Oncologia Ospedale Fatebenefratelli Benevento

Oncologia Ospedale Fatebenefratelli Benevento

 
3.8 (3)
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Il reparto di Oncologia dell'Ospedale Sacro Cuore di Gesù Fatebenefratelli di Benevento, situato in viale Principe di Napoli 14/a, ha come Direttore responsabile il Dott. Antonio Febbraro (febbraro.antonio@fbfbn.it). Il reparto (1° piano scala A) è un'unità operativa dipartimentale che svolge attività clinica in regime di ricovero sia ordinario (12 posti letto) che di Day Hospital (8 posti letto) . Mentre l'attività del Day Hospital è riservata quasi esclusivamente all'esecuzione della chemioterapia antitumorale, nell'ambito della degenza ordinaria l'attività clinica è rivolta soprattutto alla prima diagnosi delle principali neoplasie, alla loro stadiazione, alla valutazione oncologica integrata ed anche alla somministrazione di farmaci secondo schedule più complesse. Nella struttura vengono affrontate tutte le principali neoplasie solide, soprattutto quelle riguardanti l'apparato genitale femminile, per le quali è stata maturata notevole esperienza. L'U.O. partecipa anche a diversi studi clinici nazionali ed internazionali, in collaborazione con le principali istituzioni oncologiche e tutti approvati dal Comitato di Bioetica; attualmente gli studi clinici in corso sono 8 e riguardano il trattamento dei carcinomi polmonari, ovarici, endometriali, pancreatici, gastrointestinali. L’equipe è composta da 6 oncologi, 1 psico-oncologa, 1 data-manager e 2 volontari del servizio civile.

Recensioni dei pazienti

3 recensioni

Voto medio 
 
3.8
Competenza 
 
3.7  (3)
Assistenza 
 
3.3  (3)
Pulizia 
 
4.3  (3)
Servizi 
 
4.0  (3)
Voti (il piu' alto e' il migliore)
Competenza
Assistenza
Pulizia
Servizi
Commenti
Informazioni
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Voto medio 
 
5.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
5.0

Soddisfatta

Personale altamente qualificato. Ottima accoglienza e assistenza.

Patologia trattata
Tumore al seno.
Voto medio 
 
2.3
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
3.0

Abbandonati a noi stessi

Mio padre a luglio scorso è stato operato per una resezione del sigma retto; l'intervento è andato bene, solo mi chiedo perchè non abbiano fatto un'altra tac di controllo prima di iniziare le chemioterapie. Quando siamo andati dall'oncologo Dott. Febbraro per sapere l'esito dell'esame istologico, ci è stato detto che papà aveva un sarcoma all'intestino, ma che era pulito e le chemioterapie erano puramente precauzionali, anzi: doveva farle perchè dei 9 linfonodi prelevati, 3 erano reattivi, altrimenti non sarebbe stato neanche necessario. Senza una Tac di controllo iniziamo il ciclo di chemio.
Ora, a distanza di tempo e di consulti vari, mi chiedo come noi non dovevamo preoccuparci con un sarcoma a cellule fusate, maligno per eccellenza e con un indice di aggressività del 90% (dati presi dall'istologico nella cartella clinica). Perchè non ci è stata detta la reale situazione????
Iniziamo le chemioterapie, papà ne ha fatte solo tre, ogni volta lamentava dolori di pancia sempre maggiori, noi lo dicevamo al dottore, il quale attribuiva questi dolori non alle chemio, ma neanche gli faceva una visita all'addome. Visita che c'è stata quando l'abbiamo richiesta privatamente. Dalla visita, nonostante si sospettasse ascite, abbiamo fatto ecografia e dopo tac a casa - non so perchè immediatamente non abbiano fatto ricoverare papà visto che stava in ospedale. Da lì gli è stata diagnosticata la sua condanna a morte: carcinosi peritoneale. Quando siamo andati a colloquio con il dottor Febbraro non ha neanche guardato il dischetto della tac, come facevano tutti, ma si è limitato a leggere il referto. Più volte ci ha invitato a chiedere pareri per un intervento chirurgico, definito impossibile dai dottori contattati visto che papà non rispondeva minimamente alle chemio e vista anche l'estensione della carcinosi.
Papà nel giro di pochi mesi si è aggravato e da una settimana è venuto a mancare. Io più volte ho ricontattato il dottore chiedendogli di venire a casa per una visita privata, lui lo aveva seguito dal principio e quindi conosceva tutta la sua storia clinica, ma il dottore ha detto che non faceva visite private ed alla fine ci ha detto di portarlo in ospedale.
Ora io mi chiedo, sapendo già le condizioni non poteva venire a visitarlo, una persona malata vuole l'affetto dei suoi cari, perchè obbligarlo ad andare in ospedale? Alla fine non ho più contattato il dottor Febbraro, ma ci siamo rivolti ad un altro oncologo per far seguire papà.
Il decorso della malattia di mio padre non poteva essere cambiato, ma noi avevamo il diritto di sapere le cose già il 5 settembre, giorno della visita. Non c'era niente da stare tranquilli, dovevamo correre e chiedere pareri prima che subentrasse la carcinosi.

Patologia trattata
Fibrosarcoma intestino.
Voto medio 
 
4.3
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
4.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
4.0

Competenza e professionalità

In questo reparto ho trovato competenza, professionalità, umanità e tanta, tanta disponibilità.
Altro che ospedali pubblici o universitari...

Patologia trattata
Carcinoma mammario.