Dettagli Recensione

 
Ospedale di Faenza
Voto medio 
 
3.5
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
2.0

Calcolo misteriosamente scomparso

In data 14 gennaio 2022 ho accompagnato mio padre di anni 88 all’ospedale degli Infermi di Faenza per un intervento programmato per il 28 dicembre 2021 e successivamente posticipato di litotrissia (asportazione calcoli renali).
L’ intervento chirurgico era stato deciso in seguito ad una ecografia del 18 ottobre 2021 e conseguente Tac del 19 novembre 2021, che evidenziava e confermava la formazione litiasica del diametro di 15 mm. al rene sinistro.
Durante il pre-operatorio del 20 dicembre 2021, l’anestesista Dott.ssa A. Potalivo ha consigliato un trattamento spinale, non escludendo quello generale. Si optava per una anestesia loco-regionale centrale. L’anestesista non trovando spazio fra le vertebre, dopo 3-4 tentativi ha preferito procedere con anestesia generale.
Nel pomeriggio ho chiamato il reparto di urologia chirurgica per avere notizie di mio padre e, parlando con la Dott.ssa Guidi, ho saputo che non vi era nessun calcolo da togliere.
Sono riuscita a parlare telefonicamente con il Dott. Boschi, chirurgo che ha eseguito l’intervento, soltanto nel pomeriggio del giorno 17 gennaio 2022, il quale mi ha confermato la non presenza della formazione e la non esigenza a distanza di due mesi dai controlli di effettuare ulteriori ricerche.
Mi sorgono in modo spontaneo alcune importanti considerazioni a corredo di questa vicenda:
Ammesso e non concesso che non ci fosse questo spazio nelle vertebre, era proprio necessario fare così tanti tentativi per avviare l’anestesia locale? Una di questi lasciava un segno evidente e rendeva dolorante e claudicante il paziente per una settimana, che a dispetto dell’età 88 anni aveva (ed ha di nuovo grazie al cielo) una mobilità davvero buona. L’anestesista si indirizzava verso un’anestesia generale, che non dava problemi acuti al risveglio, ma generava un forte mal di gola per una decina di giorni. Questo stato patologico era supportato anche da sintomi visivi quali macchie dal colore scuro su palato e gola. La scrivente, figlia del paziente, è stata sottoposta a 4 anestesie generarli e quindi conosce bene i rischi e gli effetti collaterali di questa procedura medica, ma i segni estesi ed evidenti nell’apparato otorinolaringoiatrico sono forse indice di una procedura di “intubamento e stubamento” tutt’altro che impeccabile.
Senza voler dare giudizi di sorta al reparto, ma restando al singolo caso, che è quello che interessa il paziente, la parte che più lascia sbigottiti è una mancata ecografia di verifica prima della operazione chirurgica. Ricordo al lettore che la Tac aveva confermato l’esito dell’Eco, rendendo i due esami strumentali non solo complementari ma sovrapponibili. Possiamo anche rendere accettabile l’ipotesi che un’ecografia (essendo questo un esame in parte operatore-dipendente) potesse dare un responso ambiguo, ma quello che non è accettabile è che questa non sia stata eseguita. Anche perché il calcolo è sparito: con un'ecografia sarebbe sparito anche un intervento invasivo, un’anestesia generale e una tentata anestesia locale.

Patologia trattata
Idronefrosi sx da litiasi ureterale (calcolo uretere sx).

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