Ginecologia oncologica Ospedale Del Ponte di Varese

Ginecologia oncologica Ospedale Del Ponte di Varese

 
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Il reparto di Ginecologia Oncologica dell'Ospedale Filippo Del Ponte di Varese, situato in Via Del Ponte 19, ha come Dirigente Responsabile il Dott. Fabio Ghezzi. Il reparto è una Struttura Semplice Dipartimentale creata nel luglio 2010 al fine di realizzare un'unità specialistica in cui convogliare le migliori competenze medico-scientifiche per la cura della paziente oncologica. L'Unità si articola principalmente su tre fronti: prevenzione-diagnosi, trattamento chirurgico e terapia medica-monitoraggio nel tempo. Gli obiettivi della SSD Ginecologia oncologica sono: garantire i più elevati livelli di assistenza medica e chirurgica alla paziente affetta da tumore dell'apparato genitale femminile; assistere la donna nelle diverse fasi della vita, sia attraverso screening di primo e secondo livello sia tramite strategie preventive ed educazionali; supportare la paziente affetta da tumore ginecologico durante tutto l'iter della sua malattia, dalla diagnosi al trattamento medico e chirurgico e al successivo monitoraggio negli anni.

Recensioni dei pazienti

2 recensioni

Voto medio 
 
3.5
Competenza 
 
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TRATTAMENTO TUMORE OVARICO

Buonasera , sono stata in cura presso questo ospedale da Ottobre 2010 ad Agosto 2013. Ho asportato una cisti di endometriosi benigna sull'ovaio di sinistra con focolai maligni nel 2010, con successiva asportazione dell'ovaio di sinistra. Tolto l'ovaio, la biopsia seguita all'operazione è risultata negativa, quindi sono seguiti vari controlli da Gennaio 2011 fino a Novembre 2012, effettuati tramite esami del sangue (markers tumorali). I markers sono sempre stati nella norma fino a quando, a Novembre 2012, ha ri-iniziato a salire il marcatore che si era mosso (ossia il ca.19.9) , quando precedentemente avevano deciso di asportare la cisti di endometriosi.
Prima di tutto ci tengo a precisare che il tumore trovato nel 2010 non era un borderline, ma in tutto e per tutto un tumore in situ, quindi a mio parere, e stando anche a quello che a hanno detto altri, i controlli dovevano essere più serrati e non portati da 4 volte all'anno a 3 volte all'anno come ha fatto la Dott.ssa Oncologa Donadello, che mi ha seguita in questo percorso.
Inoltre quando a Novembre 2012 ho iniziato ad avere i primi disturbi e il rialzo del marcatore, invece di farmi fare una pet total body, cosa che mi avrebbe fatto fare qualsiasi oncologo, mi ha fatto fare una semplice tac con contrasto che non evidenziava niente e che, come a detta di altri medici con cui ho parlato successivamente, difficilmente evidenzia una neoplasia ovarica, se non veramente in stadio avanzato. Alla fine da Novembre, sotto mia insistenza, perché andando a fare gli esami per conto mio continuavo a segnalare al reparto del Ponte che il marcatore era in rialzo, sono giunti alla decisione di farmi una laparoscopia diagnostica ad Aprile 2013.
A Dicembre 2012 sono andata personalmente dal Dott. Ghezzi, che mi aveva operato nel 2010, privatamente per fare una visita, comunicandogli il rialzo del marcatore e il mio stato di malessere e la sua risposta, nonostante avessi avuto un tumore due anni prima e avessi l'età di 41 anni e una figlia di 5 anni, è stata: " si metta in lista ci sono due mesi di attesa". Se c'erano due mesi di attesa, poteva benissimo propormi una risonanza magnetica pelvica o una tac pet nel frattempo, esami che al 99% dei casi se c'è neoplasia lo evidenziano (io nella mia ignoranza non sapevo neanche che esistessero questi esami).
Il problema che al Ponte non esiste questo esame, a me tutti quelli con cui ho parlato personalmente mi hanno sempre detto che avrebbero fatto la tac, ma mai la tac pet e non è usanza di questo ospedale, a differenza di tutti gli altri, fare questo tipo di esame prima o dopo un'operazione e o anche prima e dopo i trattamenti di chemioterapia per una valutazione obiettiva di come sta andando il trattamento.
