Dettagli Recensione

 
Ospedale Monaldi di Napoli
Voto medio 
 
5.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
5.0

Un particolare ringraziamento al dott. D'Alto

Gentile dott. Michele D’Alto, desidero con profonda emozione aggiungere la mia voce al coro dei suoi estimatori, ripercorrendo le fasi salienti della mia malattia nell’intento di far conoscere quanto sia stato risolutivo il suo intervento in una situazione che non lasciava più varchi alla speranza.
Nel lontano 1996 mi fu diagnosticata una fibrillazione atriale parossistica. Da qui un tormentato percorso che, mio malgrado, si è concluso con una diagnosi di ipertensione polmonare. Non ne conoscevo la gravità! Approdai presso di Lei solo nel giugno del 2014, reduce da tre degenze in ospedali diversi: la prima al Moscati di Avellino, dal quale, su indicazione anche del mio cardiologo di fiducia che mi seguiva dal 2003, aspettavo risposte che non giunsero mai. Ricorsi allora al centro di ipertensione polmonare del Policlinico Sant’Orsola di Bologna, dove mi fu detto che le vene del polmone sinistro erano state ostruite a seguito delle molteplici ablazioni subite. Ancora una volta, tornata a Napoli, non volli fermarmi! Mi rivolsi, così, al prof. Andrea D’Armini del Policlinico San Matteo di Pavia, che aveva trattato qualche caso analogo al mio attivando i capillari secondari. Durante la degenza mi fu detto che nel mio polmone non c’era una goccia di sangue e quindi non c’era più niente da fare. Per le cure, il prof. D’Armini mi affidava al dott. Michele D’Alto del Monaldi di Napoli, col quale collaborava. Attraverso queste peripezie, compresi la gravità della mia situazione, dopo anni di cieca fiducia nel mio operatore e dopo interventi che avevo ritenuto erroneamente risolutivi. Così, senza più speranze, tradita nella fiducia, quando arrivai da Lei, caro dott. D'Alto, l’unica domanda che Le rivolsi fu sull'aspettativa di vita che avrei potuto attendere. Lei mi rispose che tutto sarebbe dipeso dalle reazioni del mio organismo.
Nell'aprile di quest’anno, essendo la mia dispnea diventata di nuovo insopportabile, Lei mi ha prospettato un difficile intervento dopo aver consultato il chirurgo dott. Santoro, e l’anestesista dott.ssa Palladino. Con Lei sono tornata a sperare! L’intervento è riuscito soprattutto per merito dell’operatore che, con insistenza, ha fatto circolare un filo di sangue in una delle vene ostruite. Di fronte al video della vena dapprima chiusa, poi col sangue che passava, ho pianto; ho baciato le mani a questo straordinario chirurgo, avrei voluto abbracciare la sua equipe e Lei, caro dottore, che mi ha sostenuto in questa difficile prova, e dire grazie, grazie, grazie a tutti, anche per l’umanità con la quale sono stata accolta e amorevolmente assistita durante la degenza.
Con grande stupore e ammirazione ho dovuto constatare che in un ospedale napoletano è stato possibile l’impossibile! Nello stesso tempo però mi sono chiesta come mai queste eccellenze, pur riconosciute a livello internazionale, non lo siano a livello locale, tant’è che sono stata costretta a girare per l’Italia e solo a Pavia ho potuto conoscere il nome di un Medico prestigioso che operava poco lontano da casa mia.
Ora spero soltanto che la divulgazione di questo evento, che per me ha del prodigioso, possa raggiungere i rappresentanti delle Istituzioni a che riconoscano gli altissimi meriti dell’Unità Dipartimentale Malattie Congenite, reparto Ipertensione Polmonare della Seconda Università degli Studi di Napoli.

Letizia Di Lorenzo

Patologia trattata
Ipertensione polmonare post-capillare da stenosi iatrogena delle vene polmonari sinistre.

Ricanalizzazione della vena polmonare superiore sinistra e successiva angioplastica mediante pallone coronarico.

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