Lungodegenza Ospedale Noale

Lungodegenza Ospedale Noale

 
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Il reparto di Lungodegenza Riabilitativa dell'Ospedale di Noale in provincia di Venezia, situato in Piazzale Bastia 1, ha come Direttore f.f. il Dott. Gianpaolo Voltan. Il reparto, ubicato al terzo piano del Nuovo Monoblocco, si occupa di pazienti, adulti ed anziani, affetti da polipatologia ed esposti ad elevato rischio di disabilità. Si tratta di pazienti che necessitano di assistenza sanitaria continuativa, monitorizzazione del quadro clinico, come di terapie complesse effettuabili solo in ambiente ospedaliero, oppure come anche della definizione e programmazione di un successivo idoneo percorso assistenziale extraospedaliero. Particolare attenzione è prestata alle pratiche di continuità assistenziale, in continua collaborazione con le altre strutture del Dipartimento Geriatrico e di Riabilitazione e con i Distretti Socio-Sanitari aziendali. Afferiscono al reparto l'Unità Operativa Semplice di Day Hospital Geriatrico diretta dal dott. Enrico Vitale, il Centro per l'invecchiamento cerebrale ed Unità Valutativa Alzheimer (U.V.A.), l'ambulatorio geriatrico protetto ed ambulatorio VAI, l'ambulatorio ecografico, l'ambulatorio per la diagnosi e cura dell'osteoporosi, l'ambulatorio di densitometria ossea ad ultrasuoni. Contatti reparto: tel. 041/5896441 - lungodegenza.noale@aulss3.veneto.it. Fanno parte dell'equipe i dirigenti medici dott.ssa A. Ascione, dott.ssa T. Baracchi, dott. R. Centomo, dott. P. Corrò, dott.ssa P. Piccione, dott.ssa V. Polentarutti, dott.ssa R. Ragazzo, dott.ssa S. Sasso, dott. F. Vescovi, dott. E. Vitale, dott. G. P. Voltan.

Recensioni dei pazienti

10 recensioni

 
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5 Stelle e anche di più al dott. Gianpaolo Voltan

Un ringraziamento molto sentito e dal profondo del cuore al dottor Gianpaolo Voltan per la sua estrema professionalità, competenza, coscienza e umanità. Che dire? Il dottor Voltan è un esempio per tutti i medici. Oggi avevo una visita col dottore, che per più di un'ora ha guardato tutti i miei referti ed esami, ha analizzato il mio stato di salute e prossimi passi da fare. Ha tutta la mia gratitudine e ringraziamento.

Patologia trattata
Osteoporosi.
Voto medio 
 
5.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
5.0

Apprezzamento

Sono il figlio della Signora Parrino Ignazia, ricoverata con esiti di frattura al femore e problematiche cognitive. Desidero esprimere un ringraziamento a tutto il personale operante presente nel reparto. Voglio evidenziare la professionalità e l'attenzione umana nei confronti dei pazienti. C'è sempre un sorriso. Un grazie per la loro disponibilità nei confronti dei famigliari.
Come cittadino mi rivolgo ai dirigenti preposti ai servizi: fate sì che il reparto venga sempre più valorizzato e soprattutto i giovani che vi lavorano abbiano tante più possibilità, perchè sono bravi e svolgono un buon servizio.
Grazie di cuore.

Patologia trattata
Frattura Femore.
Voto medio 
 
4.8
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
5.0

Ringraziamenti

Siamo i figli di Bortolato Rosa.
Nostra mamma è stata ricoverata al reparto di lungodegenza per riabilitazione al femore rotto. Volevamo ringraziare tutto il personale medico e paramedico ed i fisioterapisti per la professionalità, gentilezza e umanità mostrate nei confronti di nostra madre, e non solo: abbiamo visto tali qualità verso tutti i pazienti, indipendentemente dall'età.
In particolare un grazie di cuore al fisioterapista Sergio De Ruvo, anche lui per la sua professionalità, gentilezza e umanità.
Un sentito grazie a tutti.

Patologia trattata
Esiti di frattura del femore.
Voto medio 
 
4.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
3.0

Persone MERAVIGLIOSE

Mia nonna si è spenta sabato 5 ottobre in questo ospedale; ha ricevuto (e come lei tante altre pazienti) amorevoli cure, attenzioni e SORRISI. Mi è possibile dirlo perchè ho constatato di persona (avendo io e i miei famigliari trascorso molte ore ad assisterla) che il personale presente nel reparto si fa in 4 per poter aiutare tutti. Purtroppo a causa della crisi e dei tagli, anche loro ne hanno risentito, però non abbiamo MAI visto o sentito qualcuno essere trattato male.
Noi possiamo solamente ringraziare di cuore queste splendide persone per aver accompagnato mia nonna nell'ultimo "viaggio" della sua vita e anche noi famigliari per averci sempre sostenuto con un sorriso, una gentilezza, una parola di conforto e con la SINCERITA'.
Il primario, Dott. Scevola, è stato un punto di riferimento sicuro per mio padre e mia zia (i figli); in lui sapevano di poter trovare una persona che, seppur altamente competente, avrebbe parlato loro da medico, ma col cuore di uomo.
Mi auguro che questo reparto non venga mai chiuso e continui a lavorare come sta facendo ora, e che queste parole appena scritte possano scaldare il cuore degli infermieri, assistenti e operatori. Se dovessi aver dimenticato qualcuno, chiedo umilmente scusa, la mia è ignoranza, ma sappiate che, se ne avessi la possibilità, vi ringrazierei uno ad uno.

