Iperplasia tonsille e/o tonsillite

Iperplasia tonsille e/o tonsillite

A cura di: Dott. Luigi Sabino, Dirigente Medico Otorinolaringoiatria Policlinico Universitario Sant'Andrea di Roma

GENERALITÀ. L'iperplasia tonsillare sta ad indicare l'aumento delle dimensioni delle tonsille palatine, dovuto nella maggior parte dei casi ad una infiammazione delle tonsille (tonsillite) secondaria ad infezioni spesso di origine virale, ma a volte anche di natura batterica. Le tonsille sono una combinazione di tessuto linfatico posto a lato dell'ugola, grazie al quale viene effettuata la difesa immunitaria dell'organismo in quanto funge da filtro/barriera contro i patogeni che penetrano attraverso la bocca. In pazienti con predisposizione, le tonsille possono smettere di avere una funzione difensiva e dare ospitalità a patogeni selezionati, diventando il centro dell'infezione(malattia metafocale). Quando il tessuto linfatico si ipertrofizza, la dimensione delle ghiandole aumenta potendo causare difficoltà di deglutizione e di respirazione. L'aumento di volume delle tonsille e la loro flogosi sono più spesso riscontrabili durante l'infanzia.

CAUSE. L'iperplasia tonsillare può colpire chiunque; chi soffre spesso di malattie o infezioni tende ad avere maggiori probabilità di soffrire della condizione. La causa più comune di iperplasia tonsillare è rappresentata da malattie e infezioni ricorrenti dell'orofaringe, che generalmente includono tonsillite acuta, tonsillite cronica ed ascesso peritonsillare (raccolta di pus intorno ad una delle due tonsille). La tonsillite nella maggior parte dei casi origina dall'attivazione e virulentazione di virus, soprattutto di Adenovirus e Rhinovirus, di virus del comune raffreddore e a volte del virus di Epstein Barr (mononucleosi). Nel caso di tonsillite batterica, i ceppi più frequenti sono streptococco, pneumococco e stafilococco. L'ascesso peritonsillare è spesso una nota complicanza della tonsillite, ma può anche presentarsi "de novo" ed essere causato da un'infezione batterica sostenuta da batteri aerobi, come lo Streptococcus pyogenes, oppure da batteri anaerobi. In una minoranza dei casi l'iperplasia tonsillare può essere congenita, oppure secondaria ad alcune allergie. Altre cause dell'aumento delle dimensioni delle tonsille possono essere: presenza di un corpo estraneo (es. lisca di pesce), bruciatura (es. acqua bollente, sostanze chimiche), esposizione a sostanze irritanti come fumo passivo e inquinamento, neoplasie, malnutrizione.

SINTOMI. L'iperplasia tonsillare può portare a malessere generale e a sintomi che variano da persona a persona. I più comuni sono: faringodinia, disturbi della deglutizione, alitosi, febbre, inappetenza, respirazione orale, russamento, apnee notturne, linfoadenopatia del collo, frequenti infezioni dell'orecchio, lieve cambiamento della voce.

DIAGNOSI. La diagnosi si basa sull'anamnesi e sull'esame fisico del paziente effettuati da un otorinolaringoiatra, che esegue un'ispezione completa delle vie aereo-digestive superiori, la palpazione del collo ed eventualmente anche un tampone faringeo. In alcuni casi, sulla base di sospetti secondari all'esame fisico, la diagnosi può contemplare l'utilizzo di endoscopia rigida e fibroendoscopia, faringoscopia ed ecografia della regione faringea. Per una visione migliore dei tessuti molli del collo può essere consigliabile l'effettuazione di una ecografia.

TERAPIA. L'ipertrofia tonsillare e la tonsillite ricorrente sono indicazioni frequenti alla tonsillectomia. Tuttavia, i rapporti patologici sono simili, indipendentemente dagli aspetti clinici. In generale il primo obiettivo consiste nel preservare le tonsille e la loro funzione e, eventualmente, non di asportarle completamente, bensì di ridurle con coblazione oppure terapia laser. Se alla base c'è una infezione virale, la condizione è destinata ad autorisolversi in circa dieci giorni. Possono essere prescritti FANS per la gestione di febbre e dolore, come l'ibuprofene o il paracetamolo. Se alla base dell'iperplasia c'è invece un'infezione di natura batterica, la terapia prevede la somministrazione di antibiotici. Se l'iperplasia è invece secondaria ad una allergia, possono essere utilizzati antistaminici e corticosteroidi. Se l'ipertrofia tonsillare diventa stabile, e le tonsilliti ricorrenti, comportando anche complicanze quali l'ascesso tonsillare (in età adulta), è consigliabile la tonsillectomia, che consiste nella rimozione chirurgica delle tonsille. Solitamente questo intervento può essere riservato anche ai casi in cui l'ipertrofia tonsillare causi disfagia o complicanze cardiopolmonari, malocclusione dentale o alterazione della crescita orofacciale documentata dall'ortodontista, dal chirurgo maxillo-facciale o dal dentista. La tonsillectomia rappresenta inoltre un trattamento comune nei bambini che sperimentano oltre sei casi di tonsillite all'anno con almeno tre episodi nell'anno precedente (Linee Guida Ministeriali).