Pronto soccorso Ospedale Ravenna

 
3.1 (31)

Recensioni dei pazienti

3 recensioni con 3 stelle

31 recensioni

 
(11)
 
(3)
 
(3)
 
(11)
 
(3)
Voto medio 
 
3.1
 
3.4  (31)
 
2.9  (31)
 
3.6  (31)
 
2.7  (31)
Torna alla scheda

Filtra per malattia, intervento, sintomo

Voti (il piu' alto e' il migliore)
Competenza
Assistenza
Pulizia
Servizi
Commenti
Informazioni
Inviando il modulo si dichiara che quanto scritto corrisponde al vero e si assume responsabilita' legale in caso di commenti falsi. L'invio di commenti non veritieri positivi o negativi costituisce reato.
3 risultati - visualizzati 1 - 3  
 
Per Ordine 
 
Voto medio 
 
3.0
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
3.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
3.0

Cattiva volontà

Mi sono recata al P.S. ortopedico il 2 novembre in seguito a caduta violenta in avanti. Dalle radiografie è emersa una frattura del capitello radiale ed è stata confezionata una valva gessata. Il dolore al gomito nel giro di pochi giorni è scomparso, ma si è andato accentuando sempre di più il dolore al polso / mano che, peraltro, essendosi la valva allargata e sfregando sulla mano, mi aveva procurato una piaga sul palmo della stessa. Tornata al P.S. ed esposto il problema, l'ortopedico si è rifiutato sia di togliere la valva che di rifare una RX al polso, come richiedevo visto il dolore fortissimo e la quantità di farmaci che dovevo prendere per sopportare. Dopo altre 48 ore sono tornata al P.S. e, riesposto il problema facendo presente che a mio avviso stavo andando verso un problema di algodistrofia, mi è stata rimossa la valva, finalmente giudicata incontinente, ma è sempre stato rifiutato un controllo radiografico del polso (era stato ripetuto solo a livello del radio, sostenendo trattarsi di un dolore riflesso). Continuavo a dire che non era riflesso ma che, essendo caduta sul polso, era chiaro che era rotto e che non era immobilizzato nel modo giusto. Nulla... avanti per la loro strada. Fatta altra valva gessata.
Il 24 novembre alla rimozione del gesso sono quasi svenuta per il dolore allucinante al polso e ho chiesto all'ortopedico di poter fare una RX al polso ed eventualmente una RMN. Mi ha negato tutto. Mi ha inviata a casa dicendo che mi arrangiassi (anche se le parole precise non sono state quelle). Disperata, anche perché non potevo più stare a casa dal lavoro, ho fatto una RMN privatamente, spendendo 220 euro e visita ortopedica privata, da cui è emersa una frattura ed un edema diffuso della mano con versamento articolare. Io ho potuto pagare tutto questo, ma mi domando: chi non può, come deve fare vista l'incompetenza e l'imperizia che spesso regnano sovrane? E qui non c'entra nulla il sovraffollamento del P.S. Peraltro in quello ortopedico ho atteso non più di 30 minuti. Senza parlare del trattamento personale ricevuto. Sono un medico pure io e comprendo benissimo che si possa sbagliare per mille motivi, ma non accetto l'arroganza e l'aria di sufficienza con cui spesso viene trattato un paziente. Non è accettabile se si va in un ufficio, figuriamoci in un ospedale. Chi sceglie questo mestiere deve sapere innanzitutto ascoltare una persona e visitare. Ho mostrato io il mio polso all'ortopedico. Lui manco guardava l'obiettivita clinica, negando pure quella strumentale. Certe persone dovrebbero davvero cambiare lavoro. Ed ora i danni ed i problemi sono tutti miei.

