Dettagli Recensione

 
Ospedale di Molfetta
Voto medio 
 
2.5
Competenza 
 
2.0
Assistenza 
 
2.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
3.0

Male che vada è pur sempre paziente molto anziana

Mia madre era cardiopatica, essendo affetta da insufficienza valvolare e fibrillazione atriale, e portava gli esiti dell'ictus cerebrale da cui era stata colpita 7 anni prima. Gli esami radiologici fatti in casa avevano evidenziato inoltre versamento pleurico bilaterale. Una situazione quindi piuttosto compromessa, che meritava un attento monitoraggio cardiologico e farmacologico. Ciò nonostante, mia madre riusciva a compensare questa situazione di precarietà, e non era allettata. Senonché la mattina del 26 Settembre 2018, reduce 3 giorni prima dall'inalazione di un sorso di liquido che le era andato di traverso e l'aveva un po' scompensata, ma da cui era rientrata grazie ad un cardiotonico, ebbe un problema di mancata diuresi. Ciò fece preoccupare l'infermiere chiamato per posizionare il catetere, che paventò il rischio di un blocco renale. Spinto anche da un medico di nostra conoscenza, e vincendo la mia riluttanza, feci portare mia madre novantanovenne al Pronto Soccorso dell'Ospedale di Molfetta, dove non si parlò di blocco renale ma di oliguria. Si constatò l'esistenza del versamento pleurico e sulla base di questa diagnosi fu mandata, disorientata, nel reparto di Medicina. Iniziò così la cura sia per il versamento pleurico, sia per l'ipotetica polmonite "ab ingestis" (che la TAC dimostrò inesistente), e quindi giorni e giorni di diuretici, antibiotici e cortisonici, e senza lo scrupolo di farle prendere farmaci essenziali per il cuore, che essendo in compresse mamma non riusciva a deglutire. Da aggiungere che per fare la TAC è stata lasciata due giorni senza né bere né mangiare. Senza parlare dell'ago delle flebo che spesso andava fuori vena, provocando ecchimosi al braccio. Da menzionare la situazione insalubre della stanza di degenza, dove vi era un'altra paziente con la bronchite (contratta a suo dire in Ospedale) e dove il sabato sera vi fu un eccessivo affollamento con più di 15 persone contemporaneamente. A quel punto il fisico di mia madre, completamente debilitata, cedette. Nessuna spiegazione da parte dei medici di questo repentino peggioramento delle sue condizioni fisiche, e nemmeno informazioni sulla terapia somministrata nei giorni precedenti. Solo un algido distacco. A nulla può valere la dichiarazione riportata in cartella che i familiari sono stati avvisati delle condizioni precarie della madre (nego che ciò sia avvenuto!).
Certo è un tonfo al cuore pensare che tutto è partito dall'allarmismo ingiustificato di un infermiere (dipendente di questo Ospedale) quando a casa paventava un blocco renale (inesistente), per passare attraverso la somministrazione nel reparto di Medicina di una serie di farmaci eccessiva e inappropriata, per curare patologie che non c'entravano niente con il motivo del ricovero, cioè il versamento pleurico e un'ipotetica polmonite "ab ingestis". Se proprio volevano trattenerla in Ospedale, tanto valeva trasferirla nel reparto di Cardiologia per curare lo scompenso cardiaco, che era la vera causa dei suoi mali.
Voglio fare una raccomandazione a chi leggerà queste righe, perché non ricoverino i loro genitori molto anziani e con patologie serie. Non dessero ascolto, se è il caso, nemmeno al consiglio dei medici: meglio una cura entro le care mura domestiche che un ricovero. Io personalmente ci sono ricascato una seconda volta, dopo aver vissuto un'esperienza simile con mio padre parecchi anni fa.

Patologia trattata
Oligo-anuria, versamento pleurico, iposodiemia in paziente cardiopatica.

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