrida perché ne consumiamo troppe. Mio fratello continua a soffrire e a sputare saliva. Ad un certo punto vomita un liquido scuro, rosso. Cerco di contenere il liquido col lenzuolo e suono il campanello per chiedere aiuto. Non arriva nessuno. Lo risuono allora. Arrivano le infermiere e mi sgridano intimandomi di non suonare due volte. Esco dalla stanza mentre loro puliscono. Mi appoggio al muro e piango un po', lo stress, la tristezza, la disperazione sono enormi. Esce un'infermiera, mi si piazza davanti molto vicina al viso e mi dice in modo scortese che non posso e non devo piangere. Mi asciugo le lacrime, rientro e lui continua a sputare saliva e avere dolore. La mattina finalmente arriva, arriva mia mamma, la informo degli spiacevoli episodi con queste infermiere. Mia mamma ha detto comunque qualcosa all'infermiera più "aggressiva" e questa si è arrabbiata di fronte anche a mio fratello. Esco dall'ospedale, ancora segni di sangue sulle mie braccia, salgo in auto e finalmente piango tutta la mia disperazione. In seguito ho provato più volte a prendere appuntamento col prof. Bardini per capire meglio la situazione di mio fratello, ma mi è stato rifiutato senza spiegazioni. Mio fratello ha fatto vari cicli di chemio, l'alimentazione liquido - cremosa è stata un incubo, non poteva più mangiare pasta, insalata, pizza ecc... Ma lui ha sopportato tutto senza mai lamentarsi e con enorme coraggio ed impegno. Otto mesi dopo Bardini ha deciso di riprovare l'intervento, sempre a Padova. Un'ora prima dell'ora fissata per l'intervento a mio fratello viene detto che a causa di mancanza di posto in rianimazione (dove dovrebbe essere mandato se l'intervento riesce) non si può fare l'intervento e lo rimandano a casa. Quindi lui si è preparato all'intervento per niente! (purga e tutto il resto). Rimandano l'intervento proprio al giorno del suo compleanno. L'intervento non riesce. Non tolgono tumore, non tolgono il tubicino, anzi, siccome questo è sceso gliene mettono un altro. Da allora mio fratello è stato sempre peggio. I due tubi in esofago gli facevano sempre male e spesso i liquidi che ingeriva si bloccavano senza riuscire a scendere nell'esofago. Bardini non si è più visto, né fatto sentire, neppure quando, quattro mesi dopo, mio fratello se n'è andato da questa vita, tra atroci sofferenze, su un letto di ospedale. Stavolta a Castelfranco. Questa è la storia del mio dolore. Spero che medici ed infermieri capiscano che serve umanità ed empatia verso chi soffre mali così terribili e devastanti, e verso i loro cari.

Patologia trattata
Adenocarcinoma al cardias diffuso al oeritobei.
Voto medio 
 
2.8
Competenza 
 
4.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
2.0

Pessima assistenza post operatoria

Delusa è dir poco.. Mia madre, operata di tumore allo stomaco, è stata abbandonata: nessuna visita postoperatoria, nessun consulto con nutrizionista per seguire una dieta, ci è stato consegnato l'esito dell'esame istologico da una segretaria senza avere la possibilità di una lettura da parte di medici praticamente inavvicinabili...
Resto con il dubbio che poteva, se non salvarsi, andare avanti un po' di più se fosse stata seguita meglio. Ma a distanza di soli tre mesi la mia mamma non c'è più ed io resto con la convinzione che non ho saputo salvarla.

Patologia trattata
Gastrectomia totale per adenocarcinoma in stadio avanzato.
Voto medio 
 
5.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
5.0

Grazie di cuore

Un grazie di cuore, anche se non ci sono parole, per il Prof. Corsini e tutta l'equipe che 6 anni fa ha accolto e salvato la vita a mia madre, arrivata in fin di vita da un'altra struttura. Rioperandola, il Prof. Corsini e lo staff medico le hanno dato la vita per la seconda volta: ancora poche ore e mia madre, all'età di 47 anni, sarebbe morta per una setticemia dovuta alla perforazione del retto sigma. Un grazie di cuore a tutto lo staff medico (in particolare al dott. Pivetta) ed infermieristico per la cura, pazienza e soprattutto competenza dimostrate.
E' un reparto davvero organizzato e gestito in modo ottimale. Quel giorno di fine agosto in cui avete salvato mia madre non lo dimenticherò mai, vi saremo sempre riconoscenti... grazie ancora!

Patologia trattata
Perforazione stercoracea retto sigma.
Voto medio 
 
4.5
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
4.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
4.0

Grazie dott. Pivetta

Vorrei segnalare la competenza, professionalità, rapidità di decisione del Dr. Ezio Pivetta che la sera del 12 agosto 2011 ha capito la gravità dell'occlusione intestinale che aveva colpito mia madre (84 anni) ed ha deciso, anche in presenza di altri pareri contrari, d'intervenire eseguendo le operazioni più appropriate che hanno condotto mia madre ad un relativamente rapido recupero di funzionalità. Da elogiare anche il comportamento e l'impegno, in generale, delle infermiere.

Patologia trattata
Occlusione intestinale.
Voto medio 
 
2.5
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
3.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
3.0

intervento sbagliato

Nel 1995 il Prof Corsini, dopo avere in maniera colpevole e con malagrazia rinviato per mesi l'intervento a mia moglie, pur consigliato con urgenza dall'Oncologo medico di Padova, ha eseguito un pessimo intervento, che ha portato, a distanza di tre anni, ad una recidiva neoplastica multipla sulla parete toracica. Il quadro della recidiva, operata in altra sede, è stato definito, da un grandissimo chirurgo oncologo, assolutamente inusitato e dovuto" probabilmente ad una improvvida manovra dell'operatore".
Il Prof. Corsini ha dimostrato quindi una grande mancanza di umanità e anche di competenza.
Ottimo invece il comportamento del personale infermieristico e dei collaboratori del Corsini (in particolare ricordo con simpatia il Dr. Bozza)
Mi assumo assolutamente la responsabilità di quanto scritto.
Roberto Quaini

Patologia trattata
CA mammario
Voto medio 
 
4.5
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
4.0

Asportazione Elastofibroma dorso

lo scorso anno nel mese di settembre sono stata operata di Elastofibroma sottoscapolare sinistro dal dott. Paolo Moschino per il quale posso avere solamente parole di elogio per competenza e umanità. Sia in sala operatoria, in preparazione dell'intervento, sia in reparto per la degenza, sono stata seguita molto bene; il personale infermieristico lavora molto e fa fronte ad ogni situazione sempre con il sorriso e con una parola di conforto per il paziente. Grazie, Francesca Sartori Padova

Patologia trattata
elastofibroma dorso
Voto medio 
 
5.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
5.0

Resezione gastrica

Il caso riguarda mio padre Emilio che ha subito un intervento disastroso presso altro ospedale, dove stava andando incontro a morte certa. E' stato "miracolato" dalle cure del Professor Corsini e della sua equipe, che non finiremo mai di ringraziare. E' grazie a persone SPLENDIDE e competenti come il Professor Corsini che possiamo pensare a quel periodo di cure con il sorriso. Grazie ancora Professore. Giuliano Quaranta e famiglia.

Patologia trattata
Resezione gastrica