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Mi sono presentata al pronto soccorso con mia figlia per forti dolori addominali a seguito di 2 giorni di febbre che oscillava dai 38 a 39 ma che rispondeva bene alla Tachipirina. Premetto che mia figlia ha incominciato la febbre il giovedì mattina e fino al venerdì sera è stata appunto gestibile e senza apparenti complicazioni, quindi ho ritenuto, vista anche l'età della bambina (10 anni) non necessario contattare la pediatra. Dal pomeriggio di venerdì però sono iniziati i forti dolori addominali e una forte dissenteria. Dopo una notte in bianco per i dolori, decidiamo di andare in pronto soccorso alle 6.00 di sabato mattina. Fin da subito in Pediatria l'accoglienza è stata pessima. L'infermiera con tono scocciato mi ha domandato perché non mi fossi rivolta il venerdì alla pediatra e poi ha concluso con "ecco fate tutti così, non chiamate la pediatra e poi venite tutti qui". Prende i dati e ci fa aspettare in sala mezz'ora, premetto che il reparto era vuoto. Alle 6.30 arriva la dottoressa di turno, evidentemente assonnata e scocciata e, senza neanche salutarci, ci chiede il motivo dell'accesso al pronto soccorso. Spiegati i sintomi, senza neanche visitare la bambina mi dice che era sicuramente un virus intestinale. Durante la visita, rivolgendosi direttamente alla bambina, le dice che non ha una faccia da chi ha forti dolori addominali, mettendo in dubbio i suoi sintomi!
Congedati con diagnosi di gastroenterite virale. Eseguito nessun esame, prescrizione tanta acqua e Tachipirina al bisogno. Tutto ciò con un atteggiamento alquanto scocciato.

Dopo contatto con la mia pediatra avvenuto il lunedì, immediato esame delle feci.
Risultato ricevuto dopo una settimana dal laboratorio analisi, che tra l'altro si è dimenticato di avvertire la pediatra della positività al Campylobacter! Per fortuna nel frattempo la dissenteria era passata e quindi la pediatra ha valutato superfluo prescrivere l'antibiotico!.