Patologia trattata
Frattura radio distale, non trattata quella del polso.
Voto medio 
 
2.8
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
3.0

Spiazzato

Sono adesso in ospedale con mia madre, siamo qui dalle 18:00 del pomeriggio (scrivo alle 2:07 di notte), in fila siamo rimasti in 5 e da un'ora e mezza stiamo aspettando una refertazione di una radiografia. A parte ciò, che già di per sé mi pare inaccettabile, ho appena assistito a una scena che reputo dimostrare scarsissima professionalità, abbondanza di menefreghismo e pressappochismo: una madre in attesa con il figlio attaccato alla flebo è andata a chiedere se fosse normale che il sangue risalisse lungo il tubicino... infermieri e OSS indaffarati in chiacchiere le hanno detto che non succede nulla dal momento che la flebo è chiusa (per inciso è vero), ma nessuno si è distolto dalla sua inutile inattività per andarla a staccare (tempo necessario 1 minuto). Sono un sanitario anch'io, e mi risulta che nella nostra professione si debba essere al servizio dei pazienti, non del fannullismo di comitiva.

Patologia trattata
Complicanze respiratorie da reflusso gastroesofageo.
Voto medio 
 
2.5
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
2.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
1.0

Girone dantesco

Il nuovo pronto soccorso a Ravenna è stato inaugurato da poco in pompa magna, un’occasione per politici, prelati e direttori generali di mettersi in mostra. Di soldi ne sono stati spesi parecchi, eppure, alla prima occasione di servirvene, sono rimasto alquanto perplesso dalle soluzioni adottate.
Accompagnavo mia madre per un problema cardiaco.
L’inizio è buono, l’accesso è agevole e il parcheggio retrostante facilita le cose. Si viene subito accolti dal personale infermieristico, ma poi iniziano le perplessità e un’esperienza non sempre agevole.
C’è una sala per i pazienti in barella, quasi sempre piena, quindi nuova, ma già sottodimensionata (!) e un ambulatorio di prima accoglienza in open-space, dove il personale deve armeggiare dei separé mobili per garantire un minimo di privacy ai pazienti. Ci viene assegnato un codice verde, quindi si preannunciano tempi di attesa non brevi. Per quasi un’ora attendo di fianco alla barella di mia madre, poi cedo e vado a sedermi in sala d’attesa, da cui però non si vedono più le barelle. Raccomando a mia madre di farmi chiamare quando arriverà il medico. Apprenderò poi che invece è prassi assistere i pazienti senza consultare gli accompagnatori, per cui nessuno mi chiama! Dopo circa mezz’ora mi riaffaccio nella saletta delle barelle, ma mia madre è già stata portata in visita. Chiedo al personale, ed anche più volte, di essere ammesso alla visita, poiché ho cose da dire al medico e mia madre oggi non è tanto lucida, per cui temo che possa non spiegarsi bene, ma invano. Mi rassegno quindi ad attendere. La sala d’attesa è spartana, inospitale, affollata e rumorosa, molto rumorosa. Vi si affacciano gli ambulatori per i problemi meno gravi, che ogni tanto chiamano in altoparlante il numero del prossimo paziente (non sarebbe bastato un tabellone luminoso?), poi c’è il chiacchiericcio della folla di sottofondo. L’attesa è snervante, mi sono portato un po’ di lavoro da fare, ma è impossibile concentrarsi.
Dopo circa un’ora e mezza vedo ricomparire mia madre accompagnata da un’infermiera. Dobbiamo però attendere ancora il risultato delle analisi del sangue, poi forse riuscirò a parlare col medico. Dopo quasi 4 ore che siamo lì il momento arriva. Accedo quindi ad una grande sala per le visite ai pazienti barellati. Anche qui è stata fatta una scelta di open-space con alcuni separé mobili, questo significa però, anche qui, poca privacy e molto rumore, un rumore di sottofondo sovrastato ogni tanto dalle urla di qualche “paziente” (è proprio il caso di dirlo), che si lamenta per non essere assistito adeguatamente dopo ore di attesa. Noi, tutto sommato, non ci possiamo lamentare troppo. In un angolo del salone c’è il medico, una dottoressa abbastanza gentile, nonostante la situazione di stress, seduta ad un tavolino in cui smista le carte dei vari pazienti. Qualcosa riesco a dirle, era certo meglio se glielo dicevo prima, ma tant’è. Il problema di mia madre non lo abbiamo risolto, ma abbiamo almeno spianato la strada per domani in cardiologia. Prendiamo le nostre carte e ce ne andiamo frastornati. E’ come uscire da un girone dantesco.

Patologia trattata
Aritmia cardiaca.
3 risultati - visualizzati 1 - 3