Dettagli Recensione

 
Ospedale Maggiore di Bologna
Voto medio 
 
1.5
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
1.0

Traumatico parto naturale

Ad ormai un anno trovo il coraggio di rielaborare ciò che ho vissuto l'anno scorso al reparto di Maternità dell'Ospedale Maggiore di Bologna.
Mi presento al pronto soccorso ostetrico con le contrazioni regolari ogni 3 minuti alle 7:30 di mattina. Sono forti e ho problemi di gestione del dolore, come scritto nel piano del parto, e mi aspetto di essere assistita con i servizi offerti nella sala travaglio in attesa dell'analgesia epidurale, cui non posso ancora accedere perché ho una dilatazione ancora bassa.
Vengo però spedita in reparto per attendere una dilatazione più importante. Ricevo 2 visite dalle ostetriche di turno in cui la dilatazione non è ancora sufficiente, dopodiché vengo abbandonata con mio marito per 3 ore fino al pomeriggio. Il dolore è divenuto insopportabile, le contrazioni ogni pochi secondi e ho sinceramente creduto di morire; nonostante questo, mi hanno rifiutato ulteriori visite o accessi alla sala travaglio, dove avrei potuto accedere alla piscina o alle manovre alternative di gestione del dolore.
Ho affrontato queste ore in solitudine sotto la doccia calda, con mio marito che aveva paura di peggiorare la situazione forzando la mano.
Ho urlato a vuoto per un tempo interminabile.
Quando le ostetriche si sono degnate di visitarmi alle 16.00, hanno constatato una dilatazione che per loro aveva superato quella consigliabile per l'epidurale.
In 3 ore mi sono dilatata da 2 a 10 centimetri, per dare un'idea del dolore provato.
Mentre urlavo che non volevo e che avevo il diritto di prendere fiato, che avevo fatto tutto quello che c'era da fare per ottenerle l'epidurale e che non ce la facevo più, come se niente fosse mi hanno mostrato un sorrisone 36 denti dicendo "ma come, non vuoi vedere il tuo bambino? ci siamo quasi su via" e mi hanno trascinata senza alcuna empatia in sedia a rotelle direttamente in sala parto.
Il mio bimbo è nato alle 19:30 (sano) dopo 3 ore e mezza di fase espulsiva. Mi hanno dato dell'ossitocina perché non avevo più nessuna forza e quindi in tutto questo il ricordo del dolore e la rabbia data dal senso di impotenza sono così vive che ancora oggi non riesco a trattenere le lacrime.
So che ci può essere di peggio, ma nel percorso alla nascita mi era stata raccontata una storia ben diversa; questo è essere presi in giro, e ora capisco perché molte donne si rifiutano di avere un secondo figlio, ora mi ci metto anche io.

Patologia trattata
Parto naturale.

Commenti

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Inviato da Ilaria Polizzy
17 Ottobre, 2018
Ho vissuto il tuo stesso incubo nel dicembre 2015, facendo però l'errore di mandare a casa mio marito e quindi di restare sola per 4- 5 ore durante il turno notturno... Lasciata da sola, alla mia richiesta se potevo essere aiutata a scendere dal letto per poter andare in bagno, mi sono sentita dire, "questo nessuno me lo aveva mai chiesto, non è un mio compito, al massimo posso darti un braccio"; chiesi una borsa d'acqua calda per poter mettere dietro la schiena e la risposta sempre dalla stessa persona è stata "fatti una doccia". Ho consumato quel corridoio andando avanti e indietro cercando di lenire un po' i dolori, senza ricevere assistenza. Ho telefonato a mio marito in lacrime dicendo che stavo per partorire in stanza da sola, perché nessuno voleva visitarmi, per loro non ero pronta. Quando mio marito allarmato è arrivato in reparto, ha detto di avermi sentito urlare molto prima di arrivare in stanza, ma lo staff è accorso in mio aiuto solo dopo aver sentito arrivare lui. Durante la visita (fatta sempre da questa dottoressa) perdevo sangue, e con mia grande sorpresa invece di essere mandata in sala parto, sono stata mandata nella sala del tracciato perché aveva scritto una dilatazione di 4 cm., cosa a cui non ho mai creduto dato che quando mio marito gli ha fatto notare che stavo per partorire, hanno effettivamente constatato che ero dilatata di oltre 10 cm. e che non c'era più tempo per l'epidurale e nemmeno per cambiare stanza. Il bimbo per fortuna sta bene, ma il trauma di quella notte non potrà mai essere cancellato.
In risposta ad un earlier comment

Inviato da Ilaria
07 Settembre, 2021
Non so se funzioni ancora così, spero ci sia stato un ricambio del personale.
Di fatto all'epoca le ostetriche non allertavano neanche l'anestesista.
Parlando con l'anestesista di riferimento un anno dopo, ho saputo (il dottore, gentilissimo, è andato a ricontrollare i fascicoli) che neanche nel mio caso, come spesso accadeva, lo specialista era stato allertato. Era sbigottito.
In questi casi, se c'è un compagno o una compagna, è bene che si occupi di aggirare questa mancanza e allertare personalmente l'anestesista, che si trova al piano di sotto, di solito, se non erro.
Inviato da maria menini
17 Gennaio, 2022
Denunciate. La violenza sulle donne in contesto ostetrico-ginecologico è oramai una realtà assodata. Migliaia di donne stanno lottando perchè siano garantiti diritti e umanità durante la gravidanza e il parto.
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