Dettagli Recensione

 
Ospedale di Biella
Voto medio 
 
2.8
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
3.0

Intervento open per aneurisma addominale

Mio papà è stato operato di aneurisma addominale a cielo aperto a luglio del 2020. È stato convinto dall’equipe di chirurgia vascolare durante un precedente ricovero in cardiologia. Per salvargli la vita, gli dissero.
Voglio premettere che mio padre è stato malato di cuore per 32 anni e ha superato 7 infarti, e che è un vero combattente. Anche questa volta, nonostante fosse provato anche da una precedente forte perdita di peso e con poche forze, ha lottato e superato l’intervento. Il post però, è stato disastroso. Dopo 3 notti di degenza infatti è stato dimesso (quando la degenza minima in questi dovrebbe essere di almeno 7 giorni) - causa accampata: pericolo COVID.
La ripresa è stata dura, a casa, e di certo impegnativa per tutta la famiglia. Non sono mancati un sacco di effetti collaterali dopo l’intervento: disfunzioni all’apparato genitale, problemi e dolore nella minzione inclusa perdita di sangue, dolori forti e costanti allo stomaco. Problemi indicati al chirurgo più volte, durante la rimozione dei punti e le prime visite di controllo, ma sempre sminuiti, consigliando di farsi prescrivere dal medico curante antidolorifici e medicine per piccole infezioni urinarie. Una visita dall’urologo però ha confermato che "beh in questo tipo di operazioni, in quanto “si taglia”, ci sta che tocchino qualche nervo che comporta alcuni dei disturbi citati".
Da procedura, dopo 6 mesi è indicata una visita di controllo con ecodoppler, la quale ci è stata altamente raccomandata dagli stessi medici vista l’operazione così delicata. Ma la visita, causa COVID, non si è mai fatta ed è stata rimandata a MAI. Ho contattato i medici un paio di volte spiegando che mio padre non stava bene, che aveva continui disagi causati di certo dall’intervento, e continuava a perdere peso nonostante mangiasse molto e che non è nel suo carattere lamentarsi, e che se lo avessero contattato loro magari potevano visitarlo fuori ospedale, vista la situazione, la severità dell’intervento e l’importanza dei controlli. A lato dei punti, sulla pancia, aveva sempre un gonfiore sospetto che gli causava molestia. Mio padre è morto 10 mesi esatti dopo l’intervento, senza che mai nessuno lo contattasse. Improvvisamente, senza preavviso. Un infarto fulminante, ci hanno detto, anche se lui ne aveva avuti così tanti da avere ormai il callo.
Il dolore che provo non si può descrivere, ma questo dolore è accompagnato dal rancore verso questi medici, che davanti al COVID hanno dimenticato i loro pazienti, quelli veri, che continuano a morire per altre patologie! Un rancore che proverò per sempre.
Professionali dite? Neanche un po’.. e di certo, poco umani! Mio nonno e mio zio sono stati medici, quando le norme deontologiche avevano ancora un senso e il dottore era la persona in cui un paziente riponeva davvero tutta la sua fiducia. Mio padre lo ha fatto, e se forse avesse dubitato anche solo un po’, ora forse sarebbe ancora qui e potrei continuare ad abbracciarlo..

Patologia trattata
Aneurisma addominale.

Commenti

2 risultati - visualizzati 1 - 2  
 
Per Ordine 
 
Inviato da Equipe di Chirurgia Vascolare & Endovascolare
14 Agosto, 2021
Gentilissima Signora,

Cogliamo innanzitutto l’occasione per porgere le condoglianze per la perdita del papà.

Il recente lutto e non fornisce però pretesto, a nostro parere, di divulgare informazioni parziali e quindi non veritiere. Il Papà, come lei stesso enunciato, era grave cardiopatico fin dalla giovane età: durante l’ultimo ricovero presso il reparto intensivo della Cardiologia dell’Ospedale di Biella veniva riscontrato un voluminoso aneurisma dell’aorta addominale iuxta-renale, a significativo rischio di rottura. Nonostante non fossero perseguibili (per ragioni morfologiche) le più moderne tecniche di trattamento mini-invasivo, veniva proposto il trattamento chirurgico tradizionale di sostituzione del tratto di aorta ingrossato con il non facile compito di abbassare al massimo i rischi legati ad un intervento di chirurgia maggiore.

Al Papà sono stati elencati i rischi del suddetto intervento, straordinariamente elevati data la sua storia clinica che lui ha perfettamente compreso ed accettato con la firma di un opportuno consenso informato.

L’intervento si è svolto nella maniera più lineare possibile, il Papà è stato dimesso dopo tre giorni senza alcuna forzatura ed in ottemperanza ai protocolli di gestione fast track (rapida ripresa post-operatoria) in uso routinariamente presso la Nostra Unità. Ci preme sottolineare questo concetto: la contingente pandemia di Covid-19 non ha in alcun modo accelerato la dimissione.

