Dettagli Recensione

 
Ospedali e case di cura a Roma
Voto medio 
 
3.0
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
5.0

Paziente con carcinosi peritoneale

Mi padre è stato ricoverato d'urgenza in data 11.09.2015 tramite pronto soccorso per tumore al colon maligno in fase avanzata, scoperto troppo tardi. E' stato operato dal Prof. Masoni e dal Prof. Hakan (asportazione massa tumorale visibile, colostomia e stents ai reni). In data 17.09.2015 il prof. Masoni, subito dopo l'intervento, ha confermato la diagnosi aggiungendo che il tumore è sfociato in una carcinosi peritoneale ma, sia in quell'occasione che la successiva domenica 20.09.2015, alla mia presenza e quella di altri 4 familiari, ha affermato che mio padre avrebbe potuto e dovuto iniziare la chemioterapia e dopo 3 mesi avremmo fatto di nuovo il punto della situazione. Dunque, pur consapevoli della gravità della situazione, ci era stato fatto capire che potevamo giocare ancora la carta chemio, o comunque che mio padre aveva ancora qualche mese di vita. In data 26.09.2015 mio padre è stato dimesso dal reparto di chirurgia generale - San Raffaele. La notte del 30.09.2015 (4 giorni dalle dimissioni) sono stata costretta a riportare mio padre nello stesso ospedale perché si erano gonfiati improvvisamente ed in modo spaventoso gli arti inferiori. E' stato nuovamente ricoverato, questa volta nel reparto di urologia. Abbiamo chiesto più volte spiegazioni sul perché di questo secondo ricovero, se c'erano stati problemi post operatori oppure se mio padre era ormai terminale (non avevamo remore a chiederlo, potevano parlare chiaro). Per giorni nessuna risposta. Il prof. Hakan sempre sfuggente. E' stato operato una seconda volta in data 03.10.2015 e la spiegazione che ci hanno dato (dopo che abbiamo inseguito Hakan) è che si erano formati grossi coaguli di sangue che avevano occluso gli stents che gli erano stati collocati dallo stesso Hakan nel primo intervento. Mio padre è stato dimesso per la seconda volta dal Responsabile di Urologia, il Dott. Grassetti, venerdì 09.10.2015, nonostante noi fossimo scettici sulle sue condizioni perché non si reggeva nemmeno in piedi. Ebbene, la domenica pomeriggio, per la seconda volta, ho riportato mio padre al pronto soccorso dello stesso ospedale ed è stato ricoverato in altro reparto, il Santa Giovanna Antida. Anche in questo caso i medici sempre sfuggenti alle nostre richieste di spiegazioni e soprattutto della reali condizioni di mio padre e concrete speranze di vita (= quanto gli rimaneva ancora?).
Ebbene, solo in data 15.10.2015 finalmente si sono degnati di dirmi che mio padre già al momento del primo intervento era in fase più o meno terminale e che la chemioterapia era assolutamente impossibile. Mio padre, che era stato illuso da un medico superficiale (che nel frattempo si è "sparito" da noi dopo le cose dette dopo il primo intervento, prima del referto istologico) fino ieri credeva di poter fare ancora la chemioterapia. Oggi è entrato in coma e nessuno ci ha avvisati. L'abbiamo trovato così quando siamo arrivati in ospedale.
Solo una parola: E SARESTE UN OSPEDALE RELIGIOSO? QUALE RISPETTO DEGLI OBBLIGHI DI COMUNICAZIONE VERSO IL MALATO ED I FAMILIARI? ZERO.

Patologia trattata
Carcinosi peritoneale.

Commenti

1 risultati - visualizzati 1 - 1  
 
Per Ordine 
 
Inviato da Alessajo
14 Mag, 2018
Hai perfettamente ragione, la mia esperienza con mia madre è stata pessima per lei. Operata per tumore colon pancreas stomaco, mai una risposta chiara, in una sola parola: abbandonata a sé stessa.
1 risultati - visualizzati 1 - 1