Dettagli Recensione

 
Ospedale Policlinico Agostino Gemelli di Roma
Voto medio 
 
5.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
5.0

La mia esperienza con la Cardiochirugia

La notizia di dovermi operare al cuore, a 52 anni, e’ stato uno di quei rari eventi che stravolgono violentemente il modo di osservare le cose e ti convincono che “la tua vita non sarà più come prima “.
Il periodo di attesa è stato altalenante tra lo sconforto e punte di sconsolata depressione, ma anche grazie al costante impegno di preparazione personale, la gran parte delle mie paure per i rischi e l’esito incerto dell’intervento sono state sopite.
In quei mesi ho consultato tante statistiche sui reparti di cardiochirurgia in Italia (P.N.E.) ed altrove osservando pure numerosi video di interventi. E’ difficile anche solo immaginarsi tutto quello che sono in grado di realizzare i Cardiochirurghi e la loro Equipe. E’ invece facile rendersi conto come le loro abilita’ e capacita’ influenzino la vita futura di noi pazienti.
Ebbene oggi, a piu’ di quattro mesi dall’intervento, ho potuto constatare che qualcosa di “magico” mi è accaduto quel 18 luglio scorso al Gemelli.
Sin poco dopo l’intervento e poi in riabilitazione, mi sono costantemente impegnato nell’eseguire le indicazioni e terapie date: ho percorso dapprima centinaia di passi nei corridoi del reparto e poi migliaia nella palestra. Ad oggi percorro vari km. al giorno in “passeggiata veloce” ed anche -in parte- di corsa.
Tutto cio’ mi fa provare un grosso senso di benessere con impatto positivo sulla storica ipertensione e parametri del sangue.
E’ vero: la mia vita non “e’ piu’ come prima”; e’ notevolmente migliorata!
Questa “magia” è stata resa possibile grazie all’impegno costante ed alle cure dell’intero Team del reparto di Cardiochirurgia del Policlinico Gemelli, si e’ sostanziata nell’applicazione di regole e protocolli con passione ed attenzione a ciascun paziente da parte degli operatori, a tutti i livelli.
L’organizzazione della pre-ospedalizzazione è stata praticamente perfetta: in poche ore molteplici esami oltre ad un nutrito dialogo e scambio dei dati di salute personale utili per l’anestesia, per l’intervento e la terapia intensiva.
L’accesso in reparto è stato pratico e rapido (giorno del ricovero), senza “burocrazie”.
Buone e funzionali le stanze. Sono a “quattro letti” ma, nel mio caso, l’interazione di gruppo ha mitigato stress e paure.
Vitto ottimo (valutando ovviamente che non ero ospite di un ristorante…).
Il periodo di pre-intervento, breve, e’ pure “ben congegnato”: appena arrivato ulteriori esami e quindi l’interazione informale (a piccoli gruppi di pazienti) con medici, fisioterapisti e fisiatri che ci hanno descritto passo dopo passo le fasi successive della degenza non trascurando di evidenziare l’importanza del nostro impegno collaborativo.
Ci hanno così trasmesso –in forma amichevole- informazioni pratiche, utili e descrittive di cosa ci attendeva il giorno dell’intervento, nella permanenza in terapia intensiva e nel periodo post operatorio e di riabilitazione. A seguire la comunicazione formale, caso per caso, dei rischi dell’intervento sia in termini statistici di sopravvivenza che di effetti “collaterali”: momento duro ma necessario.
Proficuo il supporto della Psicologa specializzata per l’Unità di Cardiochirurgia.
All’alba del giorno di intervento una lieve sedazione... ed il trasferimento verso la sala operatoria.
Subito dopo l’impressione e’ quella di entrare nell'astronave di “2001 Odissea nello spazio”, non in una “qualsiasi sala operatoria”. Tecnologie e dotazioni di strumenti tra i più disparati, display ampi e di vario tipo in ogni dove e dal soffitto spuntano i bracci mobili di robot per Rx e/o Tac: è la “Sala Ibrida”!
Intanto è in corso un ordinato fermento di attività eseguite in velocita’ dai tanti presenti. Ruoto la testa: ma in quanti sono?? davvero molti.
Grazie a Lorella Vaccaro: si muove veloce come un furetto da un lato all’altro della sala. Porta e distribuisce sui tavoli gli “attrezzi del mestiere”. Si arresta tre secondi di fronte a me per un messaggio di “benvenuto”.
Grazie ai tecnici perfusionisti impegnati sulla macchina per la circolazione extracorporea.
Grazie a Voi tutti presenti in quel “lungo” giorno!!
Grazie al Dott. Scapigliati: cattura il mio sguardo con battute per valutare il mio stato, continuo a parlargli curioso: “mini invasiva o ministernotomia o cosa altro sara’ oggi?”... troppe domande… mi accenna qualcosa con un pizzico di ironia… una mia ultima frase, più lenta e faticosa… la vista mi si annebbia rapida, non distinguo più nulla.
Immediatamente un “Sonno”, profondo e lungo come mai successo prima, denso di un buio nero.

