Idrocele

Idrocele

A cura di: Dott. Andrea Militello, Responsabile Servizio di Urologia e Andrologia Presso Casa di Cura Villa Immacolata (VT)

GENERALITÀ. L'idrocele è una raccolta di liquido sterile all'interno della tunica vaginale dello scroto o lungo il funicolo spermatico. La tunica vaginale propria è un foglietto parietale che ricopre i testicoli, formando una specie di sacchetto. Queste raccolte di liquido possono rappresentare persistenti comunicazioni lungo il funicolo spermatico legate allo sviluppo, oppure uno squilibrio tra la produzione di fluido ed il suo assorbimento. In rari casi, raccolte di liquido simili possono svilupparsi nelle femmine lungo il cosiddetto canale di Nuck. Di per sé gli idroceli presentano un rischio minimo di conseguenze cliniche e spesso si presentano come condizione isolata. Tuttavia, il potenziale tragitto per un'ernia dovuto alla comunicazione con la cavità addominale attraverso una pervietà del processo vaginale, nonchè l'eventuale associazione con una patologia scrotale sottostante, richiede che gli idroceli vengano valutati con la dovuta prudenza. In genere l'idrocele tende a scomparire autonomamente entro il primo anno di vita. Una pervietà del processo vaginale è riscontrata alla nascita nell'80-90% dei neonati a termine. Questo tasso di frequenza diminuisce costantemente fino all'età di 2 anni, età in cui pare stabilizzarsi intorno al 25-40%. Tuttavia, gli idroceli scrotali clinicamente evidenti sono manifesti solo nel 6% dei maschi a termine oltre il periodo neonatale. Alcune condizioni, come la presentazione podalica, l'uso di progestinici gestazionali e il basso peso alla nascita, sono state associate ad un aumentato rischio di sviluppare l'idrocele. L'incidenza dell'idrocele negli uomini adulti (solitamente di età > 40 anni) è invece meno nota.

CAUSE. Le cause di idrocele sono numerose. Nei bambini, la maggior parte degli idroceli sono congeniti e di tipo comunicativo, causati dalla mancata chiusura del dotto che unisce l'addome allo scroto (dotto peritoneo- vaginale) e che permette la discesa dei testicoli nel sacco scrotale. Nella popolazione adulta, la filariosi, un'infezione parassitaria, è responsabile della maggior parte delle cause di idroceli in tutto il mondo. L'idrocele può avere altrimenti cause iatrogene, a seguito ad esempio di interventi di chirurgia laparoscopica in cui è stata eseguita una inadeguata aspirazione dei liquidi di irrigazione. In alcuni casi, negli uomini adulti l'idrocele può avere un'origine idiopatica, oppure essere secondario a traumi o ad altro tipo di infezioni quali la sifilide, la tubercolosi o l'epididimite. Gli idroceli non comunicanti possono derivare da una maggiore produzione di liquido, o dalla compromissione dell'assorbimento dello stesso. L'insorgenza improvvisa di idrocele scrotale nei bambini più grandi è stata notata dopo malattie virali, mentre gli idroceli post-traumatici si verificano probabilmente in seguito ad un aumento della produzione di fluido sierico a causa dell'infiammazione sottostante. Assai raramente un idrocele è secondario a tumori del testicolo o a mesoteliomi della tunica vaginale.

SINTOMI. L'idrocele si manifesta tipicamente come un aumento di volume non teso e non dolente dell'emiscroto. L'entità del gonfiore, che può interessare uno o entrambi i testicoli, varia da caso a caso e dipende soprattutto dalle cause sottostanti. L'idrocele, se non si ingrossa troppo, non interferisce con le funzioni sessuali, nè con la fertilità. Raramente un idrocele provoca dolore testicolare o sensazione di pressione alla base del pene.

DIAGNOSI. Gli idroceli semplici vengono diagnosticati dallo specialista con attento esame clinico e scrupolosa anmnesi. Altrimenti il primo passo diagnostico è costituito dall'ecografia scrotale, effettuata nel caso in cui all'esame obiettivo vi siano sospetti sull'esistenza di qualcos'altro, o di alcune patologie di base aggiuntive e concomitanti, davanti a situazioni quali: incapacità di definire chiaramente o palpare la struttura testicolare; indolenzimento localizzato, febbre o qualsiasi sintomo gastrointestinale (ad es. vomito, stitichezza, diarrea); presenza di ombre alla transilluminazione. Se la transilluminazione è negativa, vanno indagate altre cause (tumori, presenza di sangue ecc.).

TERAPIA. Un idrocele può risolversi in modo spontaneo ma, a meno che non compaia entro il primo anno di vita, di solito richiede la riparazione chirurgica. Gli adulti asintomatici con idroceli isolati non comunicanti, possono essere osservati a tempo indeterminato, o fino a quando non diventino sintomatici, in quanto complicazioni come infezioni o compromissione testicolare sono estremamente rare. Se l'idrocele è secondario, è prima opportuno intervenire sulla condizione patologica che l'ha provocato. In generale la terapia chirurgica può essere suddivisa in base a tre approcci: inguinale, scrotale, scleroterapia. L'approccio inguinale, con legatura del processo vaginale libero e il drenaggio dell'idrocele, è la procedura di scelta per gli idroceli pediatrici (tipicamente comunicanti). L'approccio scrotale, con escissione o eversione e sutura della tunica vaginale, è raccomandato per idroceli cronici non comunicanti. Questo approccio dovrebbe essere evitato in caso di sospetto di malignità sottostante. Un'ulteriore procedura aggiuntiva, in casi selezionati, è l'aspirazione del liquido dallo scroto e la scleroterapia dell'emiscroto usando soluzioni di tetraciclina o doxiciclina.