Dettagli Recensione

 
Ospedale Maggiore di Bologna
Voto medio 
 
1.5
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
1.0

Mancanza di attenzione e cura del paziente

Questa mattina ho avuto la peggiore esperienza che mi sia capitata alla Maternità dell’Ospedale Maggiore. La mia storia con la Maternità inizia nel 2013, con la nascita di mia figlia maggiore, taglio cesareo per presentazione podalica. Dopo 4 anni, decisa, tento un parto naturale che si trasforma in cesareo. Nascono senza difficoltà due bambini sani, grazie al supporto di tutta l’equipe. Sono alla terza gravidanza e non ho mai avuto esperienza di travaglio. Mi lascio consigliare da diversi esperti, amiche, familiari. Mi convinco ad attendere il travaglio ma l’attesa è estenuante ed, arrivata ad una settimana successiva post termine, con dolori forti non abbastanza ravvicinati, confido all’ostetrica in carico, Dott.ssa Paola Murano, di aver ripensato al taglio cesareo e di temere di non riuscire ad affrontare un parto naturale. Spiazzata, senza guardarmi in faccia, inizia a fare telefonate, lamentando di non riuscire ad inserirmi a breve e di avere problematiche nella lettura di un’agenda cartacea sulla quale sono segnati gli appuntamenti, con diverse cancellature. Vengo fatta uscire dall’ambulatorio ed attendo due ore per sapere se di me si può fare qualcosa e cosa.
Al termine dell’attesa, facendomi pesare la scelta sofferta, per diverse riorganizzazioni dovute al mio ripensamento, mi comunica che a Natale non sarò a casa con i miei due figli ma che nell’ipotesi migliore mi prenderanno in sala operatoria il giorno 23, se possibile, il pomeriggio.
Io non mi sono mai permessa di mettere in discussione l’operato o la competenza di un professionista, essendo tale, in altro settore. Questa mattina, però, la domanda, forte, incalzante, è: ci meritiamo di essere diventati numeri da incasellare in agenda? Disturbi o rallentamenti in un processo burocratico? Fastidi senza nome da inserire a spinta in un calendario dell’Avvento già sovraffollato? Io non credo. La mia scelta di tornare al parto cesareo è data dall’esasperazione di notti in preda al dolore, che sono sembrate solletico agli occhi esperti di un’ostetrica. In tutto questo, senza il rilascio dell’informativa promessa, nella mattina di domani dovrò scegliere se asportare o meno le tube. Io ho una laurea in architettura. Non in medicina. Se un cliente mi chiede spiegazioni per la scelta di una carta da parati, lo accontento con un sorriso, non me ne sbrigo con sufficienza. E non stiamo parlando di carta da parati.

Patologia trattata
Terzo taglio cesareo. Gravidanza a rischio.
Esito della cura
Nessuna guarigione

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