Ipoacusia

Ipoacusia

A cura di: Dott. Luigi Sabino, Dirigente Medico Otorinolaringoiatria Policlinico Universitario Sant'Andrea di Roma

GENERALITÀ. L'ipoacusia consiste in una diminuita percezione uditiva dei suoni rispetto alla norma. La gravità della perdita dell'udito è determinata dall'età in cui si verifica, dalla natura della perdita (il grado, la durata, le frequenze colpite) e dalla suscettibilità dell'individuo. Esistono tre tipi principali di deficit uditivo: ipoacusia neurosensoriale; ipoacusia trasmissiva; ipoacusia mista. L'ipoacusia neurosensoriale è il tipo più comune di perdita dell'udito, è permanente ed è causata da lesioni delle cellule sensoriali dell'orecchio interno o del nervo cocleare (neurali). Quest'ultimo ha il compito di trasportare i segnali sonori al cervello. L'ipoacusia trasmissiva è causata invece da un problema meccanico nell'orecchio esterno o medio (danno del sistema timpano-ossiculare). Può essere permanente, ma più spesso, è temporanea e può essere trattata. Si parla invece di ipoacusia mista quando sono presenti componenti sia della sordità neurosensoriale che trasmissiva. L'ipoacusia non trattata è associata a una minore qualità della vita, depressione, isolamento sociale. Gli adolescenti sono a rischio per l'esposizione a traumi e all'inquinamento acustico, mentre gli anziani sviluppano generalmente una ipoacusia progressiva dovuta all'invecchiamento e ad anni di esposizione al rumore. La perdita dell'udito è di solito classificata in base alla sua severità in 4 stadi: Lieve: lesione compresa tra i 20 e i 40 dB; Media: lesione compresa tra i 40 e i 70 dB; Grave: lesione compresa tra i 70 e i 90 dB; Profonda: lesione uguale o superiore ai 90 dB.

CAUSE. La causa dell'ipoacusia è molto importante in quanto influisce pesantemente sulla determinazione di un adeguato trattamento. Le principali cause alla base della perdita dell'udito sono le seguenti: fattori genetici (malformazione idiopatica, infezione congenita, malformazione farmaco-indotta, neurofibromatosi tipo II); età avanzata (presbiacusia); alcuni farmaci "ototossici" (aminoglicosidi, vancomicina, cisplatino, furosemide, acido etacrinico, chinino); trauma o lesione alla testa; esposizione prolungata a rumori eccessivamente forti; singolo episodio di trauma acustico; alcune malattie come la parotite, la sindrome di Meniere, l'otosclerosi, malattie autoimmuni (LES, artrite reumatoide), malattie demielinizzanti (es. sclerosi multipla); presenza di tumore del nervo acustico o neurinoma dell'acustico; otite cronica.

SINTOMI. I sintomi dell'ipoacusia possono variare in base al tipo di perdita dell'udito, alla sua causa e al grado del deficit uditivo. In generale, le persone che soffrono di perdita dell'udito possono verificare uno o tutti i seguenti aspetti: difficoltà nel comprendere le conversazioni quotidiane; sensazione di poter ascoltare ma non capire; dovere alzare il volume della TV o della radio; chiedere spesso agli altri di ripetere; maggiore difficoltà a comunicare in situazioni rumorose come ristoranti, vivaci riunioni di famiglia, in auto o in riunioni di gruppo; tinnito o ronzii nelle orecchie.

DIAGNOSI. La diagnosi si basa come prima cosa sull'anamnesi della condizione e su di un attento esame obiettivo, che consta dell'esplorazione delle orecchie, della valutazione della funzionalità uditiva e della valutazione neurologica (deficit neurologici devono sollevare timori e spingere ad approfondimenti radiologici, come RM o TC). All'esame fisico segue l'effettuazione di diversi test dell'udito, semplici ed indolori, che valutano parti precise del sistema uditivo. I risultati dei test audiologici sono contrassegnati e presentati su di un audiogramma, rappresentazione grafica della capacità uditiva per ciascun orecchio, in cui sono indicati grado e tipologia del deficit. La frequenza è espressa in cicli al secondo detti anche Hertz. I test audiologici solitamente comprendono: esame audiometrico tonale (quantifica l'ipoacusia valutando la funzionalità di tutte le vie uditive - orecchio esterno, medio e interno- e delle aree acustiche corticali); esame audiometrico vocale (misura la soglia di percezione verbale e l'indice di riconoscimento vocale); discriminazione vocale; timpanometria; test del riflesso acustico.

TERAPIA. La perdita dell'udito è una condizione medica ben compresa che ha molte opzioni di trattamento. Per trovare quello più idoneo è necessario prendere in considerazione i seguenti fattori: tipo di perdita dell'udito, gravità della perdita dell'udito, causa (se nota), stile di vita, età ed esigenze di comunicazione. Le cause devono essere determinate e trattate. Ciò significa quindi che se la causa è ad esempio un farmaco oto-tossico, va sospeso o ridotto; se è una neoformazione che ostruisce il condotto uditivo esterno, va rimosso; se è una malattia autoimmune, può rispondere ai corticosteroidi; se è l'otosclerosi, si può intervenire con un intervento di chirurgia ricostruttiva; se è un versamento dell'orecchio medio, può essere drenato mediante miringotomia. Alcuni tipi di ipoacusia, in particolare i tipi trasmissivi, possono essere corretti dal punto di vista medico o chirurgico, ma altri no. Il trattamento più comune per la perdita dell'udito neurosensoriale è l'apparecchio acustico che, se correttamente installato, è in grado di migliorare in modo significativo la comunicazione, migliorando l'udibilità sociale. Gli apparecchi acustici sono disponibili in una vasta gamma di stili, colori, dimensioni, livelli di tecnologia e costi. Nei casi in cui l'ipoacusia sia particolarmente grave o profonda, può essere consigliato invece l'impianto cocleare, in grado di mandare i segnali elettrici direttamente al nervo uditivo. Qualora il paziente fosse un bambino, al trattamento specifico va anche associata una terapia adeguata per il sostegno nello sviluppo del linguaggio.