Dettagli Recensione

Purtroppo mio suocero, di 86 anni, si è fratturato una gamba ad Anzio e l'ambulanza lo ha portato all'ospedale di Anzio. Lì è stato fermo due giorni in pronto soccorso, dove è stato lasciato senza mangiare se non con una minuscola lezioncina di marmellata a pranzo e a cena. Alle nostre rimostranze, una infermiera ci diceva che si può anche stare due mesi senza mangiare (!!!!). Viene finalmente trasferito in Ortopedia e sottoposto ad intervento chirurgico con applicazione di placca e viti alla tibia e, dal reparto, viene dimesso, in dimissioni protette, 5 giorni dopo l'intervento con appuntamento di visita di controllo dopo una settimana.
Non tralasciamo che il giorno dopo l'intervento, è rimasto a digiuno poiché il personale del reparto si dimenticava di togliere il cartello "digiuno" e sono dovuto andare io a prendere qualcosa da mangiare...
Ci rechiamo alla visita, dopo una settimana, denunciando una continua e persistente febbretta e veniamo rassicurati che non c'è nulla che non vada, Tachipirina alla bisogna, lastra dopo 20 giorni per valutazione del carico parziale o totale. Torniamo a Roma e questa febbricola è sempre presente; chiamiamo il medico di base, il quale visita mio suocero e trova la ferita non in buone condizioni e decide di interpellare il reparto di Ortopedia per comunicare la problematica e la risposta è "portatelo al p.s."....
Lo portiamo al p.s. a Roma e viene diagnosticata una necrosi nella zona operata con fuoriuscita della placca installata!!!
Fatto sta che mio suocero dovrà affrontare 2 ulteriori interventi chirurgici, uno per la rimozione dei tessuti in necrosi, ed un altro per la eventuale rimozione della placca.