Dettagli Recensione

 
Ospedale di Galatina
Voto medio 
 
3.3
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
2.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
3.0

Travaglio di notte da dimenticare

Ho partorito alle 6.40 del 5 luglio 2016 la mia bellissima bambina di 3.490 kg. Ho vissuto una bellissima gravidanza fisiologica, seguita a Siena in un consultorio familiare e, dopo diverse riflessioni ed esitazioni su dove portare a termine la gravidanza, ho scelto di raggiungere mio marito e futuro papà in provincia di Lecce e di partorire nell'ospedale di Galatina, dove l'ambiente luminoso, pulito e sereno e l'accoglienza del personale, ostetriche e medici, mi hanno rasserenata sulla scelta presa. Ho eseguito tutti i tracciati di controllo e le ultime settimane di gravidanza in questo ospedale, la mia bambina infatti non si decideva a nascere e se avesse aspettato un altro giorno avrebbero dovuto procedere con l'induzione. Essendo la mia prima gravidanza, ho avuto un travaglio lungo e faticoso, alla fine è andato tutto bene grazie a Dio, ma sicuramente non mi sento di fare ringraziamenti. Ogni parto ha la sua storia e credo che la sofferenza non si possa evitare e faccia parte del racconto di ogni madre, però mi aspettavo di concludere diversamente una gravidanza che fino a lì era stata perfetta. Forse avendo il confronto con realtà diverse, Siena e Brescia (mia città natale), trovo inaccettabile che io sia stata lasciata da sola in camera ad affrontare i dolori di un travaglio che dopo 8 ore mi ha portato allo sfinimento. Io avevo dolori già dalla notte precedente, che quindi ho passato in sonno veglia, ero dilatata di 2 cm. da 5 giorni, la mattina avevo avuto perdite ematiche, tutto lasciava presagire che ci eravamo quasi, nonostante ciò vista la vicinanza dell'ospedale mi hanno rimandato a casa dopo il solito tracciato. Dopo aver avuto regolari contrazioni tutto il giorno accompagnate da dolori simil-mestruali sopportabili, verso le 8.00 di sera mi presento in ospedale dicendo che preferivo rimanere lì, su consiglio di mia madre; da lì a poco inizia il vero travaglio con contrazioni da togliere il fiato e piegarsi in due... Ogni due ore mi facevano entrare in sala travaglio per controllare la dilatazione, che procedeva molto lentamente. Alle 4 di mattina dopo aver passato i dolori dell'inferno chiusa nel bagno della mia camera per non disturbare l'altra neo-mamma che aveva il diritto di dormire e non sentire le mie imprecazioni, torno in sala travaglio (ogni volta facevo tutto il corridoio del reparto che sembrava una via crucis, viste le numerose soste che dovevo fare prima di raggiungere la sala dove l'ostetrica di turno faceva il suo riposino), all'ennesimo controllo mi dice che ero quasi a 7 e che dovevo ritornare dopo due ore. Io stremata da tutte quelle ore di travaglio, erano già 8 ore piene che sopportavo quei dolori inimmaginabili, con la stanchezza accumulata durante il giorno e la notte prima, rassegnata getto le armi e mi butto nel letto della prima camera del corridoio e cado in una specie di coma... Passate le due ore, mio marito e mia suocera mi rialzano e mi riportano di peso dall'ostetrica, che mi dice che "finalmente" ero a 8 cm... ma che la bambina non spingeva più e io non avevo più le contrazioni efficaci per partorire. Ormai erano le 6.00 di mattina, mi dice che prima di smontare di turno mi avrebbe fatta partorire, mi fa una flebo di glucosio e ossitocina per far ripartire la situazione e riattivare un po' la bambina, che era stanca e non spingeva più. Mi rompe le acque con le dita e mi fa andare tempestivamente in sala parto, a piedi, accompagnata per il braccio da mio marito che mi teneva le ciabatte (ero andata quasi correndo a piedi scalzi, non vedevo l'ora che finisse tutto). Arriva il ginecologo, mai visto in tutte quelle ore, in pochi minuti e due tre spinte nasce. Aveva il cordone attorno a una gamba e al corpo, infatti è risalita due volte, io pensando al peggio ho spinto con tutte le ultime forze che avevo in corpo. Commentano che sono stata bravissima e che ho fatto tutto da sola. Grazie. Lo so. Siccome la testa è uscita con un braccio, mi ha lacerato parecchio, mi hanno messo diversi punti interni ed esterni a crudo senza alcuna anestesia locale, mi hanno fatto molto più male questi che partorire in sé. Al giro visite ero cosciente ma non vigile, totalmente priva di forze per parlare o aprire gli occhi, tant'è che la dottoressa Stasi preoccupata mi fa mettere delle flebo. Appena riapro gli occhi, dopo alcuni minuti sento che stavano portando i bambini dal nido, si affaccia la puericultrice che vedendomi in difficoltà mi porta la bambina a letto... era perfetta ... L'ho stretta e ho pensato: ce l'abbiamo fatta! L'incontro più bello della mia vita... Il giorno dopo sento da alcune ragazze neomamme che avevano fatto il corso preparto lì, che quindi avevano confidenza con tutte le ostetriche, quasi un'amicizia, che avevano avuto assistenza durante il travaglio non solo da una, ma ben due ostetriche per tutta la notte. Tutto sommato la mia bambina è nata sana, il parto non ha causato complicanze e questo è l'importante, però già il fatto che questo ospedale, come altri in Puglia, non offra alcun mezzo per sopportare meglio il dolore del travaglio è disumano, ma lo è ancor di più lasciare una ragazza (io avevo 24 anni) da sola alla prima esperienza ad affrontare tutto ciò da sola in camera senza alcun supporto fisico e psicologico, solo perché non si è stati seguiti da nessuno e non si aveva alcun rapporto con il personale ostetrico. Vuoi che era la mia prima gravidanza, vuoi una mia predisposizione personale a una scarsa elasticità dei tessuti, vuoi perché non sono stata assistita nel raggiungere la massima dilatazione, mi sono traumatizzata molto il perineo e ho avuto diversi problemi nel post partum a causa dei punti. Prima di riuscire a sedermi o a fare una passeggiata, sono passati quasi 3 mesi, per non parlare della vita di coppia. Se si pensa alle altre difficoltà che una neo mamma deve affrontare, ragadi al seno, mancanza di sonno, e tutto il cambiamento che porta la nascita di una creatura, se qualcosa avesse potuto evitare un parto così traumatico avrei affrontato quei primi mesi diversamente da un punto di vista psicologico. Grazie alla mia personalità e all'affetto dei familiari, anche se stavo male ho accudito fin da subito con tanto amore e tanta gioia la mia bambina, cercando di non trasmettere il malessere che ho vissuto quei mesi. Il ricordo che ho del parto è di una prova difficile che ho superato e che mi ha resa ancora di più madre, ma sicuramente mi sarei aspettata di concludere diversamente una gravidanza fisiologica condotta nelle condizioni più auspicabili. Magari mi sarei lacerata lo stesso, pure con un travaglio assistito meglio, un parto meno "violento", ma se non altro, non sentirsi sole in quei momenti sarebbe stato sufficiente per non avere un'esperienza, un ricordo così traumatico, sennò andavo a partorire in un trullo ed era uguale.

Patologia trattata
Parto naturale spontaneo.

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