Dettagli Recensione

 
Istituto Europeo di Oncologia di Umberto Veronesi
Voto medio 
 
3.8
Competenza 
 
4.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
5.0

Complimenti

Scrivo per le donne che come me non sono lombarde, e si trovano in giovane età ad affrontare un grande mostro come il cancro, che cambierà inesorabilmente la loro vita frapponendosi come uno spartiacque tra il prima e il dopo il suo passaggio. A prima vista i medici nella paura del primo incontro sembrano professionali, e molti lo sono! Ma io mi sono trovata subito male, li ricordo freddi, senza nessun calore nel linguaggio nei modi, mi sembrava di parlare con pezzi di ghiaccio. Persone abituate a parlare di malattia come fosse una lista della spesa.. Ogni trattamento e ogni intervento demolitivo, come fosse nulla. Senza empatia. Di conseguenza è molto difficile relazionarsi con queste persone e loro non capiscono la tua vivacità, il tuo carattere aperto che fatica a dare del lei, abituato dalla nascita ad approcci più umani con tutti. Ho sofferto molto in Ieo, sia fisicamente che moralmente. Relazionarsi con queste persone è d'obbligo e se sei sensibile come me non è consigliabile: ti senti giudicato anche se non parlano per come ti guardano. Non hai più un nome ma hai solo un cognome; da noi è il contrario: il nome è la prima cosa, ed è molto bello quando un medico ti chiama per nome, ti trasmette calore e tranquillità. Dall'accettazione agli infermieri, i medici, i radiologi, li ricordo tutti. I dottori della plastica mi risero praticamente in faccia nel letto d'ospedale appena mastectomizzata (ero sconvolta e non riuscivo neppure a parlare tanto forte fu il trauma, non razionalizzavo bene..) quando chiesi se sarei tornata come prima, da innocente e giovane inesperta quale sono. Risero. Poi ho pensato che il camice bianco dei medici è appunto di questo colore per ricordare il ghiaccio. Può sembrare un giudizio pesante, ma subire il cancro è pesante di per sé cari miei... e se non si hanno dei medici umani è molto più difficile. Fui costretta ad andare Milano perchè nessuno nella mia regione era in grado di trattare il mio caso, e per questo sono grata, ma penso che qui dentro, in IEO, ci sia molto da lavorare in termini di rapporto tra paziente e medico, in termini di risposte mai avute per anni (e scrivevo spesso). Triste. Io ricordo il Dott. Veronesi, che invece trasmetteva molta umanità, ma di lui dopo la sua morte, non c'è più nulla se non una foto all'ingresso. Peccato incontrarli, mi hanno lasciato un brutto ricordo, come se la malattia non bastasse.

Patologia trattata
Mastectomia con dissezione ascellare.

Commenti

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Inviato da Carmel
06 Agosto, 2020
Ciao, mi dispiace tanto per ciò che scrivi di aver vissuto, e mi meraviglia leggere la situazione che tu dici. Non mi spiego e non posso immaginare quello che tu descrivi, non mi sembra una realtà dello IEO... Sono paziente di questo istituto da 9 anni e devo dire che non ho mai trovato un medico col cuore di ghiaccio... Certo, alcune persone sono un po' meno empatiche, un po' meno socievoli rispetto ad altre, ma non di ghiaccio.
Io posso solo parlare bene dei medici che ho conosciuto in IEO, di alcuni in particolar modo... che sono stati sempre un esempio di umanità, gentilezza e professionalità.
Inviato da Miriam
07 Agosto, 2020
Salve, a dire il vero rileggendo sono stata molto tenera e delicata nel trascrivere la mia esperienza, la verità è peggiore. Conosco l'ambiente da più anni di lei e, mi permetta, lei conosce solo la facciata ed è fortunata. Io conosco le retrofile, e posso anche pensare che il suo commento sia di qualche dipendente e non di una vera paziente... O se lo è lei, non conosce affatto l'IEO. Sono un sistema matematico, rigido e, se non sei come dicono loro, vale a dire sempre ossequiosa, sei etichettata. Il ghiaccio che hanno è talmente spesso da far venire la polmonite a chi si accosta.. Il dolore che ho provato sia fisico che morale è stato atroce. Non si permetta mai più di criticare le mie parole frutto della mia esperienza, né di darmi del tu, io non la conosco.
Inviato da Anna
07 Agosto, 2020
Penso che ogni persona abbia la sua esperienza, ogni donna una sua prospettiva ed un trattamento diverso l'una dall'altra. Considerando poi che ogni medico è diverso, ognuno è libero di riportare la sua opinione al riguardo in un Paese democratico. Anch'io mi sono trovata malissimo.
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Inviato da Gloria
20 Gennaio, 2021
Io ad esempio mi sono trovata male in un altro ospedale di Milano. L'esito di chirurgia non definitiva (da ridefinire) mi fa vivere da tre anni in un incubo e sono empatica verso chi può aver percepito freddezza. Allo Ieo ho fatto qualche visita, erano gentili, seppur distaccati - a parte il prof Paolo Veronesi. Mi faceva un po' paura la struttura così grande e la distanza e per quello ho poi deciso di andare vicino casa, per ora. Spero di uscire dall'incubo e rimuovere la mia personale esperienza chirurgica. Così come ogni tumore è diverso, lo è la percezione di sè e la personale esperienza vissuta dal soggetto. Anche se on si può fare di tutta l'erba un fascio, il bravo medico deve saper comunicare ed essere un bravo psicologo anzitutto! Molti di loro ti fanno sentire come una preda!
Auguri di buona salute a tutti di cuore e buon 2021.
Gloria
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