Dopo questo lungo sonno inizia un lento quanto faticoso “risveglio”: riappare, da lontano, uno sfondo chiaro e luminoso. Una piccola luce, inizialmente fioca, aumenta gradualmente durante quello che sembra un lungo ed incessante dormiveglia.
Mi sveglio per poco e riesco a muovere i piedi sotto il lenzuolo in fondo al letto. Ma realizzo appena.
Di nuovo Sonno e Buio profondi.
Sento il corpo pieno di “attrezzi”, una sensazione mai provata: è il mio? Immagino di non potermi muovere, ma sono intubato? c’è forse anche un catetere? Si. Anzi sembrano tanti i tubi… pero’ che sonno.
Esausto, fatico anche solo a voltare un minimo la testa per osservare una luce che vedo dietro di me.
Ma si! Sono in terapia intensiva. Tutto è andato bene, sono VIVO, sento ancora di ESISTERE e non ho alcun dolore.
Compare un’infermiera, fatico enormemente anche solo a memorizzare il suo nome. Mi parla spiegando brevemente cosa sarà fatto a seguire e mi domanda come sto e se sento dolore. Rispondo con il movimento di occhi e mani: “tutto Ok!”
Sono lucido ma molto stanco: fatico anche solo a elaborare pensieri semplici.
Ancora Buio e Sonno Profondi.
In uno dei periodi di veglia il “Prof” viene ad incontrarmi da “sveglio” in terapia intensiva.
Si siede, mi parla, dialoga con me. Lo riconosco. Non contengo il mio entusiasmo nel vederlo li al mio fianco ed inizio a parlare pressoché incessante.
Espone con modestia e semplicita’ (qualità non comuni per personalita’ di tale calibro) quanto sia soddisfatto dell’intervento. Chiedo se posso “stringere” le Sue mani, stupito della richiesta acconsente.
Poi viene a trovarmi la Dott. Natalia Pavone, persona di umanità e grazia ben tangibili, alla quale anche ho dato un “bel da fare” in sala operatoria. Il “taglio” della sternotomia è decisamente “mini”, meno di 8 cm., commisurando il tutto alla mia statura di 190 cm...
Il servizio nei due giorni passati nel Reparto di Terapia Intensiva è stato eccellente. Lo stesso prof. Franco Cavaliere ha anche assistito di persona noi pazienti, in qualche turno.
Grazie a Voi tutti ma ricordo i soli nomi di Elisabetta e Stefano! Sara’ forse merito di quelle sostanze contro il dolore?
Al rientro in reparto i volti tra i più sorridenti del reparto si illuminano; sono gli ecografisti, i grintosissimi dott. Lauria - che ringrazio vivamente - e dott. Colizzi. Poi il dott. Mazza (nell’equipe dell’intervento), dott. Spalletta -infaticabile - dott. D’Angelo e la dott.ssa Marcolini: sempre presenti ed attenti.
Lo staff degli Infermieri: la loro positiva allegria mostrata nello svolgere i lavori ricorrenti, mai lamentele per le fatiche quotidiane. Serenita’ che tanto mi ha aiutato a sorpassare i momenti meno semplici di questa permanenza: Bravi!
Tutt’ora quando sono di passaggio al Policlinico non manco di passare a trovare al Reparto per un saluto, anche per solo ricambiare i sorrisi ricevuti.
Lo staff medico del Gemelli annovera grandi professionalità ma certo il Cardiochirurgo che io ho avuto la fortuna di “incontrare” il 18 luglio 2016 è una rara eccellenza del settore.
Un mix di qualità quali competenze tecniche superiori, talento non comune, passione, disciplina e rigore; caratteristiche professionali consolidate da virtù non secondarie di modestia e semplicità nell’interazione con il Paziente.
Un Persona cui va TUTTA la mia Riconoscenza ma anche, soprattutto, il rispetto per l’impegno profuso nella Sua non semplice Professione.
Un vero e proprio Fuoriclasse.
Mi ritengo veramente Onorato -oltre che fortunato- di poter essere stato al centro delle Attenzioni Sue, del Suo Team e di questa Vostra “Magica” Unità.
GRAZIE ancora a Lei Prof. Massimo Massetti!
Grazie a TUTTI VOI.

Giorgio S.

Patologia trattata
Insufficienza severa mitrale e media tricuspide.

Commenti

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Per Ordine 
 
Inviato da Marianna Canali
23 Aprile, 2017
La sua storia, raccontata con tanta passione e ricchezza di particolari, mi ha commosso fino alle lacrime. Grazie per avermi riportato alla mente e al cuore la figura del Prof. Massetti, esemplare unico, per quello che mi riguarda, nella storia della cardiochirurgia (frequento ospedali da ben 56 anni).
Le auguro ogni bene.
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