Dettagli Recensione

 
Ospedale di Noale
Voto medio 
 
1.8
Competenza 
 
2.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
1.0

Tutto meno che affidabile

Mio padre quando è stato ricoverato per un ictus all'opedale di Mirano, era in salute per essere un 72enne. I danni legati all'ictus e le relative terapie riabilitative non sono mai cominciate, a causa di una serie notevole di complicazioni che hanno costretto mio padre ad un ricovero di oltre 4 mesi, di cui 2 mesi in terapia intensiva.
Ad inizio settembre, poichè le condizioni di mio padre lo permettevano, è stato trasferito al reparto di lungodegenza presso Noale. A fine settembre sembrava addirittura fosse possibile spostarlo in una struttura adibita al recupero e alla riabilitazione. Invece 1 mese dopo è deceduto per una setticemia, risultata fatale presumibilmente a causa dell'incapacità di reagire tempestivamente alle necessità terapeutiche che mio padre palesava giorno per giorno. Il risultato è stato un costante decadimento delle difese immunitarie e un logoramento costante di reni, cuore e polmoni. L'impressione generale che abbiamo avuto è che spesso si provasse a curare mio padre a tentativi, senza sufficienti riscontri oggettivi sulla cura e sul suo esito.
Assistenza degli infermieri: in genere pessima. Alcuni anche si prodigavano, ma i più erano vergognosamente assenti.
Per ore e ore non passavano nella stanza di mio padre e, quando chiamati, reagivano spesso in malo modo, come se venisse loro richiesto qualcosa di diverso dalle attività per le quali sono stipendiati.
Un esempio su tutti: mio padre avendo contratto (in ospedale, ovviamente) una polmonite e successivamente un batterio che provocava una forte quantità di muco, doveva essere aspirato costantemente. Molto spesso al pomeriggio, quando ci era permesso fargli visita, lo trovavamo sporco di muco fino al petto e in evidente stato di difficoltà respiratoria. Questa ed altre carenze sono state segnalate più volte al primario, alla caposala e ad alcuni dei dirigenti medici presenti, con risultati sconfortanti. Nei 45 giorni che è stato a Noale, mi sono reso conto che, non fosse per l'intraprendenza di mia madre e di noi familiari, la pulizia di mio padre sarebbe stata relegata ai soli genitali durante i cambi. Che dire, speravo fosse possibile trascorrere qualche altro anno con il mio papà ed ero fiducioso che la nostra sanità mi sarebbe stato d'aiuto in tal senso; mi devo invece fortemente ricredere. La lungodegenza a Noale è sentita evidentemente come un parcheggio di esseri indifesi, dove i pazienti sono solo dei numeri che, non essendo in grado di dire la loro (mio padre era stato tracheotomizzato), vengono abbandonati senza ritegno. Purtroppo anche noi familiari, non avendo competenze in ambito medico, siamo alla mercè di tutto ciò.

Patologia trattata
Ictus + una serie di complicazioni nate in ospedale.

Commenti

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Per Ordine 
 
Inviato da Ornella
06 Dicembre, 2016
Io ho seguito mio padre per due mesi in fase terminale. Il dott. Scevola, unica persona con un cuore, ci ha dato una mano a trasferire mio padre all'hospice di Zelarino, struttura che consiglio per i terminali e i familiari. Tornando alla lungodegenza, anch'io tutte le mattine arrivavo da mio padre e lo trovavo sporco; poi non riusciva a fare colazione da solo e le assistenti non lo aiutavano. Che dire.. un consiglio se posso: se avete un familiare terminale, non portatelo qui, fate domanda all'hospice di Zelarino, ove ci sono veri angeli per il vostro malato e per voi.
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