Dettagli Recensione

 
Ospedale di Livorno
Voto medio 
 
3.3
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
2.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
2.0

Peccato per la mediocre qualità dell'assistenza

Infermiere significa colui che si prende cura dell'infermo. Dell'uomo o della donna inferma, quindi del suo benessere, dell'agio, del conforto, oltre che, in primis, della sua salute. Purtroppo ho potuto constatare una grande superficialità che non esiterei ad accostare a sciatteria, nonché la più assoluta mancanza di empatia da parte dell'equipe infermieristica. Le azioni e le risposte, in genere sì- no, prive di qualsiasi umanità, ben potrebbero essere fornite da un robot, con grande risparmio di soldi da parte della Struttura Sanitaria. Tra le varie perle che ho raccolto nel percorso ne segnalo due: il rifiuto, dopo 48 ore, di togliermi un laccio emostatico non più collegato, sporco di sangue, e con sangue ristagnante all'interno, e l'assoluto disinteresse verso una crisi d'ansia che ho avuto, constatando, di mattina presto, che il mio caricabatterie del cellulare si era rotto. Non mi è stata offerta la disponibilità de telefono fisso, per avvertire i miei famigliari e non farli preoccupare delle mancate risposte. Ho chiesto dove si trovasse lo spaccio e, benché molto lontano dal mio reparto, nessuno si è offerto di telefonare, almeno per chiedere se vendessero quell'articolo. Così, confusa e ansiosa, ho girato tutto l'ospedale e, constatato che lo spaccio non vendeva i caricabatterie, mi accingevo a uscire fuori della struttura, spinta dall'urgenza. Per fortuna una brava infermiera dell'Utic, pur avendo finito il proprio servizio, mi riaccompagnava al reparto facendo presente le mie condizioni e chiedendo l'uso del telefono fisso. A questo punto una infermiera mi offriva il proprio cellulare per avvertire la mia famiglia (tra l'altro dovevo avere un contatto continuativo perché sarebbe stato il giorno delle dimissioni). Strano che prima nessuno ci abbia pensato, eppure un cellulare in tasca, o un caricabatterie appresso, oggi se lo portano tutti! Non so se sia stato per tale episodio, ma la pressione mi è salita molto ed ho avvertito forti dolori allo sterno. Per questo motivo, ahimè, sono ancora qui, e devo dire che mi dispiace che questo reparto, che vanta Medici eccellenti, debba far sentire il paziente alla stregua di un oggetto. Queste cose vanno denunciate apertamente, altrimenti si rischia di perpetuare il cattivo andazzo, per "soggezione" o menefreghismo, e rendere meno accreditati luoghi sanitari che potrebbero essere considerati di eccellenza se solo si spiegasse, a chi ha a che fare con l'assistenza ai malati, che esiste una dote, chiamata empatia, che dovrebbe essere pre- requisito per ciascuna relazione d'aiuto.

Patologia trattata
Ernia al disco.

Commenti

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Inviato da Emilia
18 Settembre, 2015
Preferisco il SUD.
Preferisco i difetti di casa mia, tanti, ma bilanciati anche da entusiasmi, passioni, buona volontà. Nel reparto di neurochirurgia di Livorno, l'anima l'hanno buttata nei canaloni cupi di questa città un po' tetra, a causa dell'architettura fascista. La tanto decantata organizzazione che mancherebbe al Sud è assolutamente latitante anche qui. In genere la mano destra non sa cosa fa la sinistra, i messaggi sono confusi e contrastanti, parecchi infermieri, a fronte di un formalismo perbenista, non dimostrano alcuna disponibilità a trattare il malato come una persona, e non come un oggetto di deprivata dignità. Si sono spesso dimenticati di lavarmi!, di misurare la temperatura, la pressione e, soprattutto, di informarsi sull'intensità del dolore, nonostante in corridoio campeggino bei cartelli che ci ricordano che in questo reparto, due volte al giorno, dovrebbero misurarlo in base ad una scala da 0 a 10. Ma quello che più mi ha colpito è l'indifferenza e la supponenza con la quale viene trattato il paziente, e l'espressione di potere nei confronti di qualcuno che, spesso per soggezione o ignoranza, non sa o non può reagire a questo stato di cose.
Amato Sud, non voglio, per amore di patria, affermare che tu sia indenne da questi comportamenti, ma chi può negare che un gesto d'interesse vero, un sorriso sincero, un atteggiamento di empatia che ti faccia sentire meno solo, è come un raggio di quel sole che tanto amiamo. Che ci fa caldi nelle vene. Che ci scioglie le tensioni. Amato Sud, ti prego, fa quel passo in più, che ti impedisca di essere vituperato da chi non è alla tua altezza e non ti merita. Indica tu, agli altri, come sia possibile contemperare competenza e amore, efficienza ed allegria.
E se un sorriso è un raggio di sole, mille sorrisi faranno di te una fonte di calore e di energia in grado di illuminare il mondo.
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