Clinica Villa Pia di Roma
Recensioni dei pazienti
Filtra per malattia, intervento, sintomo
Lungodegenza
Ho trovato mia madre dopo 5 giorni dal ricovero piena di urina e senza essere cambiata, senza lenzuola perché non erano reperibili e nessuno che sia riuscito a dare una risposta.
Non aggiungo altro.
Scompenso cardiaco
Una clinica che si spaccia e si fa pagare come di LUSSO, ma non ha nemmeno il personale ausiliario per l'igiene e l'assistenza alle funzioni di base dei pazienti.
Le povere infermiere sono costrette ad occuparsi di cambiare gli anziani non autosufficienti e svolgere funzioni non di loro competenza.
Mio nonno è stato lasciato un giorno con il pannolone pieno in un lago di pipì sotto la sua sedia a rotelle, messo a letto nudo sulla cerata senza lenzuola, ha portato la stessa agocannula per 3 giorni, che gli ha fatto infezione (flebite), mai medicata.
I bagni non sono attrezzati dei minimi di norma come i maniglioni o l'adattatore per il WC.
Scriverò alla ASl per un controllo sull'organico e sulle pessime condizioni in cui versano degenti e personale.
Un reparto che sulla brochure dovrebbe garantire ai parenti serenità in estate, personalmente l'ho trovato assolutamente non adatto a qualsiasi tipo di disabilità.
Ricovero per polmonite
Trasferita mia madre dal policlinico Umberto I di Roma a causa di una polmonite a Villa Pia, è stata assistita in modo allucinante: condizioni di salute pessime, vomito continuo, mani gonfie e per i medici era tutto normale. Nella notte abbiamo dovuta trasferirla in un pronto soccorso dove è stata sottoposta immediatamente a terapia con ossigeno.
Assolutamente da evitare
Dopo un breve ricovero per una caduta all'ospedale San Filippo Neri, senza fratture ma con traumi e contusioni varie, mio padre è stato trasferito presso questa struttura per la riabilitazione motoria. L'impatto non poteva essere dei migliori, visto che in apparenza si presentava come un'ottima clinica; invece mi sbagliavo perchè da quel momento è iniziata una escalation senza fine che ha portato mio padre alla morte. Tutto è iniziato da una piaga di decubito che a loro dire era comparsa già al suo arrivo, mentre i primi giorni invece mi parlavano di un forte arrossamento. Non ho mai potuto constatare la veridicità della cosa, perchè mio padre aveva indosso un pannolone e poi nutrivo fiducia su quello che mi dicevano, e quindi non mi sono mai preoccupato di andare in fondo alla questione. Tutti i pomeriggi mi recavo a trovare il mio genitore, ma vedevo che le cose non andavano affatto bene; a parte il fatto che lo trovavo sempre nella stessa posizione sul letto, senza quindi nemmeno la minima accortezza nel girarlo su un fianco o sull'altro come è previsto in casi in cui si genera appunto una situazione del genere, ho constatato nei giorni a venire che di fisioterapia praticamente non ne veniva fatta e mio padre non lo hanno mai fatto scendere dal letto, tranne due volte soltanto, e anzi: la situazione andava sempre più peggiorando. L'apice della vicenda si è avuto quando si è scatenata una forte infezione dovuta sicuramente alla scarsa igiene della struttura e al menefreghismo del personale, che lasciava mio padre con il pannolone sporco di feci anche per qualche ora; e poi per il modo precario e del tutto incompetente con il quale veniva curato il decubito, che nel frattempo era diventato una caverna e dalla quale è scaturita una violentissima infezione con febbre altissima che ha finito per compromettere definitivamente tutti gli equilibri divenuti ormai precari dell'organismo di mio padre, che fino a un mese prima erano eccezionali. Sottolineo la totale incompetenza del personale infermieristico, formato da un gruppo eterogeneo di persone straniere