Dettagli Recensione

 
Ospedale Forlanini di Roma
Voto medio 
 
4.8
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
5.0

L'isola che non c'è

Mi reputo una persona fortunata, oggi più che mai, visto che di recente mi è capitato di usufruire del Servizio Sanitario Nazionale.

Devo ammettere che solo all'idea di mettere piede in ospedale, oltre che per partorire i miei splendidi figli, ero stata presa da una certa apprensione. Eppure appena approdata nel reparto di Chirurgia toracica del Forlanini, storica Azienda ospedaliera di Roma, persino ad una profana di ospedali come me è parso subito evidente di essere arrivata nell'isola che non c'è.

Dalla preospedalizzazione alla degenza e al supporto a distanza, lì tutto il personale non si risparmia, prodigandosi in professionalità e organizzazione di prim'ordine. Persino gli addetti alle pulizie lavorano canticchiando un repertorio che va dall'Equipe 84 ad Alan Sorrenti.

Certo va detto che la struttura non è all'altezza di chi vi opera; ma il logorio degli anni sembra aver intaccato più i muri, i soffitti e gli arredi sanitari, che le persone. A questo proposito bisogna ammettere che, come in tutti i contesti, ci sono persone più o meno affiatate, a seconda del carattere e dell'empatia; eppure tutto questo passa in secondo piano, poichè si ha a che fare con la salute dei pazienti.

Noi pazienti, i bimbi sperduti, per osmosi leghiamo e ci incoraggiamo l'un l'altro, tollerando con disinvoltura usi e costumi lontani dai nostri; facendo gruppo nello scambiarci consigli su come è meglio affrontare un ostacolo, purga o doccia che sia; scambiandoci sorrisi e complicità inconcepibili all'esterno del reparto; Camminando in fila indiana dietro agli addetti al trasporto per raggiungere reparti dove svolgere ulteriori accertamenti; facendo a gara per stupirci a vicenda con i risultati. Noi bimbi sperduti sull'isola che non c'è abbiamo visto dottori spiegarci con pazienza i nostri casi e le possibili soluzioni; abbiamo visto dottori più esperti consultarsi con altri colleghi senza arroganza, nè supponenza, ma con in mente solo il nostro bene; abbiamo visto infermieri provetti dedicare tempo prezioso ai tirocinanti per insegnar loro parte dell'esperieza acquisita, ognuno con il suo stile ovviamente; abbiamo visto assistenti ai pasti che passavano con i loro i-pad in punta di piedi, attendendo il momento opportuno per farci scegliere il menù del giorno dopo, senza mai andare di fretta. Ecco nessuno nell'isola che non c'è va di corsa: il tempo è come sospeso ed ognuno ci dedica la giusta attenzione, senza bisogno di applicare regole ferree e ottuse, ma con modo e rigore. Nessuno alza la voce, almeno in nostra presenza, nemmeno quando chiamiamo nel cuore della notte, anche solo per essere confortati, o rassicurati.

Dulcis in fundo l'autore di questa favola, il Prof. Martelli, resta una presenza evanescente, un vero leader per tutti, che c'è, ma non si vede: con il suo esempio e la sua dedizione ispira ciascuno a fare ogni giorno la sua parte al meglio.

Insegnando per mestiere da quasi 15 anni, mi è sembrato doveroso, più che dare un voto all'efficienza indiscussa di questo reparto, ricambiare tanta dedizione con un piccolo tributo. L'intero reparto sarà per me fonte d'ispirazione nel cercare di creare anche tra i miei alunni la medesima sinergia vitale, quel prezioso spirito che tiene insieme un gruppo tanto ben riuscito. Per quello che potrebbe sembrare uno strano scherzo del destino, infatti, proprio il giorno del mio intervento se ne è andato il padre di un mio ex-alunno, rincontrato in corridoio il giorno prima. La compostezza e la misura con cui i familiari hanno appreso la notizia, non riuscivano a mascherare il gelo per l'inattesa dipartita. Eppure nel giro di un paio di giorni la complessa macchina organizzativa dell'isola che non c'è è arrivata anche in loro soccorso: con l'adeguato supporto specialistico, quegli stessi occhi regalavano sguardi sereni e distesi, oltremodo grati alla struttura. Per questo nel reparto di chirurgia toracica del Forlanini non mi sono mai sentita davvero in pericolo: mi è bastato lasciarmi portare per mano dal mio preferito, il Dott. Lopergolo, che con la sua professionalità garbata mi ha guidato con giudizio in quest'avventura.

Non mi resta che ringraziare tutti, augurandomi quel che auspico per i miei alunni e cioè di riuscire ad usare quanto imparato per affrontare al meglio le difficoltà della vita. Mi auguro che possa valere anche per i membri di questo reparto, in modo che possano continuare ad operare anche quando il loro Prof. non ci sarà più, con la medesima dedizione e passione, magari senza dover quotidianamente combattere con i tagli alle spese, che oltre a rendere garze e saponi beni preziosi, spengono ogni giorno entusiasmi più unici, che rari. Il sorriso sul volto dei tirocinanti infatti, come la polverina magica di Trilly, rimane per noi bimbi sperduti una cura insostituibile!

Cinzia Azzaretto

Patologia trattata
Resezione atipica lobo polmonare.

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