Patologia trattata
Edema cerebrale causato da una caduta e varie complicazioni gravi.
Voto medio 
 
3.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
1.0
Servizi 
 
1.0

Riflessione

Riflettiamo tutti insieme per renderci conto che il numero del personale all'interno della Lungodegenza di Noale è decisamente insufficiente per la tipologia di pazienti terminali, anziani con pluripatologie invalidanti, spesso allettati e non autonomi. Ricordiamoci inoltre che è un reparto nel deserto: non c'è un team di rianimazione, non c'è una rianimazione, non c'è un laboratorio analisi vicino, non c'è un servizio di radiologia 24 ore su 24. Ricordiamoci che i posti letto sono più di cinquanta e purtroppo sono quelle che avete visto le risorse limitate di cui disponiamo. Quindi prima di giudicare e ferire chi lì da davvero tutto se stesso nel proprio lavoro, imparate a far riferimento per le vostre lamentele con chi le decisioni le prende, non con chi le "subisce" dal basso insieme a voi!

Patologia trattata
Pluripatologie.
Voto medio 
 
2.8
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
3.0

Da cambiare alcuni elementi del personale

Mio marito è stato paziente in questo reparto da Maggio a giugno 2011, mese in cui morì. Furono settimane intense e molto dolorose per la nostra famiglia.
Dolore reso ancora più intenso dal comportamento non professionale e insensibile di alcuni operatori addetti all'assistenza. Uno in particolare.

1. A mio marito malato terminale, incapace di muoversi e parlare, erano stati somministrati degli antidolorifici che causarono degli effetti collaterali simili alla psicosi ma, tranne qualche infermiera e medico, nessuno ebbe la sensibilità di capire la situazione, anzi, alcuni avevano comportamenti impazienti.

2. Mio marito era terrorizzato a volte e non si lamentava per paura di eventuali reazioni in nostra assenza.

3. Un giorno io personalmente suonai il campanello perchè mio marito era in crisi respiratoria, era talmente vicino alla fine che la pelle si staccava, e assistetti personalmente al comportamento scostante ed aggressivo di un infermiere che, nonostante la mia presenza, ebbe un comportamento alquanto discutibile. Figuriamoci in mia assenza.
Mio marito nell'occasione infatti mi fece capire che non dovevamo lamentarci, perchè se la sarebbe presa con lui quando non eravamo presenti.

4. Una notte mio marito l'avrebbe trascorsa da solo in stanza e mi implorò di rimanere perchè aveva paura. Non chiusi occhio, passeggiai per i corridoi e mai incontrai un infermiere. Mio marito fortunatamente dormì tutta la notte, ma il reparto era in balia di sè stesso.
Non molti al reparto di lungodegenza di Noale fanno questo lavoro per vocazione, i pazienti disturbano.

La nostra esperienza in questo reparto è stata un incubo.
Un barlume di speranza è rappresentato da infermiere e operatrici donne, sempre disponibili ad aiutare e gentili con le loro parole di conforto, specialmente ANNA.
Stessa cosa possiamo dire del primario dott. Scevola, sempre disponibile, sensibile ed umano, forse troppo buono!

E' nostra speranza che altri pazienti non debbano subire quello che ha subìto mio marito. Che ci siano quindi dei cambiamenti al più presto, in modo da non dover ricorrere a misure legali.

Patologia trattata
MALATO TERMINALE.
Voto medio 
 
3.5
Competenza 
 
4.0
Assistenza 
 
4.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
3.0

Grazie

Ho avuto modo di accompagnare mio zio nell'ultimo tratto della sua vita, ricoverato presso il reparto di lungodegenza di Noale.
Voglio esprimere grande gratitudine nei confronti di tutti gli operatori che si sono prodigati a favore dello zio.
L'umanità e la professionalità che ho potuto toccare con mano, sicuramente hanno aiutato anche noi familiari perché ci sentivamo supportati.
La competenza e la vicinanza di tutto il personale ci ha sicuramente scaldato il cuore.
Un grazie sentito ai dottori, infermieri, operatori socio sanitari che quotidianamente in silenzio con grande professionalità mettono in campo le loro competenze a favore di persone a volte gravemente compromesse nella loro salute.
Un reparto con molti posti letto, dove ognuno ha bisogno di esigenze particolari, ma ugualmente rispettoso della dignità della persona; aspetto, quest'ultimo, a cui mio zio era particolarmente attento.

