Lungodegenza Ospedale Castelfranco Veneto

Lungodegenza Ospedale Castelfranco Veneto

 
2.8 (3)
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Il reparto Lungodegenti dell'Ospedale San Giacomo Apostolo di Castelfranco Veneto in provincia di Treviso, situato in Via dei Carpani 16/Z, ha come Responsabile la Dott.ssa Giovanna Cecchetto. L'Unità Operativa, dotata di 31 posti letto, si occupa principalmente del percorso diagnostico, terapeutico e riabilitativo su anziani e adulti con patologia in fase subacuta, con particolari caratteristiche di complessità, problematicità e fragilità, soprattutto se affetti da polipatologia a elevato rischio di disabilità. Importante l'attività dell'ambulatorio integrato geriatrico, che prepara percorsi diagnostici per anziani con caratteristiche di complessità e fragilità, e dell'Ambulatorio Unità Valutativa Alzheimer U.V.A., dedicato agli utenti con disturbi della memoria e con qualsiasi forma di demenza. Fanno parte dell'equipe i dirigenti medici Dott. Ivano Castellaro, Dott. Loris Monetti, Dott.ssa Miriam Najjar, Dott. Massimo Zanardo, Dott.ssa Nardi Cristina.

Recensioni dei pazienti

3 recensioni

Voto medio 
 
2.8
Competenza 
 
2.3  (3)
Assistenza 
 
2.0  (3)
Pulizia 
 
4.3  (3)
Servizi 
 
2.3  (3)
Voti (il piu' alto e' il migliore)
Competenza
Assistenza
Pulizia
Servizi
Commenti
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Voto medio 
 
1.8
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
1.0

Mancanza di organizzazione e mancanza di personale

Una mia parente ricoverata per frattura del femore. La fisioterapia viene fatta per 10 minuti al giorno, se si chiedeva di farla scendere dal letto almeno per mangiare, la risposta era "non abbiamo tempo, non c'è personale". Poi se si ha la sfortuna di essere ricoverati durante le feste, si rimane inchiodati a letto per giorni. Evviva la sanità veneta.

Patologia trattata
Esiti di frattura femore.
Voto medio 
 
4.5
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
4.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
5.0

Bravissimi medici

Ho seguito mia nonna che è stata ricoverata in Lungodegenza di Castelfranco dopo un intervento chirurgico. Nonostante la veneranda età di 89 anni, i chirurghi avvisandoci della pericolosità dell'operazione, le hanno asportato un brutto tumore e poi inviata in Lungodegenza... Da notare che non si sapeva neppure se sarebbe uscita viva dalla sala operatoria. Ebbene, siamo rimasti esterefatti dalla bravura e dalla umanità dei medici che l'hanno seguita, in particolare il Dr. Z. e la Dr.ssa N. Dopo averle fatto delle flebo apposite che l'hanno rinforzata e guarita anche da un'infezione, sono riusciti veramente a farla rinascere, al punto che è stato possibile farle fare fisioterapia e ora mia nonna cammina con il suo girello ed è tornata a casa tra i suoi cari. In questi giorni si sente parlare di chiusura della Lungodegenza, riduzione di posti ecc. ecc. Bè.. spero che ciò non accada! Spero che altre persone possano godere delle cure di questo Reparto che si occupa degli anziani più debilitati... di ammalati che nessun altro reparto vuole.

Patologia trattata
Tumore dell'intestino.
Voto medio 
 
2.0
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
1.0

LA QUANTIFICAZIONE DEL MALE ALTRUI!

mia madre di quasi anni 88 è entrata questa mattina (21.04.11) in detto reparto. Noi figli siamo tuttora estenuati e prostrati solo al ricordo dei dolori immani subiti da nostra madre prima dell'intervento di amputazione. La terapia antidolorifica effettuata nel reparto di chirurgia vascolare si è sempre dimostrata efficace.
Oggi nel vostro reparto quando ho chiamato l'infermiera perchè mia madre si lamentava dai dolori al piede dx, mi è stato portato un tachidol per bocca (già preso in passato dalla mamma in quantità industriale con effetti comparabili all'acqua). Mi sono permessa di esternare alcuni dubbi in merito all'infermiera e sono stata aggredita dal dottor M. che mi ha accusata di osare ad interferire nel suo lavoro. Il dottore ha asserito che se mia madre si lamentava dal male non andava troppo tenuto in considerazione vista l'età. Ma se fino al giorno prima, quando si lamentava dai dolori, la cosa veniva subito presa in considerazione.. veniva provveduto e la mamma non soffriva più!
Le è stato applicato il cerotto credo due giorni fa, certo, ma con la sua scarsità di sottocutaneo cosa può funzionare?
Ho fatto presente la terapia che veniva attuata con successo precedentemente, ma sono stata azzittita.
Cosa posso dire se non provare un senso di prostrazione, tristezza, rammarico, impotenza...
Dobbiamo forse pregare per considerazione e rispetto verso la cieca sofferenza dei nostri cari, sentirci trattati come dei rompiscatole a sfregio della nostra angoscia nella consapevolezza di una povera madre che se ne sta andando?

Patologia trattata
DECORSO AMPUTAZIONE GAMBA SX E NECROSI PIEDE DX; PIAGHE OSSO SACRO