Dettagli Recensione

 
Ospedali e case di cura a Como
Voto medio 
 
3.0
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
3.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
3.0

Discreta come struttura

Sono stata ricoverata 1 mese tra ottobre e novembre 2014. All'arrivo in accettazione mi ha raggiunto una collaboratrice gentile che mi ha accompagnato in camera a posare la valigia e poi subito nella sala medici a conoscere la psichiatra assegnatami. Credevo di essere sola con lei, invece c'era una specie di plotone in studio. Psichiatra, lo psicologo che mi avrebbe seguito, la collaboratrice e altri 3 medici. Lì ho dovuto raccontare i motivi del mio ricovero, che nel mio caso erano legati a un trauma molto serio e delicato che non è stato per niente facile raccontare davanti a tutta quella gente. Poi mi hanno detto che per 5 giorni non avrei fatto nessuna attività perchè il programma personalizzato delle attività lo preparano dopo 4 o 5 giorni. Nel frattempo il nulla, solo grandi passeggiate nel parco, molto bello, e grandi dormite. La terapia si va a prenderla in medicheria 3 volte al giorno ad orari prestabiliti uguali per tutti con lunghe code. L'ora di pranzo alle 12.00 e di cena alle 18.00, viene segnalata da una campanella suonata a mano. La sveglia al mattino è alle 7.00 e poi, essendo un istituto religioso, c'è musica sacra e messa trasmessa anche nelle camere tramite altoparlanti, e non si può fare a meno di sentirla. Il cibo è pessimo, immangiabile, di giusta quantità, ma davvero è pessimo. Le attività proposte mi sono state d'aiuto solo durante la degenza, ma una volta a casa in 3 giorni sono tornata come prima. Pensavo di essere seguita regolarmente dallo psicologo, ma gli incontri avvengono due volte a settimana per circa mezz'ora o meno. Le collaboratrici sono state tutte molto gentili, disponibili, dolci, così come le infermiere. I medici li vedevo in giro un'oretta solo al mattino e poi sparivano. Le camere sono piacevoli e ragionevolmente pulite, non c'è la tv in camera ma in una sala dedicata. Le lenzuola le cambiano i pazienti una volta a settimana, il regime di vita è molto rigido, stile militare. Gli orari vanno rispettati al minuto, se si sta in camera a riposare un pochino durante la giornata vengono a richiamarti. All'arrivo viene messo un braccialetto con i dati personali, ma mi sono accorta che all'interno c'è un microchip, non so a cosa serva, ma temo che sia per controllare i movimenti dei pazienti per sapere in quale locale si trovano; dico questo perchè ogni volta che andavo in camera anche solo 10 minuti al mattino per rilassarmi, arrivava immediatamente qualcuno a dirmi di alzarmi e di andare in sala lettura con gli altri. Non poteva capitare per caso, è successo troppe volte! Le camere sono a due letti, io sono stata fortunata perchè entrando di venerdì sono rimasta sola tutto il fine settimana ed ho avuto modo di ambientarmi; poi il lunedì è arrivata una paziente con cui mi sono trovata bene, a parte che lei alle 9.00 di sera era già a letto e io per non disturbarla non potevo nemmeno leggere e tenere la luce accesa, così stavo in sala tv fino alle 23.00, poi andavo a letto.
Non essendo un ospedale, l'abbigliamento è quello usuale, non è permesso stare in pigiama durante il giorno nè andare in giro in pigiama la sera. Per uscire dalla struttura e andare a bersi un caffè al bar, o fare 4 passi in paese, bisogna avere un permesso del medico che viene di solito consegnato dopo una settimana di ricovero dietro richiesta personale. Qualsiasi cosa si voglia fare al di là di quelle proposte, è soggetta ad approvazione del medico entro 48 ore. Faccio un esempio. Una sera ho alzato la spondina destra del letto perchè sono abituata a dormire appoggiata su un lato. Quando di notte le infermiere hanno visto la spondina alzata (di notte le infermiere fanno il giro nelle camere per vedere se va tutto bene) mi hanno svegliata e mi hanno rimproverata dicendomi che non avevo il permesso di alzarla. A parte che alle 3.00 di notte non mi sembra corretto svegliare una paziente, sapendo che oltretutto ha problemi di sonno, ma poi il mattino dopo sono stata richiamata da un medico che voleva sapere, in tono severo, il perchè di quella spondina alzata e mi ha detto che per poter avere l'autorizzazione dovevo avere motivi molto seri e comunque ero soggetta alla loro approvazione nel giro di 48 ore; in più mi ha detto che nel mio caso non c'erano motivazioni valide quindi io la spondina non potevo più alzarla. So che è una sciocchezza, ma sinceramente sono rimasta allibita da questa trafila così stile caserma. Lo psicologo a me assegnatomi, il dottor Zaccari, è stato molto bravo, paziente, gentile, umano, mi sono trovata subito a mio agio. Solo che le sedute bisettimanali da mezz'ora sono troppo poche per chi va lì con problemi psicologici. A dire il vero vedo più spesso il mio psicologo qui a casa tramite Asl che in una struttura per riabilitazione psichiatrica!!! La psichiatra l'ho incontrata solo all'inizio e il giorno delle dimissioni, poi la vedevo nei corridoi al mattino che girava tra i suoi pazienti chiedendo velocemente come andava, il dialogo durava si e no 1 minuto. Questo non mi è piaciuto. La sala tv e la sala comune per leggere e fare quattro parole con gli altri degenti è la stessa quindi spesso si litigava perchè si alzava il volume della tv per riuscire a sentirla (e comunque non si riusciva lo stesso), mentre chi parlava si lamentava che il volume era troppo alto, insomma è stata una convivenza difficile in quella stanza.Le attività sono anche carine,corso di maglia, canto, laboratorio artistico, ginnastica al mattino, ora di ginnastica rilassante (molto bello), corso di problem solving , di assertività, laboratorio creativo... tutte attività molto semplici, alla portata di tutti ma non è il paziente a scegliere cosa e quando fare queste attività. Il venerdì pomeriggio viene consegnato un "diario settimanale" dove le collaboratrici fanno un programma su misura per il paziente, in pratica una scaletta delle attività che loro decidono per te per la settimana. Il fine settimana non c'è nessuna attività e anche il personale si riduce tanto. Per concludere posso dire che durante la permanenza in questa struttura , essendo un ambiente dove comunque ci si sente protetti dalle ansietà della vita solita, si provano dei benefìci. Almeno nel mio caso posso dire di essere stata meglio, solo che una volta a casa, tutto quel lavoro e benessere si esaurisce in pochi giorni perchè la vita al di fuori è decisamente più complicata. Tutto sommato non mi sono trovata male, soprattutto grazie alla stupenda gentilezza e simpatia di infermiere e collaboratrici.

Patologia trattata
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Patologia trattata
Depressione, sindrome ossessiva, autolesionismo.
Punti di forza
la gentilezza del personale e il parco
Punti deboli
il cibo e l'essere poco seguiti da psicologi e psichiatri.

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