Nei mesi successivi l’intervento Lei riferisce come il Papà sia entrato in una spirale di depressione legata a complicanze post-operatorie e scarsa compliance da parte della nostra équipe a fronteggiare le suddette e ad ascoltare il Paziente.

Ci preme invece sottolineare come la Nostra rivalutazione sia stata offerta, non tenendo affatto conto della chiusura della nostra attività ambulatoriale durante il picco pandemico, e possiamo ovviamente presentare i riscontri a supporto di questa affermazione.

L’intervento per aneurisma dell’aorta addominale si è svolto 10 mesi prima, non è quindi possibile evidenziare alcuna correlazione con le cause che hanno portato al decesso.

Il papà è stato trattato secondo principi di professionalità, umanità e disponibilità. Ci siamo fatti carico di una storia clinica impegnativa e gravosa, cercando di offrirGli le migliori cure disponibili presso il Nostro nosocomio.

Cordiali Saluti.
In risposta ad un earlier comment

Inviato da Anna
14 Agosto, 2021
Innanzitutto grazie per la risposta, anche se vorrei sottolineare che le informazioni di cui sopra non sono false.

Mia padre era ben conscio della difficoltà dell’intervento e sì, ha firmato la classica responsiva, e vorrei ben vedere chi non lo avesse fatto messo di fronte a morte certa vs. morte probabile.

Ma io ero presente il giorno delle dimissioni, e ho chiesto alla dottoressa Dama perché lo dimettevano così presto visto che era evidente che non era pronto, e la risposta è proprio stata che era per evitare i rischi COVID. Ho consultato altri specialisti, il fast track dopo un intervento che voi stessi state confermando avere rischi di mortalità altissima, è inspiegabile, anche perché chissà perché abbiamo amici che per dei calcoli sono rimasti in ospedale oltre una settimana proprio nello stesso periodo in cui mio padre era ricoverato.
Parlando di affermazioni non veritiere.

Avevo anche omesso che il papà, il giorno dell’intervento, per sicurezza, doveva passare la notte nella rianimazione di cardiologia per essere monitorato (vista la storia clinica), ma per errore è stato mandato in rianimazione normale con luce a giorno, gente che urlava e impossibilità di riposare. E la ragione per cui questo dettaglio era stato tralasciato, è che la mia critica non è rivolta all’intervento, che sono sicura è stato fatto nel miglior modo possibile, ma alle dimissioni affrettate e alla totale mancanza di interesse dopo lo stesso.
Negli anni abbiamo bazzicato molti ospedali e medici per sapere che è tutta una questione di statistiche, e farlo uscire vivo da un intervento del genere era tutto ciò che contava.
Dei tanto raccomandati controlli dopo 6 mesi, cancellati per COVID nemmeno si fosse operato di una appendicite, a nessuno è importato.
L’assistenza post intervento è stata totalmente assente e ripeto, lo capisco, c’è il COVID, e di sicuro ci sono state altre priorità, ma non credo che un intervento di aneurisma si possa dimenticare come magari qualcosa di banale come un’appendicite o un braccio rotto.

Ci terrei anche a sottolineare che nel mio messaggio io non ho mai parlato di depressione.
Le disfunzioni genitali, il dolore nella minzione e il mal di stomaco costante erano effetti collaterali dell’intervento, come confermato dall’urologo consigliato dal dottor Iazzolino, e non problemi dati da una depressione.
Papà è uscito dall’ospedale giù di tono, il che mi sembra normale dopo un intervento del genere e uno squarcio in pancia, ma si è ripreso in fretta, ritrovando il gusto nel mangiare e riprendere peso, nell’uscire con gli amici e fare un po’ di sport (cose che ormai non faceva più prima dell’intervento) e questo è un segno che era convinto di poter riprendere a fare una vita normale..
Il sanguinamento nelle urine, e la nuova perdita di peso nonostante mangiasse moltissimo, erano sintomi recenti e proprio a Marzo, preoccupata, io chiesi ad uno dei dottori di contattarlo e organizzargli una visita visto che quella di Gennaio non era mai avvenuta, ma nulla. Mi è stato risposto che il reparto era ancora chiuso per emergenza COVID. La vostra assistenza, riscontrabile secondo voi, non è stata offerta e sebbene insistiate che l’ospedale fosse operativo nel periodo del COVID, vi posso confermare che non lo era visto che anche a mia madre, con pre-ricovero già effettuato ad ottobre, è stato cancellato proprio un intervento di chirurgia vascolare e dopo 8 mesi le è anche stato detto che se aveva urgenza poteva andare da un’altra parte (cosa che abbiamo fatto e 7 giorni dopo era operata!).

Non è un segreto che a causa del COVID l’ospedale di Biella abbia tralasciato i pazienti con altre patologie, sebbene solo alcuni reparti fossero adibiti ad emergenza COVID, e sono certa che anche se affermate che le mie informazioni non siano corrette, sappiate che io non la penso così.
2 risultati - visualizzati 1 - 2