Comunque dalla laparoscopia diagnostica, grazie al loro tempismo, hanno riscontrato un carcinoma già allo stadio 2 c (ossia con liquido peritoneale positivo) ed è seguita alla prima laparoscopia, una seconda per asportazione dell'altra ovaia, utero, vari linfonodi e parte di intestino (intervento di radicalizzazione). Successivamente ho iniziato a Giugno 2013 un ciclo da 6 di chemioterapia con platino e taxolo.
Anche in questo contesto, mentre in altre realtà, ti danno circolari dove vengono spiegati nel dettaglio sia gli effetti collaterali della chemioterapia, sia come affrontarli (addirittura in alcuni centri ci sono attivi dei numeri verdi 24 ore su 24 per chi ha bisogno), l'assistenza è stata completamente nulla.
Quando ad Agosto 2013 hanno interrotto la chemioterapia per rialzo di marcatore la Dott.ssa Donadello, in accordo con il Dott. Ghezzi, invece di prescrivermi una tac pet urgente, mi ha proposto una biopsia pelvica e per organizzarla, con loro metodi arcaici, abbiamo perso altre tre settimane (dovevano trovare l'ago per farla). Eravamo in contatto con un medico di Ferrara che non riusciva a credere alle sue orecchie quando noi gli raccontavamo queste cose.
Solo quando i due medici si sono resi conto che i centri migliori di Milano ci avevano consigliato di muoverci diversamente e di fare una tac pet, allora ce l'hanno consigliata anche loro.
Inoltre non so quanti oncologi, chirurghi e medici che abbiamo consultato, di fama internazionale sia Italiani che Esteri, hanno criticato in maniera aspra l'operazione di radicalizzazione totale (asportazione delle ovaie, dell'utero e parte di intestino completamente in laparoscopia).
Questo tipo di neoplasia viene sempre operato in laparotomia, noi l'abbiamo scoperto solo dopo.
Insomma, il mio consiglio personale è Ospedale Del Ponte e soprattutto Dott. Ghezzi se volete avere figli, ma per quanto riguarda soprattutto l'oncologia, rivolgetevi altrove.
Non è possibile che un tumore che viene monitorato con i markers, per noncuranza degli oncologi venga diagnosticato quando è già un livello 2 c, soprattutto dopo che io più di una volta avevo fatto ben presente alla Oncologa Donadello che noi non avevamo problemi di soldi e che se c'era da fare qualche esame urgente, anche a pagamento, non avremmo avuto problemi.
Sicuramente la mia neoplasia è difficile da trattare ed è già di suo chemio-resistente, quindi un caso già difficile di per sé, ma proprio per questo se fosse stata diagnosticata con maggior tempismo, le cose sarebbero potute andare un po' diversamente (magari).
Tanta gente che fa questo lavoro si deve mettere una mano sulla coscienza, io ho una bambina di 5 anni.

Patologia trattata
TUMORE OVARICO.
Voto medio 
 
5.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
5.0

Intervento di endometriosi pelvica e intestinale

Sono stata da poco sottoposta ad un intervento complesso per il trattamento di un'endometriosi che coinvolgeva tutti gli organi della pelvi, con la necessità di asportare anche un tratto di intestino. L'intervento è stato eseguito completamente in laparoscopia dal Prof. Fabio Ghezzi, primario del reparto, medico non solo estremamente competente e professionale, ma anche molto comprensivo e sempre presente. Guardando il suo curriculum su internet ho visto che è molto aggiornato e conosciuto anche all'estero. Le infermiere e i medici del reparto sono stati molto, molto bravi sia professionalmente che umanamente, con una attenzione al malato a mio avviso non molto comune. Prima di rivolgermi al Prof. Ghezzi mi ero sottoposta ad altre visite che sono state superficiali e frettolose. Complimenti a tutti!

Patologia trattata
Endometriosi pelvica e intestinale.