molto impreparate. Più volte ho dovuto esortarle a cambiare mio padre (perchè tutti sanno che le feci a contatto con la piaga possono infettarla) e addirittura negli ultimi giorni ad invitarle a prendere provvedimenti perchè vedevo che le cose non andavano bene. Non per ultimo, quando mi sono accorto di una respirazione anomala e a forza di insistere anche con il medico di turno me lo hanno messo sotto monitoraggio, scoprendo che il suo cuore aveva 168 battiti al minuto con il rischio di morire da un momento all'altro. Hanno dovuto somministrare quindi un farmaco con l'ausilio della cardiologa per riportare la frequenza cardiaca ai valori normali, non senza apprensione e marcata preoccupazione. Ho deciso così, troppo tardi purtroppo, di portarlo via di qui e trasferirlo all'ospedale Villa San Pietro, ove al suo arrivo, la prima cosa che mi ha detto il primario è che cosa gli avessero fatto per ridurlo così e che non ci sarebbero state molte speranze per salvarlo perchè la situazione era irrimediabilmente compromessa. Così è stato purtroppo, e mio padre dopo una settimana è morto. Grande è la mia rabbia e frustrazione perchè non si può morire così. Sto ancora pensando se intraprendere le vie legali per denunciare questo caso anche se so che non potrò più riavere mio padre. Sono bastate 4 maledettissime settimane per privarmi di un affetto caro e di una persona che amava vivere. L'unica persona per la quale voglio esprimere riconoscenza è il primario del reparto post-acuzie di Villa Pia, del quale purtroppo non ricordo il nome, che ho conosciuto negli ultimi tempi purtroppo e che ha accolto sempre con garbo e gentilezza le mie richieste e si è adoperato per arginare questa situazione con tutta l'umanità e la professionalità che si compete in casi come questo.
Ricovero in post acuzie
Mi chiedo come 4 medici, il personale infermieristico e i fisioterapisti abbiano abbandonato mia madre, le piaghe da decubito sono curabilissime posturando e fornendo adeguata pulizia al malato.
Inoltre con che coraggio volevano dimettere mia madre il 17 settembre, considerando che poi il 3 ottobre è deceduta (e SICURAMENTE alla data di presunte dimissioni già presentava una piaga da decubito in setticemia). SONO SENZA PAROLE. IL FATTO E' DI UNA GRAVITA' ASSOLUTA. Non penso ci sia bisogno di ulteriori commenti, qualsiasi parola non è sufficiente ad esprimere il degrado professionale di quel reparto,. sia a livello medico che di coscienza.
Sto facendo causa.
Il 3 ottobre è deceduta per una piaga da decubito andata in setticemia grave.
Il responsabile del reparto mi aveva comunicato che il suo percorso era terminato e l'aveva considerata dimissibile dal 17 settembre - poi non dimessa per via della febbre causata dall'infezione.
LUNGODEGENZA POST-ACUZIE PRIVATA
PESSIMA ESPERIENZA SOTTO TUTTI I PUNTI DI VISTA: COMPLETA INAFFIDABILITA' E ASSOLUTO ABBANDONO DEI PAZIENTI. SCARSE ASSISTENZA INFERMIERISTICA, PULIZIA E ASSISTENZA MEDICA.
Post acuzie
Pensavo non esistessero più luoghi simili, invece ahimè sto appurando che esistono eccome! Mio padre tutt'ora ricoverato (ancora per poco) è entrato da qualche giorno con l'intento di fare un sorta di riabilitazione. E invece è stato praticamente abbandonato a sè stesso. Il personale infermieristico molto "fuori" dalle righe e i dottori "fantasma" (nonostante sia presente su internet un lunghissimo elenco di medici che fanno parte della struttura! Elenco facilmente consultabile e in formato PDF) Conclusioni: pessima struttura!
Pessima esperienza
La mia esperienza riguarda il reparto "lungodegenza post-acuzie".
La struttura è assolutamente da evitare, ho firmato e portato via mia madre di corsa dopo soli tre giorni.
Altri contenuti interessanti su QSalute