Dettagli Recensione
Grazie
Mia madre MAMMA ROSA, arriva in Clinica Latina a dir poco appassita, uscita dall'ospedale San Giovanni senza speranza alcuna, viene affidata in Clinica Latina a Via Vulci Roma. Era in condizioni incommentabili, affetta da demenza senile e non solo, non camminava più, non mangiava più, non era più connessa proprio come un fiore lì lì per essere eliminato. Ma approdando in questo che ritengo possa definirsi un nuovo giardino per lei, giorno dopo giorno questo fiore vedevamo che riprendeva vita, riprendeva il suo colore naturale, ed insomma grazie alle nuove terapie, per farla breve, questa Rosa non solo riprendeva a VIVERE, ma camminava da sola, mangiava da sola e.. udite udite, ragionava non come prima, ma meglio di prima! Io non smetterò mai di dire grazie, grazie e poi ancora grazie, alla grande Gina, grazie a Patrizia, grazie ad Antonella, grazie a Diana, grazie ad Emanuela.. insomma: grazie a tutto, ma proprio a tutto, lo staff.
Non vi dimenticheremo MAI.
Commenti
Mi spiegate come può una fisioterapista in 4 ore (di cui 3 le passa mangiando e l'ultima per fare la fkt al direttore sanitario di 90 anni suonati) fare la fisioterapia a 33 pazienti? Alla cara signora ROSA come l'hanno fatta camminare?? Imponendo le mani?
Ho letto solo dopo la dimissione, sulla lettera di dimissione della struttura che l'aveva operata (mai nessuno ce l'aveva mostrata... ci siamo "fidati") che mamma entrava esclusivamente per la fisioterapia e la riabilitazione poiché il suo quadro clinico era stabile.
Mi hanno detto subito che mamma, per via della demenza, non era collaborativa e quindi non potevano fare fisioterapia "tradizionale" ma solo "passiva". Con una scortesia inaudita mi hanno detto "si scordi che sua madre tornerà quella di prima". Mamma si è piano piano appassita... non era in grado di mangiare da sola ma con l'aiuto mangiava tantissimo... evidentemente non l'hanno mai aiutata a mangiare, perché me l'hanno restituita dopo 60 giorni denutrita, sofferente, con una piaga da decubito al quarto stadio sul sacro, con bordo in necrosi ed infezione fino all'osso!!!! e senza preoccuparsi di dove l'avremmo portata dopo la dimissione, visto che per una piaga simile i familiari a casa non sono certo attrezzati per curarla.
Insomma, non so in quale favola lei abbia vissuto quello che descrive.
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