Dettagli Recensione

 
Ospedale di Faenza
Voto medio 
 
3.3
Competenza 
 
4.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
4.0

Esperienza da dimenticare

La mia esperienza in questo reparto è da dimenticare non tanto per la competenza del ginecologo che mi ha visitata, perché molto competente nella pratica del suo lavoro, ma con dei modi di interfacciarsi, a mio parere, sbagliati, perché senza un minimo di tatto. Sono stata mandata in reparto dal medico di famiglia con impegnativa urgente per sospetta minaccia d'aborto spontaneo, quando non sapevo neanche di essere o di poter essere incinta, perché non cercata la gravidanza, quindi immaginate il mio sconvolgimento ed incredulità. Però, fidandomi dell'esperienza del mio medico di famiglia, sono corsa in reparto come indicato di fare, anche se poi fortunatamente non era un aborto. Qui ho trovato un medico che mi ha parlato con aria di sufficienza, senza un minimo di interessamento a ciò che dicevo nello spiegare bene tutti i miei sintomi, con un modo arrabbiato di spiegarmi le cose, molto più preoccupato di farmi sapere che puzzavo di fumo di sigaretta che del resto. Un po' di sensibilità nel capire il mio stato d'animo in quel momento doveva averla visto il lavoro che fa, ma nel mio caso purtroppo non è stato così. Niente da dire invece sul resto del personale di reparto con cui ho avuto a che fare, infermiere e altre operatrici gentilissime e carine nei modi.

Patologia trattata
Minaccia di aborto spontaneo.

Commenti

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Inviato da Giada
19 Febbraio, 2020
Il motivo per cui ho scelto l’Ospedale Civile di Faenza per far nascere mio figlio è uno: la dottoressa Sandra Vetruccio.
Nonostante la mia non sia stata una gravidanza semplice e il parto e il post-parto non siano stati da meno, ad oggi non posso che confermare le ragioni di questa mia scelta.
Sandra ha una capacità unica di ascolto e di empatia con le sue pazienti.
Per me si è fatta letteralmente in quattro, è stata la mia voce, si è incavolata al posto mio quando serviva farlo ed io non ne avevo le forze, ha spronato tutto lo staff a dare il meglio, mi è stata sempre accanto in tutto il mio percorso - anche quando in via ufficiale avrebbe potuto tranquillamente non farlo. Un paio di esempi su tutti: il giorno che sono stata dimessa è venuta apposta ad abbracciarmi e a controllare che tutto fosse realmente a posto seppure non fosse di turno; ma ancora di più non le sarò mai abbastanza grata per esser corsa la notte del parto ad assistere lei al cesareo, nonostante fosse in ferie e la reperibilità spettasse a qualcun altro.
La sua vicinanza in queste due occasioni così particolari è la conferma che esistono ancora medici competenti, risoluti, capaci e che al contempo abbiano un cuore immenso che li rende preziosissimi per la struttura presso la quale svolgono il loro lavoro.

Mi permetto di aggiungere che altre eccellenze dell’ospedale di Faenza sono le ostetriche, le infermiere e le OSS che lavorano nel reparto di ginecologia ed ostetricia, veri angeli custodi per le mamme e i loro bimbi.

Ultima ma non meno importante menzione d’onore va all’equipe degli anestesisti, in particolare – ma non me ne vogliano gli altri – al dottor Maurizio Meglio, un vero professionista dotato di umiltà e gentilezza che pochi grandi hanno.

L’unico neo di questa mia esperienza sono i pediatri: in particolare il medico gettonista (purtroppo non sono riuscita a memorizzarne il nome) presente al momento del parto e che, appena visto il bambino, si è permesso di dire a mio marito che il piccolo aveva subìto danni potenzialmente permanenti in fase di travaglio e che andava trasferito immediatamente a Ravenna per capirne l’entità, quando in realtà dopo pochi istanti di ossigeno nostro figlio stava benissimo e sia l’ostetrica che l’anestesista che lo seguivano non capivano perché il pediatra in questione avesse dovuto fare anzitempo dell’inutile allarmismo ad un uomo che era appena diventato padre, ma ancora aveva la moglie sotto i ferri ed era palesemente preoccupato per la situazione.
Altro “personaggio” che ha lasciato basita sia me e mio marito che le infermiere, è stata la pediatra che, al momento della dimissione - dopo 7 giorni di ricovero - ha deciso all’ultimo di trattenerci ulteriormente per ore sostenendo che mio figlio avesse un problema alla testa, cosa senza fondamento che nessun altro dei suoi colleghi aveva anche solo lontanamente rilevato nelle tante visite pediatriche pressoché quotidiane avvenute nel corso della settimana. A nulla sono valse le obiezioni del resto dello staff; lei è andata dritta per la sua strada, anche in questo caso generando in noi inutile allarmismo, obbligandoci peraltro ad altri controlli definiti inconcludenti persino dai medici che li hanno poi eseguiti; in ultimo credo abbia cercato di giustificarsi scrivendo nel referto che, a detta sua, il problema sarebbe stato addirittura evidenziato in fase di gestazione dalle rilevazioni ecografiche - come a voler dire che avesse fatto bene lei sola ad approfondire la cosa - peccato che ciò non fosse assolutamente vero e questo credo dovrebbe far riflettere circa le sue reali capacità di valutazione.
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