Patologia trattata
Malato oncologico terminale.
Voto medio 
 
1.8
Competenza 
 
2.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
1.0

Tutto meno che affidabile

Mio padre quando è stato ricoverato per un ictus all'opedale di Mirano, era in salute per essere un 72enne. I danni legati all'ictus e le relative terapie riabilitative non sono mai cominciate, a causa di una serie notevole di complicazioni che hanno costretto mio padre ad un ricovero di oltre 4 mesi, di cui 2 mesi in terapia intensiva.
Ad inizio settembre, poichè le condizioni di mio padre lo permettevano, è stato trasferito al reparto di lungodegenza presso Noale. A fine settembre sembrava addirittura fosse possibile spostarlo in una struttura adibita al recupero e alla riabilitazione. Invece 1 mese dopo è deceduto per una setticemia, risultata fatale presumibilmente a causa dell'incapacità di reagire tempestivamente alle necessità terapeutiche che mio padre palesava giorno per giorno. Il risultato è stato un costante decadimento delle difese immunitarie e un logoramento costante di reni, cuore e polmoni. L'impressione generale che abbiamo avuto è che spesso si provasse a curare mio padre a tentativi, senza sufficienti riscontri oggettivi sulla cura e sul suo esito.
Assistenza degli infermieri: in genere pessima. Alcuni anche si prodigavano, ma i più erano vergognosamente assenti.
Per ore e ore non passavano nella stanza di mio padre e, quando chiamati, reagivano spesso in malo modo, come se venisse loro richiesto qualcosa di diverso dalle attività per le quali sono stipendiati.
Un esempio su tutti: mio padre avendo contratto (in ospedale, ovviamente) una polmonite e successivamente un batterio che provocava una forte quantità di muco, doveva essere aspirato costantemente. Molto spesso al pomeriggio, quando ci era permesso fargli visita, lo trovavamo sporco di muco fino al petto e in evidente stato di difficoltà respiratoria. Questa ed altre carenze sono state segnalate più volte al primario, alla caposala e ad alcuni dei dirigenti medici presenti, con risultati sconfortanti. Nei 45 giorni che è stato a Noale, mi sono reso conto che, non fosse per l'intraprendenza di mia madre e di noi familiari, la pulizia di mio padre sarebbe stata relegata ai soli genitali durante i cambi. Che dire, speravo fosse possibile trascorrere qualche altro anno con il mio papà ed ero fiducioso che la nostra sanità mi sarebbe stato d'aiuto in tal senso; mi devo invece fortemente ricredere. La lungodegenza a Noale è sentita evidentemente come un parcheggio di esseri indifesi, dove i pazienti sono solo dei numeri che, non essendo in grado di dire la loro (mio padre era stato tracheotomizzato), vengono abbandonati senza ritegno. Purtroppo anche noi familiari, non avendo competenze in ambito medico, siamo alla mercè di tutto ciò.

Patologia trattata
Ictus + una serie di complicazioni nate in ospedale.
Voto medio 
 
1.8
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
2.0

il "dono" dell'umanità

mia madre è morta in questo ospedale.
ci sarebbe bisogno di una maggiore attenzione riguardo al personale che opera all'interno. Non tutti adottano il criterio del rispetto "umano" e, a dispetto dei pochi che lo fanno, riflettono una triste immagine di questo reparto.
Quali sono sono i diritti dei malati, soprattutto degli anziani che hanno anche patologie irreversibili, che non sono in grado di esprimere i loro disagi, che sono considerati "vegetali" ma in realtà non lo sono? Quanta voce hanno i parenti che per loro possono parlare ma non gli è concesso perchè non sono medici?

Patologia trattata
complessità patologiche.
Voto medio 
 
1.3
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
1.0

portare pazienza

Da qualche giorno un mio familiare è stato trasferito dal reparto di Neurologia di Mirano (a seguito di ictus emorragico) a quello di Lungodegenza riabilitativa di Noale. Ho notato subito una notevole diversità tra i reparti, sopratutto dal punto di vista della risposta al paziente quando viene richiesta tramite il segnale posto sul comando sopra il letto. A Mirano intervengono con molta sollecitudine; a Noale con tempi biblici.
Il mio familiare può muoversi se accompagnato per andare al bagno e se "chiama" non gli puoi rispondere "arrivamo subito" e poi non ti fai più vedere per un bel po', col risultato che ieri l'abbiamo trovata estremamente agitata (tremava come una foglia) e nel pianto per un bisogno sottovalutato.
Per non parlare del letto che non si può abbassare e per un paziente che può muoversi la cosa diventa estremamente disagevole (N.B. a fianco c'è un letto vuoto, basso.

Patologia trattata
ricovero a seguito di ictus emorragico