Medicina Ospedale Acqui Terme

Gent.mo Dott. Roberto Giuso,
siamo Melegari Maria e Giuseppe Gamba, dimessi il 10/11/2020 dal suo “eccezionale” reparto di Medicina. Con la presente, desideriamo esprimere a Lei e a tutti i suoi collaboratori il massimo della nostra gratitudine per la professionalità, umanità e cortesia ricevute durante il nostro periodo di degenza in struttura.
Siamo genovesi, benchè residenti a Bandita di Cassinelle per circa sei mesi all'anno, e consideriamo una fortuna non da poco l'aver superato questa particolare fase della nostra vita ad Acqui, quando dalla nostra Liguria ci giungono di continuo informazioni e voci di un Servizio Sanitario Regionale in grandissima difficoltà (e confusione...). Anche in virtù di questo, rinnoviamo il nostro ringraziamento in riferimento a tutti i Medici, con una particolare citazione per chi quotidianamente ci ha curato ed assistito: la Dott.ssa Bisio, il Dott. Daniele e la Dott.ssa Robledo.
Una attenzione straordinaria estesa anche al rapporto quotidiano mantenuto telefonicamente con nostro figlio, che è residente in Francia e costretto da settimane ad un nuovo lockdown.
Senza volerci dilungare ulteriormente, vogliamo però altresì ringraziare tutto il personale paramedico, infermieristico e ausiliario; puntuali, gentili, premurosi, essenziali certamente al corretto funzionamento del reparto.
Un'ultimissima nota di merito la estendiamo alle cucine ed al personale addetto. Di rado in una struttura ospedaliera si riesce a mangiare e gustare pietanze e sapori del territorio preparati con una cura quasi... familiare.
Grazie davvero di tutto Dott. Giuso, di cuore.
Tenetevi stretta questa meravigliosa realtà e tutte le professionalità che quotidianamente la valorizzano.
Con il massimo della stima e della nostra gratitudine.

Mi chiamo Silvana Cernaz e sono stata ricoverata nel reparto Medicina al 4° piano dal 9 maggio al 5 giugno 2020 dell'Ospedale di Acqui Terme.

Patologia trattata: polmonite interstiziale doppia e vasculite autoimmune.
Tampone ed esame sierologico SARCOV 2 negativi. Le mie condizioni erano molto molto brutte.
Il Primario dott. Gianfranco Ghiazza e la sua equipe mi hanno salvata prendendo le decisioni giuste al momento giusto, e in una situazione di emergenza, con bravura eccellente e professionalità.
Mi hanno curata con costanza giornaliera e chiarezza nei miei confronti, antibiotici a largo spettro a base empirica e altri medicinali.
Mi hanno accudita con grande attenzione, specialmente mentre con la testa ero nella campana Ventukit.
Tutto questo indossando le tute di copertura previste in questo periodo di pandemia in isolamento completo.
Per tutti questi motivi, la mia famiglia ed io vogliamo
RINGRAZIARE
il Primario dott. Gianfranco Ghiazza e la sua equipe, i dottori, le dottoresse, i dottori e le dottoresse specializzandi, le infermiere e gli infermieri, gli inservienti tutti.

A ognuno di Voi va la nostra immensa gratitudine.

Ho avuto ricoverato mia mamma 15 giorni nel reparto Medicina. Le mie sono impressioni dopo 7 giorni di totale immobilizzazione a letto.
La paziente (mia mamma) ha iniziato a fare fisioterapia: io mi aspettavo venisse fatta per portare mia mamma a un notevole miglioramento, la mia delusione e' stata quando per 7 giorni la fisioterapia consisteva nel farla sedere sul letto, con i piedi su una sedia, a fare quest'operazione erano 2 addetti. Malgrado io da sola riuscissi a farle fare esercizi piu' complessi, come fare mettere piedi a terra, alzarsi e sedersi sul letto, tutto questo da sola. Mi chiedo a cosa serva dire che si fa fare fisioterapia, per portare il paziente ad alzarsi il prima possibile, quando in realta' questo non avviene, non per mancanza di volonta' del paziente. Come conclusione del periodo di convalescenza, e' stato traumatico l'incontro con il personale che si occupa della continuita' assistenziale, che data la sensibilita' dimostrata, potrebbero tranquillamente smistare pacchi alla stazione ferroviaria, senza offesa per chi fa questo faticoso lavoro. Freddezza e poca sensibilità che mi hanno fatto capire come un essere umano venga considerato il numero di un letto da liberare, e da spedire non si sa dove, anche a 60 km. dalle persone che vorrebbero sostenere il malato. Importante dimetterlo, il prima possibile? Il mio giudizio e' strettamente personale, di una persona equilibrata, emotivamente coinvolta perche' si parla di mia mamma.
Ho trovato personale disponibile, non tutti, ma gran parte.
Capisco sia impegnativo fare questo lavoro, ma fatto con un po' di umanita'... sarebbe meglio.