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Intervento dito a scatto
Iniziano facendoti arrivare prestissimo al mattino per eseguire una serie di esami propedeutici all’intervento e alle 8.15 hai già finito; peccato che la dottoressa che fa l’accettazione arrivi alle 9.30.
Successivamente ti telefonano per preannunciarti l’intervento, che sarà indicativamente intorno alle 16.30, quindi dovrai esserci per le 16.00.
Ma dopo 2 giorni ti richiamano per dire che, no, devi arrivare alle 13.30 per essere nell’attesa dell’ambulatorio chirurgico alle 14.00.
Peccato che ti facciano aspettare 3 ore, fino alle 17.00, per un intervento di 10 minuti, al termine del quale ti danno un foglio di prescrizioni senza neppure perdere 2 minuti per spiegarti bene quali precauzioni prendere e quali esercizi eseguire.
Successivamente vai alla visita di controllo, dove fai presente le problematiche che hai, e ti viene risposto che è tutto nella normalità.
Forse sarà normale che dopo alcuni mesi non riesca a chiudere completamente il dito, che abbia una zona dura in corrispondenza dell’incisione e che in molte situazioni il dito mi faccia male.
Al di là del pessimo risultato funzionale, quello che mi ha sconcertato è stata la scarsa attenzione alla persona che viene vista ancora come paziente e non come cliente.
Inutile dire che non sarò più un paziente.
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