Ginecologia Ospedale Cetraro

 
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Il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale Giovanni Iannelli di Cetraro in provincia di Cosenza, situato in località Testa, ha come Direttore il Dott. Domenico Introini (ad interim). Il reparto eroga prestazioni in regime di ricovero, di day surgery ed ambulatoriale. Si occupa del monitoraggio e assistenza gravidanza patologica (minaccia d'aborto, minaccia di parto prematuro, diabete gestazionale, preeclampsia), dell'assistenza al parto spontaneo-Taglio cerareo, di cerchiaggio cervicale, del trattamento medico e chirurgico della gravidanza extrauterina. Effettua isterectomie, interventi di sospensione al sacro spinoso della cupola vaginale prolassata, riparazione cistocele e/o rettocele con e senza incontinenza, attività di uroginecologia (chirurgia protesica pelvica), attività di laparoscopia diagnostica con cromatosalpingoscopia per infertilità, interruzione volontaria di gravidanza. Ambulatori afferenti alla struttura: Ambulatorio Divisionale (Visite, Ecografie, Consulenze Interne), Ambulatorio IVG, Ambulatorio PCOS, Ambulatorio Ecografie Morfologiche Fetali, Ambulatorio Uroginecologia, Ambulatorio Sterilità di coppia, Ambulatorio Menopausa, Isteroscopia Diagnostica, Ambulatorio Colposcopia, Ambulatorio Pap-test, Ambulatorio di Cardiotocografia. Fanno parte dell'equipe medica dell'unità operativa i dirigenti medici Raffaele Misasi, Gaetano Gigli, Angelo Cannizzaro.

Recensioni dei pazienti

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Voto medio 
 
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Pulizia 
 
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Minaccia di aborto

Purtroppo sull'alto tirreno cosentino l'unico reparto di ginecologia rimasto in piedi è a Cetraro. A mia moglie, entrata con minacce di aborto di sera - perdite di sangue - viene eseguita una ecografia vaginale, ma con l'ecografo (probabilmente rimasto quello di 20 anni fa) non riuscivano a vedere un bel nulla, pertanto disponevano il ricovero ospedaliero, punture e riposo, e da li' inizia il calvario. Punture e flebo, beta che salgono e scendono, ecografie in cui non si vedeva se il feto c'era oppure no, il dottore di turno che se ne lavava le mani affidando la terapia a quello del giorno successivo, dottori che ognuno pareva più interessato a seguire i propri pazienti (quelli che vanno a pagamento presso i loro studi privati). Dopo circa una settimana consigliano a mia moglie di firmare e dimettersi e continuare la cure a casa. Da precisare che dopo le perdite e dopo aver fatto notare sia io, prima, che mia moglie dopo, che una flebo ("quella per le perdite per intenderci") non scendeva affatto, l'infermiera rispondeva che era normale e che la colpa era di mia moglie, pertanto non la sistemava. Poi durante la notte di nuovo perdite di sangue e la stessa notte cambiano immediatamente come prima cosa la flebo. Alla fine firmiamo e decidiamo di fare le cure a casa e, come segnato, di andare dalla nostra ginecologa dopo una settimana. Dalla nostra ginecologa a nostro malgrado scopriamo che: cuore del feto non batte più, camera gestazionale con distacco di placente, forte emorragia (già in atto da almeno 10 giorni). Pertanto corriamo a Cosenza per eseguire il raschiamento, non certo a Cetraro.

Patologia trattata
Minaccia aborto.