Carcinoma a cellule squamose della pelle

Carcinoma a cellule squamose della pelle

A cura di: Dott. Luigi Sabino, Dirigente Medico Otorinolaringoiatria Policlinico Universitario Sant'Andrea di Roma

GENERALITÀ. Il carcinoma a cellule squamose è un tumore maligno della cute due volte più frequente nel sesso maschile rispetto al femminile; può metastatizzare a distanza nel 2-3% dei casi, colpendo in genere fegato, polmoni, cervello, ossa. I tumori della pelle diversi dal melanoma sono classificati in base alle cellule da cui hanno origine; il carcinoma squamoso (noto anche come carcinoma squamocellulare, o epitelioma squamocellulare, o spinalioma) origina dalle cellule più superficiali dell'epidermide, particolarmente dalle cellule dello strato squamoso che ne costituiscono gran parte degli strati più superficiali e, assieme al carcinoma basocellulare, rappresenta la quasi totalità (oltre il 99%) dei tumori della pelle non melanotici.

CAUSE. La causa più comune è l'esposizione continuata nel tempo ai raggi UV (danno attinico), di conseguenza è facile riscontrare il carcinoma a cellule squamose sulle aree del corpo più esposte al sole, come il viso (soprattutto su naso ed orecchie), il collo, il dorso delle mani, le braccia, la schiena ed anche il cuoio capelluto nelle persone calve. Particolarmente a rischio sono i soggetti con pelle e capelli chiari, con occhi verdi, azzurri o grigi. La possibilità di sviluppare un carcinoma spino-cellulare aumenta in proporzione al numero di violente esposizioni ai raggi solari sostenute nella vita. Fra le cause minori rientrano l'esposizione a radiazioni ionizzanti, oppure all'arsenico inorganico.

SINTOMI. All'inizio i carcinomi spino-cellulari possono apparire lisci o verrucosi, per diventare poi di aspetto più infiammatorio, crescere più velocemente ed ulcerarsi molto prima rispetto ai carcinomi basocellulari. Nella maggior parte dei casi si manifestano come delle aree maculari dove la pelle è arrossata, squamosa e a margini irregolari, che può nel tempo ricoprirsi di croste, oppure ulcerarsi e sanguinare. Altre volte si presenta sotto forma di un'escrescenza con una depressione centrale. Altre volte ancora, può insorgere come un rilievo, assomigliante ad una verruca, che si ricopre di squame e di una crosta. Anche una piaga ulcerata e sanguinante che si copre di una superficie crostosa e che tende a non guarire, può essere un carcinoma a cellule squamose. Su tessuti non cheratinizzati, come le mucose, assume in genere l'aspetto di leucoplachia.

DIAGNOSI. Una diagnosi quanto più precoce possibile resta basilare. L'esame fisico è seguito dalla rimozione di un campione di tessuto per effettuare i test. Può essere indicata, per le lesioni più piccole, una biopsia preliminare a tutto spessore (incisionale o escissionale) per ottenere una diagnosi precisa e stabilire di conseguenza il più appropriato approccio terapeutico.

TERAPIA. Nelle forme iniziali superficiali può rivelarsi sufficiente l'asportazione con metodiche fisiche (crioterapia, diatermocoagulazione, laser, terapia fotodinamica) anche se non di rado sono gravate da percentuali di recidive maggiori. Solitamente il trattamento chirurgico precoce è pertanto il più utilizzato e consente l'esame istologico del pezzo. Nelle forme avanzate, l'intervento chirurgico costituisce la terapia necessaria e le tecniche più usate vanno dalla chirurgia micrografica di Mohs, all'escissione locale estesa con ricostruzione mediante lembi o innesti. Nel distretto testa e collo, se la lesione è particolarmente estesa, trova indicazione anche lo svuotamento linfatico locoregionale. In ogni caso tutti questi pz devono essere sottoposti ad attento follow-up clinico.