Dettagli Recensione

 
Ospedale Vincenzo Cervello di Palermo
Voto medio 
 
1.8
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
2.0

Totale assenza di supporto per l'allattamento

Nella mia esperienza personale ho riscontrato l'assenza di una politica volta al supporto all'allattamento, nonostante la presenza del dott. Giordano che si professi baluardo dell'allattamento. I pediatri del nido non fanno altro che dispensare biberon a iosa, spingono proprio a somministrarli per evitare eventuali problemi col peso. Alla mia richiesta di aiuto da parte di un'ostetrica, non è seguito alcun intervento. Nessun contatto pelle a pelle alla nascita, nessun primo attacco in sala parto né durante le prime due ore, nulla di tutto ciò che era stato predicato al corso preparto, anzi, hanno somministrato un primo biberon a mia insaputa quando ero ancora in sala parto. Lo stesso avviene in UTIN per quei bambini ricoverati con le madri. Dopo un mese mi sono recata nuovamente in UTIN per chiedere una consulenza al dott. Giordano, che si è negato. Grande delusione.

Patologia trattata
Parto cesareo.

Commenti

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Inviato da giuseppe giordano
09 Luglio, 2018
Leggo la recensione della mamma in ritardo ed assolutamente per caso.
Troppo spesso accade che sul web si venga pubblicamente citati e giudicati senza appello senza che si abbia la possibilità di essere informati e di potere replicare.
L’esperienza vissuta dalla signora mi addolora profondamente. Tuttavia mi sento obbligato ad alcune precisazioni.
E’ innegabile che i sanitari ospedalieri (ed extra-ospedalieri) di prossimità alle mamme abbiano ancora da fare un lungo percorso di rinnovamento ed approfondimento culturale in tema di promozione e sostegno dell’ allattamento.
E’ altrettanto innegabile che l’entourage familiare e sociale della neomamma spesso non aiuta e qualche volta rema contro.
Gli incontri con le mamme in attesa, a cui mi dedico da più di 25 anni, sono in massima parte orientati proprio a “vaccinare” dalle difficoltà e dalle interferenze dei primi giorni del parto. Negli incontri NON nascondo, anzi paleso senza veli (e pesantemente!), le imperfezioni e le disattenzioni del presidio ospedaliero presso il quale lavoro.
E’, ma solo in parte, vero che si potrebbero eliminare molti biberon che girano presso il nostro nido. Nello steso tempo bisogna considerare che l’ azione professionale del Neonatologo ospedaliero si esplicita limitatamente alle prime 48 - max 72 ore di vita, ma costringe a responsabilità e previsioni che si proiettano su molti giorni a venire, stante la ritardata presa in carico del neonato dal Pediatra di famiglia.
In occasione del controllo clinico del neonato, che effettuiamo più o meno a circa 6 gg di vita, osserviamo spesso situazioni di calo ponderale >> del 12 %, con le conseguenze metaboliche transitorie e non transitorie che ciò comporta.
In questi casi l’integrazione con formula, oltre al miglioramento della tecnica di attacco al seno, è un male necessario.
Non so se e perché sia stato somministrato un biberon di formula al figlio della signora, mentre questa era ancora in sala parto. Mi chiedo piuttosto perché il suo bimbo non si trovasse attaccato al seno di mamma in sala parto. Di routine dopo la nascita i nostri bambini vengono posti accanto alle loro madri proprio affinchè inizino e perfezionino il bonding e, quindi, l’attacco al seno. Forse era stata fatta una glicemia … forse questa era risultata bassa … ma sono solo congetture.
I nostri bambini di terapia intensiva sono in larga parte nutriti con latte di mamma estratto. Il frigorifero di reparto è pieno zeppo di contenitori di colostro. Quando è possibile (no protesi respiratorie, no termoculla, etc. ) i neonati fanno, come in tutta Italia, kangooro mother care intermittente e/o si attaccano al seno. Anche in questo ambito i miglioramenti da mettere in opera sono ancora numerosi. Penso, ad esempio, ad una stanza dedicata per l’estrazione del latte, ma anche ad altre cose.
In merito alla parte che mi riguarda, fra i miei innumerevoli difetti ritengo di non dovere annoverare la autoreferenzialità. In nessun caso mi sono autonominato “baluardo dell’allattamento” o qualcos’altro del genere. Ho sempre creduto, al contrario, che la promozione e l’aiuto ad allattare dovrebbe far parte del NORMALE bagaglio di ogni medico di maternità. Per il resto la mia storia professionale dura ormai da più di trenta anni ed è facilmente ripercorribile. Le mamme mi hanno chiamato in tanti modi, per lo più positivi.
Il mio ruolo di neonatologo ospedaliero mi obbliga ad interventi di rianimazione dentro e fuori la sala parto, diagnostica ecografica, terapia respiratoria e metabolica, nutrizione parenterale, cateteri centrali (che arrivano al cuore), diagnostica ecografica, trasporto neonatale in ambulanza di neonati critici in tutta la Sicilia occidentale, etc. etc. etc. Il carico di lavoro istituzionale non permette un servizio ambulatoriale “a domanda”. Non so in quale giorno, ad “un mese di vita del bambino”, la signora si sia, di sua sponte, recata in reparto per una “consulenza” con me. Mi sembra incredibile che io mi possa essere scortesemente negato. Ritengo assai più probabile che la signora possa aver intercettato uno dei consueti momenti estremi di attività assistenziale di UTIN.
Non ho studio privato e non faccio attività extraospedaliera. Per essere più vicino ai bisogni delle mamme da quasi sei anni conduco un portale di sostegno all’allattamento al seno (ALLATTAMENTI RIUNITI), corredato da mail di aiuto e consulenza. Ad oggi il sito ha totalizzato più di 17500 accessi ed ha portato a termine più di 900 consulenze via mail da TUTTA ITALIA .
L’esistenza del portale è ben noto a tutte le mamme, che hanno frequentato i miei incontri prenatali.
Mi dispiace che la signora non mi abbia contattato via mail per consigli o anche per concordare un breve incontro.
Concludo come ho iniziato: sono davvero dispiaciuto che un momento così importante nella vita della signora si sia tinto di delusione e di amarezza. Dispiaciuto che, al di là della mia volontà, non abbia in qualche modo potuto essere presente quando richiesto.
Dott. Giuseppe Giordano
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