Dettagli Recensione

 
Ospedale Brotzu di Cagliari
Voto medio 
 
2.3
Competenza 
 
4.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
1.0

Maleducazione di infermiere e OSS

In base all'esperienza che ho vissuto, il reparto pediatrico non è consono ad un soggiorno "forzato" dei giovani pazienti, costretti a stare rinchiusi nelle loro stanze per evitare i contagi..(dovrebbe esserci un reparto infettivi); le stanze sono lugubri e sporche. parte del personale infermieristico, specialmente di notte, è poco disponibile a soccorrere i giovani pazienti; parte del personale OSS è maleducato, invadente e per nulla disponibile sia nei confronti dei piccoli che nei confronti delle madri.(in particolare una donna sulla cinquantina)
Non sono disposte a distribuire biberon usa e getta (mi è stato chiesto da una ragazza con capelli lisci neri di riportare sempre la stessa tettarella per economizzare gli sprechi- assurdo.. e l'igiene verso i neonati che fine fa?)
le madri sono costrette ad uscire dalla stanza e lasciare quindi il neonato solo in stanza per richiedere e ritirare il latte per il proprio bambino o, ancor peggio, per riportare il vassoio del cibo... ma allora quali sono le reali mansioni di queste persone se devono fare tutto le mamme?
le stanze vengono lavate con prodotti igienizzanti? ne dubito...
le tirocinanti di infermieristica vengono ignorate. non vengono seguite adeguatamente.
è una situazione da segnalare...

Patologia trattata
Convulsioni.

Commenti

7 risultati - visualizzati 1 - 7  
 
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Inviato da silvia
27 Giugno, 2011
il reparto di pediatria non ha niente di tutto ciò che ha scritto la signora. forse la signora e' abituata con la servitu', certa gente non ha ancora capito che l'ospedale Brotzu non e' un'albergo!!! io sono in quel reparto da 5 anni e ne ho visto di tutti i colori, ma da parte di genitori maleducati che aggrediscono le infermiere. e poi la pulizia e' ottima e gli infermieri, dottori e dottoresse sono molto gentili ed educati. Comunque se vi trovate male, provate ad andare al Macciotta e poi ne riparliamo!
Inviato da Kry
28 Giugno, 2011
Sono capitata in questo sito per caso, e leggendo questo commento non ho potuto fare a meno di commentare perchè sono veramente shockata. Sono una paziente della pediatria Brotzu da quando sono nata, ho 26 anni e da 6 anni faccio dei cicli di terapia in vena presso questo reparto. Trovo alquanto fuori luogo e poco veritiero il commento inserito da Romina, le parole che mi balzano agli occhi e che mi colpiscono sono "le OSS maleducate, invadenti e poco disponibili".. mi viene da ridere.. Non capisco se siamo su "SCHERZI A PARTE" o che cosa..
Faccio dei ricoveri ogni 2-3 mesi e generalmente mi trattengo in reparto da 7 a 15 giorni ogni ricovero, fatta eccezione dei ricoveri dove la mia permanenza in reparto è stata anche di 40 giorni.
Premetto che molte mamme arrivano in ospedale convinte di essere in hotel e pretendono di essere servite e riverite come se fossero in un albergo di lusso.. Roba da non credere.. Mi rattrista molto leggere certe cose: i giovani pazienti sono costretti a stare rinchiusi nelle loro stanze per evitare i contagi (e quindi dove sta il problema??). Io oltre che da paziente sono stata in reparto anche come mamma, ho avuto mia figlia ricoverata e sono stata la prima a non portare fuori la bambina dalla stanza per il suo bene.. non vedo cosa ci sia di sbagliato!
Le madri sono costrette ad uscire dalla stanza e lasciare quindi il neonato solo in stanza per richiedere e ritirare il latte per il proprio bambino o, ancor peggio, per riportare il vassoio del cibo... Come ho detto prima l'ospedale non è un albergo, e poi dopo aver visto mamme che lasciano i propri figli soli in camera per andare a "FUMARE", sentire che mamme si lamentano perchè devono allontanarsi un attimo dalla stanza per portare il vassoio del vitto non mi sembra niente di così grave. Le tirocinanti infermiere vengono ignorate? Davvero?!?!? ahahahah.. ma per favore.. Durante i ricoveri ho conosciuto tantissime ragazze tirocinanti, con molte delle quali ho stretto un bellissimo rapporto e non mi hanno mai detto niente di tutto ciò.
Vorrei spezzare una lancia a favore di tutto il personale del reparto, penso di non aver mai visto in nessuno ospedale tanta EDUCAZIONE, DISPONIBILITA' e PROFESSIONALITà.. Un saluto a tutto il personale del reparto e un bacio grande alla donna sulla cinquantina e la ragazza coi capelli lisci neri..
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Inviato da monica ris
06 Luglio, 2011
Ultimo aggiornamento:
08 Luglio, 2011
in tutti gli ospedali normali, i vassoi e i biberon eccetera vengono portati dalle infermiere, a meno che in questo ospedale specifico il personale sia cosi' scarso (in quanto in numero esiguo) da dover chiedere l'aiuto dei parenti dei pazienti per portare avanti il lavoro
E' evidente che se un bambino e' infettivo si provvedera' a isolarlo, generalmente per gli altri ci dovrebbe essere una sala giochi.
AGGIUNTA

