Dettagli Recensione

 
Ospedale San Camillo di Roma
Voto medio 
 
2.3
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
2.0
Servizi 
 
3.0

Professionalità zero

Ho partorito al San Camillo a gennaio 2015.
Sono stata seguita dalla Dott.ssa Bartolelli Cinzia e non la consiglio.
Il mio parto è stato un parto indotto a 36+6 settimane.
48 ore in sala parto senza nessuna assistenza e senza che nessuno sapesse dire come avrei partorito. Chiunque entrava, dava direttive diverse alle infermiere.
La mia dottoressa, che avrebbe dovuto farmi l’induzione al parto, parole dette da lei, neanche si era fatta viva il secondo giorno.
Alle ore 12.00 mi fanno l’induzione al parto senza però darmi da mangiare dalla sera prima perché – non si sa mai - magari serve un cesareo. Io continuo a non avere tanti sintomi di contrazioni. Allora cominciano a darmi di tutto di più, oltre l’antibiotico (che già prendevo dalla sera prima e che, se non lo interrompeva un medico di turno, continuavano così..). E menomale che quando stai in gravidanza continuano a dirti che non puoi prendere nulla.
Non basta, mi portano una palla per fare esercizi, e nel frattempo monitorano il battito del mio cuore invece di monitorare quello del nascituro.
Tra i vari "veleni" che prendevo e tra i dolori e la fatica, io comincio a tremare tutta, quasi svengo, la bambina non riesce ad uscire e la situazione si complica; chiamano urgentemente la Dott.ssa Bartolelli, che era di turno, per farla salire in sala parto, ma la signora era già andata via. Allora vanno in cerca di un dottore in giro per il reparto e trovano uno che stava lasciando il turno con la borsetta in mano. Entra in sala parto urgentemente e gli mettono in mano la ventosa, che nel frattempo una infermiera la fa cadere per terra. Ormai tutto l’ospedale sta dentro la mia sala parto. Non sanno più come fare, mio marito lo buttano fuori. Sono lì in sala parto con tutti in agitazione ed io da sola che continuavo a tremare come una foglia e chiedevo una coperta. Alla fine riescono a tirare fuori la mia bambina, che era entrata in sofferenza respiratoria e cardiaca. Me la portano un attimo per dirmi: almeno dalle un bacio.
Finisco qui perché non ci sono altre parole da spendere.

Solo una cosa, non conosco il nome del medico che ha salvato mia figlia, perché non c’è scritto neanche nella cartella clinica (e questo dice molte cose), ma lo ringrazierò per tutta la vita!

La mia bambina è stata ricoverata subito in terapia intensiva al reparto di neonatologia, che come professionalità e umanità sta anni luce dal reparto di ginecologia e ostetricia. Grazie di cuore per avermi ridato mia figlia!

Patologia trattata
Parto / Epatogestosi.

Commenti

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Inviato da chissà
11 Gennaio, 2019
Non c'è il nome del medico che ha salvato sua figlia perchè forse era uno specializzando; solitamente i nomi di tutti i medici in servizio che operano un'azione o una terapia per un paziente, devono esserci per legge sulla cartella. Mentre i nomi degli specializzandi no, in quanto non ancora in possesso della specializzazione appunto.
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