Dettagli Recensione

 
Ospedale Anzio - Nettuno
Voto medio 
 
1.0
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
1.0
Servizi 
 
1.0

Esperienza negativa

Quest'estate ho fatto l'amara scoperta del pronto soccorso di Anzio- Nettuno per ben due volte. Prima con mio padre, che è stato accudito in malo modo, ma per fortuna poi è stato trasferito in cardiologia. Poi è stato il turno di mia sorella, malata di tumore e sotto chemioterapia, con sintomi di diarrea e vomito frequenti che la stavano sfinendo. Infermieri maleducati e dottori assenti, sembrava un inferno. Mia madre con mia sorella che le sviene tra le braccia e solo alle sue grida qualcuno, tra infermieri e dottori, va a controllare e sminuisce la situazione, dicendo di stare solo calmi che non sta morendo. Per la diarrea non c'è cura le è stato detto! "Qualche bottiglietta di fisiologica e di potassio e via... Sua figlia è esagerata e ignorante, che colpa ne abbiamo noi se ha un tumore".. Queste sono le parole aberranti che un infermiere con tono seccato ha proferito a mia madre, solo perché mia sorella si era lamentata per la scarsa assistenza. Per fortuna abbiamo poi contattato una ambulanza privata e siamo andati al pronto soccorso del policlinico Umberto I di Roma, dove è stata assistita, curata e RASSICURATA CHE SI SAREBBERO PRESI CURA DI LEI.

Patologia trattata
Effetti collaterali da chemioterapia.

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Inviato da Ennio Sciotti
14 Luglio, 2017
Da cardiopatico, registrata una aritmia a 132 con codice giallo alle 13.24 del 10/07; vengo preso in cura al P.Socc. di Anzio. Posto su una lettiga da infermieri, mi viene misurata la pressione e fatto un E.C.G. In seguito flebo e prima dell'inizio notte altra flebo e con ventose vengo collegato ad una apparecchiatura per monitorare il mio comportamento cardiaco. Ero steso supino sulla lettiga in pantaloncini ed a petto nudo per i su detti collegamenti; per l'aria condizionata avevo freddo, aggravando così anche la mia esigenza di minzione. La reiterata assenza di personale, non avendo altro mezzo, mi trovai costretto a gridare per richiamare l'attenzione di qualcuno.. Un infermiere alquanto spazientito accolse la mia richiesta di "pappagallo" alzando gli occhi in alto che mi trasmetteva l'evidente disturbo che gli arrecavo. Con il pappagallo mi portava anche una coperta per il freddo che gli avevo manifestato. Prima dell'operazione pappagallo, con notevole difficoltà dati tutti gli allacciamenti malamente, stesi su di me la coperta e poi la minzione. Con il pappagallo quasi colmo aspettai più minuti perchè la stessa persona tornasse per il ritito..nulla; costretto a gridare di nuovo, lui si affaccia, mostro il pappagallo pieno e lasciandomi sconcertato senza dire una parola se ne va. Dopo due tre minuti arriva una infermiera e dotata di guanti ritira il pappagallo. In me sorse il dubbio che quel personale di notte avesse adottata la regola del silenzio. Da allora per posizione e scomodità di lettiga, oltre la condizione di tubi e ago flebo, fino al giorno sono rimasto sempre sveglio; per tutta la notte non ho visto più infermieri. Credo che più per dovere umano assistenziale ma per quello professionale, il monitoraggio delle condizioni di un paziente a rischio infarto avrebbe imposto costanti sopralluoghi. Niente... neanche quando per la gola secca (aria cond.) non potendo prendere la bottiglia di minerale sotto la lettiga, volevo qualcuno che mi aiutasse e chiamando a voce stridula infermieriii, personale sanitariooo, c'è qualcunooo; ho provato anche a fischiare ma per labbra e gola secche non ci sono riuscito. All'arrivo di mia moglie, le ho chiesto di contattare mia figlia medico perche intervenendo telefonicamente venissi tolto da una realtà tale; e così è stato. Ci sono comportamenti illeciti gravi come timbrare il cartellino senza recarsi al lavoro; quello però di far mancare l'assistenza dove primarie devono essere assistenza e cura, è una mancanza a mio personale parere ancora più grave.
Ennio Sciotti
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