Dettagli Recensione

 
Ospedali e case di cura a Arezzo
Voto medio 
 
2.8
Competenza 
 
2.0
Assistenza 
 
2.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
3.0

Scortesia

Stasera sono andata con i miei genitori a fare una visita da un cardiologo all'interno del Centro Chirurgico Toscano. Mio padre 87enne aveva messo un apparecchio per valutare l'aritmia del cuore (non sono competenza su questa materia) e siamo andati per toglierlo. Appena entrati nello studio, mio padre è stato assalito brutalmente a parole dal dottore perché aveva sbagliato a metterlo, perchè non l'aveva messo sopra la camicia, ma sopra la maglietta! Le testuali parole: ma cosa ha fatto??? Gli avevo detto di metterlo sopra la camicia??? Ma non ha capito niente??? È una questione di igiene!!! Lei metterebbe un apparecchio che un altro ha indossato così??? Ma cosa ha fatto!! Mio padre ammutolito (87 anni) non ha detto una parola e questo medico ancora infieriva.. A questo punto sono intervenuta dicendogli che forse si doveva calmare, che forse era meglio... Stava infierendo su di una persona molto anziana che forse non capiva neppure che cosa fosse successo.
A quel punto gli ha tolto in malo modo la macchinetta, gli ha guardato in modo frettoloso le medicine che sta prendendo e ci ha congedati. Questa è la mia prima esperienza al Centro Chirurgico Toscano.
La macchinetta per un giorno è costata 90 euro, non siamo andati gratis ma, a parte questo, secondo me lasciare che un medico si permetta queste cose.. è veramente intollerabile.
Silvia

Patologia trattata
Aritmia cardiaca.

Commenti

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Inviato da Roberto Cecchi
10 Ottobre, 2017
Come si evince dallo stesso scritto della sig.ra Silvia, figlia di A.S. non sono state seguite le pur minime regole necessarie per la corretta esecuzione dell'esame cardiologico richiesto.
Eppure sia il cardiologo che l'infermiera, tutti e due, in tempi successivi, erano stati molto attenti a specificare l'importanza della corretta tenuta dello strumento a domicilio. Le conseguenze dello scorretto posizionamento potevano essere di vario genere:
a): incremento degli artefatti da movimento e trazione sugli elettrodi, con riduzione talora anche grave della possibilità interpretativa dell'esame
b): rottura dei cavi o guasto dello strumento (del costo di alcune migliaia di euro)
c): conseguenze infettive sul pz., per teoriche eventuali contaminazioni da precedenti utilizzatori
d): conseguenze infettive su successivi utilizzatori da eventuali teoriche contaminazioni da parte del Sig. A.S.
Molte delle problematiche sovra esposte come probabili, si sono in effetti verificate nell'esame in oggetto: un elettrodo si è staccato, dopo solo 3 ore su 24 ore di registrazione, riducendo le informazioni disponibili per il pz; il tracciato ecg registrato dagli altri elettrodi è stato inficiato da numerosissimi e grossolani artefatti, che hanno ulteriormente ridotto le possibilità interpretative dell'esame.
E' un peccato perché il malato aveva effettivamente un quadro di patologia che necessitava assolutamente di tale responso e di conseguenti cure. Tutto ciò inficiato solo da una pessima gestione dello strumento.

E' del tutto evidente che la sig.ra Silvia ha una discreta abilità con il computer, non altrettanto nell'assistere il genitore, che Lei nel suo stesso dire, ha lasciato immaginare non essere, in ragione dell'età avanzata, del tutto in grado di intendere e volere.

A fronte della spesa per l'esame di 90 euro sostenute dal paziente, si è dovuto inviare in ditta lo strumento per una revisione, e contemporaneamente far igienizzare la custodia; con una spesa di varie centinaia di euro ed una interruzione del servizio professionale per un paio di settimane.

Se in questa vicenda ci fosse qualcosa di 'intollerabile', come affermato, non è stato certo il comportamento del professionista.
In risposta ad un earlier comment

Inviato da Carlo
05 Novembre, 2020
Purtroppo, l'Italia è piena di gente che non fa altro che polemizzare senza avere alcuna cognizione di causa. Il caso in questione è ahinoi abbastanza frequente da parte di parenti di pazienti cafoni (quasi sempre privi di adeguati titoli di studio) che ritengono di dover dire ai medici cosa debbono o non debbono fare.
Sarebbe stato opportuno addebitare alla famiglia della sig.ra Silvia i costi affrontati dalla struttura per rimettere in funzione e sanificare l'apparecchio... a futura memoria !
Dott. psicol. Carlo Petrucci.
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