Neurologia Ospedale Campi Salentina
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Visita per vertigini
Il dottore ha accolto la paziente che accompagnavo senza presentarsi, senza dire nemmeno “buongiorno”, limitandosi a stare seduto alla scrivania e, scocciato, con la porta parte verso il corridoio dove attendevamo: “allora, chi deve essere visitato?”, quando si vedeva chiaramente che eravamo solo noi due, io e la paziente. La paziente si era recata in visita su coniglio della cardiologa, una professionista indiscussa, responsabile di una famosa struttura privata del leccese che si occupa di lavorare unicamente con i post infartuati, con tanto di pubblicazioni e lavori di ricerca. La cardiologa aveva riscontrato delle vertigini soggettive e quindi ha richiesto un consulto neurologico.
Invece secondo il dottore le vertigini erano dovute alla postura errata e non ad un problema neurologico. Non visita la paziente, si limita a dirle: “alzati e fammi vedere come cammini”. La paziente fa per alzarsi e viene interrotta: “ho visto già, va bene così”. Scrive due parole e richiede un accertamento diagnostico CHE ERA GIÀ STATO CHIESTO DALLA CARDIOLOGA, e per congedarsi dice: “a posto, abbiamo finito”. Nè arrivederci, nè niente.
La qualità assistenziale della professione medica passa non solo dalla capacità scientifica del professionista, ma anche dalle competenze umane.
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