vvGli operatori di una struttura sanitaria sono tutti portatori “ex lege” di una posizione di garanzia, espressione dell’obbligo di solidarietà costituzionalmente imposto ex articoli 2 e 32 della Carta fondamentale, nei confronti dei pazienti, la cui salute essi devono tutelare contro qualsivoglia pericolo che ne minacci l’integrità; e l’obbligo di protezione dura per l’intero tempo del turno di lavoro”.

Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 9739 dell'11 marzo 2005, esaminando diverse interesanti questioni riguardanti la responsabilità per fatto del personale medico e per fatto del personale sanitario.

In estrema sintesi, la vicenda riguarda il decesso di un paziente, operato a fine giornata, nell’approssimarsi della notte, tempo nel quale “secondo la regola di comune esperienza il presidio medico e paramedico nei reparti ospedalieri (anche in quelli organizzati, a differenza di quello dì cui qui si discute, secondo criteri accettabili) è notevolmente meno allertabile alle emergenze che non nelle ore del giorno”.

E’ stato ritenuto responsabile il chirurgo che, concluso l’intervento, non fornì le necessarie indicazioni terapeutiche, lasciando il malato praticamente “abbandonato a se stesso”.

La Corte ha ritenuto responsabile anche il personale infermieristico per la condotta assolutamente omissiva per non aver “mai raccolto le preoccupazioni reiterare” della moglie del paziente e per non aver ritenuto di avvertire nemmeno per scrupolo il medico di turno che si trovava nella propria stanza.

Infine, i giudici hanno riscontrato la colpa del medico di guardia interdivisionale, per il quale non è stata ritenuta valida la scusante che gli infermieri non abbiano mai richiesto, durante la notte, il suo intervento, “essendo dovere e scrupolo di un medico, cui è affidato un reparto, quello di prendere immediata visione delle specifiche situazioni dei malati, raccogliendo la posizione di garanzia che gli viene trasferita al momento della sua presa in carico del reparto”.

(Altalex, 16 aprile 2005. Nota di Giuseppe Mommo)



Inviato da monica ris
06 Luglio, 2011
la sporcizia la prossima volta sarebbe utile documentarla fotograficamente con il telefonino, va anche bene per le tettarelle se e' possibile disinfettarele; sono invece dell'opinione che sia buono un loro riutilizzo.
Inviato da monica ris
08 Luglio, 2011
PRESO DA infermieri.online.net
"ho letto con molto interesse, poche volte mi è capitato di rileggere un post così lungo, sempre più interessata.
Allora mi è venuto spontaneo chiederti: cosa significa per te essere infermiere (sei infermiere, giusto?!) chi è per te l'infermeiere, Dookie?
Naturalmente non sei obbligato a rispondermi, il mio non è un tono perentorio, ma mi piacerebbe confrontare il tuo concetto di professione col mio!
Comincio io vuoi?
Di proposito tralascio di scrivere quello che è scritto nel nostro profilo professionale o codice deontologico, lo sappiamo tutti ormai. Vorrei sottolineare soltanto una cosa: l'infermiere è colui che si prende cura del malato guardandolo nella sua interezza di uomo.
A lui è affidato il "particolare" compito di assisterlo durante il transitorio periodo di difficoltà. Il tanto famigerato cambio di "pannolone" è un gesto che possiamo considerare di "alta " o "bassa" lega. Questo dipende da come lo intendiamo. Tecnicamente, si sa non ci vuole una preparazione speciale! Ma dietro questo gesto ci può essere altro, qualcosa di più profondo, che , un infermiere dovrebbe cogliere....sto parlando di ascolto,osservazione. Entriamo nell'intimo di una persona, diventiamo parte di lui quando lo facciamo. Non potere essere più autosufficiente è la cosa più terribile ed umiliante del mondo, sapere di dipendere da un altro essere umano, anche per quegli atti così naturali, è frustante al tal punto che, vorresti morire! Ecco perchè, secondo me, sono gesti che si devono saper compiere. Mi chiederai:c'è bisogno della laurea per questo??? Se la laurea serve a darti le competenze per capire bisogni, per entrare nella psicologia delle persone, se ti dà gli strumenti per riportare al recupero anche parziale del paziente, dico certo.
Possiamo delegare le cure corporee, ma se aiutare a lavare il viso in quel momento può essere fondamentale per portare il malato verso la sua persa autonomia, quel gesto deve farlo l'infermiere (V. Handerson), perchè ne ha le competenze.
Cosa vuol dire avere competenze? Avere il giusto numeri di crediti universitari? avere studiato di fisiologia e anatomia? Beh anche , ma non solo....sai che penso sinceramente?!
L'infermiere è colui che mette la padella, ma lo fa in un modo così particolare che non intacca la dignità dell'uomo, è il professionista che può anche lavarti, ma al contempo ti accompagna al recupero di questo gesto così banale.
E' la mia visione chiaramente, sarà sbagliata fuori tempo,ma ritengo che questa professione sia difficilissima, faticosissima, ma allo stesso tempo preziosa! Così preziosa che per esercitarla non ti basterebbe una vita di studi, perchè ci vuole "predisposizione". Non puoi decidere di fare il musicista se non hai orechio musicale,puoi anche studiarla la musica, suonare anche , ma quello che uscirà dal tuo strumento sarà freddo, senza amore!:o
So di non rendermi popolare dicendo questo, ma è la mia visione, così ho sempre inteso il lavoro che faccio!
Mi sono lasciata prendere...ho scritto troppo, chiedo scusa a tutti!"
Inviato da monica ris
13 Luglio, 2011
Il malato ricoverato in ospedale ha il diritto fondamentale ad essere informato sulle proprie condizioni di salute.

