Dettagli Recensione

 
Ospedale di Prato
Voto medio 
 
5.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
5.0

COMMENTO POSITIVO:COMPETENZA E TANTA ASSISTENZA

Presso hospice di Prato la mia mamma ha ricevuto assistenza per cirrosi epatica scompensata dovuta a EPATITE C contratta da una trasfusione quando non vi erano controlli suL sangue.
Solo chi ha provato sulla propria persona esperienze pesanti può giudicare il lavoro fatto e l'assistenza ricevuta in queste strutture. Io ho trascorso 2 mesi dentro la struttura Hospice di Prato e vi posso garantire che mi sono sentita come a casa ed in particolare modo serena nei confronti della mia mamma che avrebbe desiderato morire in casa, ma purtroppo non gestibile. Vi è in questa struttura personale molto preparato, a partire dal medico referente prima di tutto, la D.ssa Pastacaldi, nonchè tutto lo staff infermieristico, oss e coordinatrice.

Patologia trattata
assistenza per cirrosi epatica scompensata dovuta ad Epatite C contratta da trasfusione

Commenti

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Inviato da Cristina
27 Settembre, 2016
Buonasera, il mio caso risale al Giugno 2011: dopo un parto cesareo d'urgenza per gestosi (al vecchio ospedale di Prato - Misericordia e Dolce) sono finita in rianimazione per arresto cardio-respiratorio.
Ho avuto traumi che mi hanno portata a soffrire di attacchi di ansia e panico (prima ero predisposta alla depressione, ma di quelli proprio non ne soffrivo).
Sono stata maltrattata verbalmente al mio "risveglio" da un medico (uomo) che mi ha detto le seguenti, testuali parole in tipico toscano: Oh Segantini (il mio cognome) Lei la c'è nata con il mal di testa, oh che la vole...
Mi ero appena ripresa e avevo la testa che mi scoppiava dal dolore.
E' vero, io soffro di cefalea cronica, ma non mi sembra il modo di rispondere a una paziente... Tra l'altro da quel momento sono peggiorata e successivamente, durante un ricovero al Pronto Soccorso di Prato nel Marzo 2012, hanno visto che avevo avuto delle ischemie, probabilmente legate proprio alla rianimazione...
Sono stata assistita spesso da un'infermiera che quando chiedevo aiuto per la ginnastica del respiro (mi sembrava che la ferita si riaprisse dal dolore), mi ignorava completamente.. La stessa infermiera, con altre sue colleghe, parlava di un paziente e del fatto che avesse la pancia così gonfia da sembrare incinta perchè aveva bisogno di CACARE, il tutto sottolineato dalle loro risate.
Il paziente era in rianimazione dopo un intervento cardiaco, quindi penso fosse sedato e non potesse sentirle.. meglio poverino..
Infine, la cosa piu' grave, che voglio denunciare adesso che finalmente ho trovato il coraggio, risale all'ultima notte trascorso in quel reparto.
Ho chiamato almeno 3 volte la dottoressa di turno che, nonostante avessi informato del forte dolore al lato sinistro della cicatrice, come un dolore che pulsava tipo ascesso ai denti, mi ha sempre risposto che era normale dopo un cesareo (!?).
La cosa che non le perdono e che ancora mi fa fare incubi, è che non si è mai degnata di alzare il lenzuolo per dare un'occhiata (io avevo le braccia bloccate dalle flebo quindi non potevo!).
Il mattino dopo quando sono arrivate le operatrici per lavarmi e hanno tirato su le lenzuola, io ero nuda e con un bozzolo enorme giallo sul lato sinistro della cicatrice, sotto la fascia... Si sono guardate tra di loro con espressione sorpresa e imbarazzata e mi hanno chiesto se sentivo dolore.
Ho confermato che mi faceva molto male, che avevo chiamato il medico di turno più volte e che, non avendo fatto niente, mi ha lasciata a piangere per tutta la notte... Terribile!
Quando e' passata la nuova dottoressa di turno di mattina (gentilissima, bionda e giovane che mi ha detto di avermi curata proprio al mio arrivo in rianimazione, ma io non potevo ricordare) chiamata dalle operatrici, ero in preda a una crisi isterica, l'ho scongiurata di dimettermi e farmi tornare in ostetricia, dove tra l'altro era ricoverato in TIN il mio bimbo che ancora non avevo visto dal parto.
Tornata al mio ex reparto, ero ancora traumatizzata e ho dovuto soffrire le pene dell'inferno perchè il medico ha provato manualmente a far uscire il pus dalla ferita....
Sono stata 3 giorni e 3 notti con un peso di metallo e ghiaccio sulla ferita per evitare un secondo intervento; nel frattempo si era formato un vero e proprio ematoma.
Poi mi sono arresa e ho deciso di tornare in sala operatoria, una vera tortura, perchè dopo i problemi che avevo avuto non potevano darmi la quantità necessaria di anestesia per non avvertire il dolore mentre provavano ad aspirare l'ematoma.
La convalescenza, a causa della suddetta aspirazione, e' stata lunghissima e dolorosissima, tanto da impedirmi di andare a vedere al Tin il mio bimbo come le altre mamme - con tanto di sensi di colpa.
Inoltre. dopo la dimissione, al risveglio mi sembrava sempre che mi mancasse l'aria e da lì cominciava l'attacco di ansia o addirittura di panico perchè mi sentivo soffocare.
Secondo Voi e' possibile far qualcosa per avere giustizia, soprattutto per il comportamento superficiale della dottoressa di turno la notte in cui si è presentata l'infezione?
Ho già detto più volte ai miei familiari che, se mi accadesse qualcosa, non voglio assolutamente essere riportata in questo reparto.
P.s.: spero che la Direzione Sanitaria prenda in considerazione ciò che ho scritto, disponendo della mia cartella clinica.
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