Dettagli Recensione

 
Ospedale di Camposampiero
Voto medio 
 
3.3
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
4.0

Zero rapporto umano

Esco ora, in lacrime, dal reparto di oculistica di Camposampiero.
In lacrime non per la preoccupazione in sé, bensì per il trattamento umano ricevuto.
Sono stata mandata dal mio medico di base per una infiammazione all’occhio sinistro poiché, avendo avuto casi di uveite pregressa, preferiva essere sicuro e, magari, cercare la causa della malattia.
Arrivata al reparto, dopo una sorprendente breve attesa, mi ritrovo nello studio con il dott. Gabriele Paolo e l’infermiera di cui, purtroppo, non conosco il nome.
Il dottore mi visita l’occhio evidentemente arrossato, l’infermiera mi mette, in modo tutt’altro che delicato, dell’anestetico e si comincia. Al momento di misurare la tonometria, vuoi per le palpazioni all’occhio già dolorante, vuoi per il senso di panico normale in uno studio medico, non riuscivo a tenere l’occhio aperto e continuavo, mio malgrado, a lacrimare. Mi sono ritrovata con l’infermiera che mi teneva la testa e io che, nel tentativo di asciugarmi le lacrime e calmarmi, mi agitavo ancora di più. Quando ho provato a dire “un attimo, non ce la faccio” il gentilissimo dottore ha detto all’infermiera di lasciarmi in pace, “non si possono costringere le persone”. Risultato? “La paziente rifiuta la misurazione con fonometria Goldmann.”
Mi rendo conto che a voi poco interessa di me e del mio occhio infiammato, che sono solo un numero e che quindi è il caso di sveltire il processo e mandarmi fuori il prima possibile, e va bene. Però così mi sembra esagerato. Tralasciando l’approccio umano inesistente, al quale bisogna purtroppo fare l’abitudine al giorno d’oggi negli ambulatori e studi medici, salvo rari casi, mi sono sentita davvero umiliata dal trattamento riservatomi.
Tendenzialmente lascio correre questo tipo di cose, mi rendo conto che i dottori e gli infermieri sono in primis persone, che come me posso aver avuto una brutta giornata o stare male o altre infinite variabili che condizionano le emozioni umane, ma così, onestamente, è davvero troppo: è un servizio per il quale pago e pretendo di essere trattata civilmente, quanto meno.
Così, mi tengo il mio occhio infiammato, senza sapere da dove viene l’infiammazione né perché comincia a succedere tanto spesso. D’altronde, sarà mica compito vostro capirlo!
Con questo, vi auguro buone feste e un felicissimo anno nuovo, sperando, innanzitutto, che vi fermiate a riflettere su cosa provi un paziente in vostra presenza e, in secondo luogo, che pensiate che, anche se per voi non è niente di grave, noi comunque ci troviamo lì senza capire il perché, sommersi da preoccupazioni sulla salute, che affidiamo a voi completamente.
Arrivederci e buon lavoro.

Patologia trattata
Infiammazione all’occhio.

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