1. Le informazioni riguardanti la diagnosi, anche provvisoria, e la prognosi, devono essere fornite in termini chiari e comprensibili.

2. Sia il Primario che i medici del reparto devono essere disponibili in orari stabiliti, per fornire i chiarimenti necessari al paziente e ai propri familiari.

3. Qualora i sanitari non ritengano opportuno informare in modo esauriente il degente, tutti gli elementi devono essere messi a disposizione dei familiari.

4. Il paziente ha diritto ad essere assistito e curato con premura ed attenzione, interpellato con il "lei" e rispettato nella propria dignità e nelle proprie convinzioni filosofiche e religiose.

Il paziente ha diritto, inoltre:

· a ricevere notizie e informazioni che gli permettano di esprimere un consenso effettivamente informato, prima di essere sottoposto a terapie ed interventi, in relazione anche ai loro possibili rischi;

· ad essere informato sulla possibilità di indagini o trattamenti alternativi, anche se eseguibili presso altre strutture;

· alla riservatezza dei dati concernenti la propria malattia.

La ASL deve informare il ricoverando, mediante apposito depliant, su tutto ciò che va portato in ospedale in caso di ricovero, sulle norme antinfortunistiche e antincendio da attuare in caso di necessità.

In ospedale, il paziente può avvalersi di vari servizi (posto ristoro, edicola, bancomat e custodia denaro, telefono, assistente sociale, assistenza infermieristica, riabilitazione funzionale, assistenza religiosa, servizio trasfusionale in caso di bisogno).

Ogni reparto dovrà consegnare al paziente una scheda con informazioni specifiche sul reparto stesso (il nome del Primario, del Caposala, le regole di convivenza, gli orari per le visite e i pasti ecc...).

Il paziente ha diritto ad un’alimentazione adeguata, con pasti che tengano conto delle sue condizioni di salute e, dietro prescrizione medica, anche ad una dieta personalizzata. Il paziente può rivolgersi al Caposala per prendere visione del menù giornaliero. I pasti devono essere serviti in vassoi personalizzati, che ne garantiscano l’igiene e la tenuta termica.

Ogni paziente ha diritto:

•a ricevere le visite di parenti e amici. Può usufruire di spazi e locali per intrattenersi con loro e per attività varie di socializzazione, ma queste devono avvenire negli orari consentiti, in modo da non recare disturbo alle attività mediche e al riposo degli altri pazienti;
•alla pulizia dei locali, del letto, del comodino, dell’armadietto;
•al silenzio e alla tranquillità;
.al rispetto dela propria salute

IL PAZIENTE HA ANCHE DEI DOVERI
In risposta ad un earlier comment

Inviato da lory
30 Dicembre, 2014
Grazie Kry, sono l'OSS cinquantenne, lavoro in pediatria, lavoro in un OSPEDALE e non in un hotel e non dove la signora Romina si è illusa di essere.. Le sue affermazioni mi scivolano addosso, svolgo il mio lavoro con il cuore, con passione, mi alzo la mattina felice di andare a lavoro e quando timbro il cartellino sono fiera di me stessa.. Amo i bambini a dismisura, sono una nonna e ci so fare.
Non commento le sue affermazioni signora Romina, perchè non meritano commento.. Vorrei darle solo un consiglio: IMPARI A FARE LA MAMMA!!!!!
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