Dettagli Recensione

 
Ospedale Maggiore di Bologna
Voto medio 
 
1.5
Competenza 
 
2.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
1.0
Servizi 
 
2.0

Doppia esperienza al pronto soccorso ginecologico

Devo riportare due esperienze al pronto soccorso, in quanto collegate tra loro.

Prima esperienza:
Sono alla prima gravidanza. Alla 12esima settimana vedo delle piccole perdite marroni e un po' allarmata (ma non troppo, essendo comunque perdite iniziate e finite nel giro di pochi minuti) chiamo la mia ginecologa per avere un consiglio. Lei mi dice che quasi sicuramente non è nulla, ma di andare comunque al pronto soccorso ginecologico. Io e mio marito ci dirigiamo lì, e aspettiamo tutto il pomeriggio in coda. Vista la gravità di alcuni casi che mi stavano accanto, avrei aspettato anche un'ora in più per far passare avanti ragazze con problematiche peggiori. Ma a quanto pare faceva fede più l'ordine di arrivo, o forse il mio era comunque un punto di vista sicuramente meno competente dei professionisti all'interno.
Comunque all'esterno ho potuto assistere in sala d'attesa (completamente in balia di chiunque quindi) alla disperazione di una madre che era appena uscita dal reparto consapevole di aver perso il bambino, e lasciata completamente sola (senza supporto di nessun professionista) per più di un'ora e mezza in sala d'attesa, aspettando di dover andare (suppongo) a fare un raschiamento o simile.
Arriva verso sera il mio turno, e mi dicono di entrare da sola (i mariti li lasciano fuori, anche se effettivamente il bambino è di entrambi, quindi siamo entrambi in apprensione).
Dentro trovo una dottoressa buona come il pane, gentilissima che mi mette a mio agio (nonostante la corsa che stava sicuramente affrontando vista la mole di persone che si presentavano in reaparto). Mi fa accomodare sul lettino e controlla che tutto vada bene. Fortunatamente tutto va bene e mi consegna un referto in cui l'unica "terapia" consigliata è controllare che il problema non si ripresenti. Specificando che in caso di perdite diverse, o più abbondanti o dolore, sarei dovuta ripresentarmi.

Seconda esperienza.
Passano un paio di giorni senza perdite. Poi mi sveglio una mattina con piccole perdite rosso vivo che non si fermano, oltre a dolore al basso ventre. Alche' (seguendo quanto scritto nel referto) mi reco subito al pronto soccorso nuovamente. Questa volta sono molto più agitata, in quanto le perdite non si fermano ed ho veramente paura stia succedendo qualcosa di brutto.
In sala d'attesa non c'è nessuno, e mi fanno entrare subito (alche' penso che se la dottoressa oberata di lavoro della prima volta mi aveva trattata con così tanta dolcezza ed umanità, sicuramente questa volta che sono l'unica paziente sarà ancora meglio... e questo pensiero un minimo mi rassicura, essendo molto provata psicologicamente).
Entro nuovamente da sola. La dottoressa (diversa dalla prima volta) nemmeno mi saluta (nonostante io ripeta un paio di volte "salve" o "buongiorno") o mi guarda in faccia. Scocciata guarda l'ultimo referto e bofonchia qualcosa sul fatto che non si spiega perchè sono lì. Le spiego per filo e per segno sia la visita di due giorni prima ed i sintomi di due giorni prima, sia i sintomi di quel giorno. Lei a malapena mi ascolta e mi dice di spogliarmi e mettermi sul lettino. Passa un'eternità, ed io sono sola su un lettino mezza nuda e vulnerabile sia fisicamente che psicologicamente. Nel frattempo esce, rientra, guarda qualcosa al pc, risponde al telefono e fa entrare un paio di uomini per dir loro una cosa (tutto questo sempre con me sul lettino esposta) e poi finalmente arriva. Si infila i guanti, mi fa una visita veloce e mostra il guando sporco di sangue all'infermiera con uno sguardo di derisione (che io erroneamente interpreto come un "guarda non c'è niente da fare, cosa crede" quando col senno di poi sicuramente avrà voluto dire "ridicola venire qui per così poco sangue"). La visita continua (senza dire una parola di rassicurazione) con l'ecografia interna (alla quale non riesco ad assistere in quanto tiene lo schermo in modo che io non possa vederlo). Poi toglie tutto e si toglie i guanti. Sono io a doverle chiedere quindi cosa era successo, e finalmente mi sento dire che non si vedono distacchi. Ancora non sento le parole "va tutto bene", ma faccio due più due e mi rilasso un attimo. Quando sento "Lei però non arriverà a nove mesi" che mi trafigge direttamente il cuore, con un po' di magone e lacrime trattenute con fatica le chiedo "Come? Cosa non va?" alche' mi dice che se mi agito in questa maniera per ogni minimo problema sicuramente non ci arrivo a 9 mesi. Faccio finalmente un bel respiro, convincendomi del fatto che non mi ha diagnosticato un problema, ma fatto solo della ironia. Mi rivesto e torno al tavolo, dove sempre senza una parola scrive il nuovo referto e me lo consegna. Leggo una terapia di ovuli di progesterone e riposo. Cerco di chiedere delucidazioni in merito ad entrambe le cose scritte, ma ottengo solo un semplice "Queste le deve inserire tutte le sere prima di andare a dormire per almeno una settimana, poi chieda alla sua ginecologa". Mi faccio nuovamente forza e non esco ma chiedo "Quindi io cosa devo fare se mi tornano perdite di questo o di altro tipo?" visto che ero stata derisa e trattata in questo modo tutta la visita. E mi risponde che con la cura che mi ha prescritto vedrò sicuramente altre perdite, ma saranno normali e mi fa uscire.

Io esco in lacrime per come mi ha mortificata e trattata, e cerco di rassicurare mio marito in quanto (in fondo) stava andando tutto bene. Ma riesco a convincermi che non ci sono problemi solo quando dopo 3 settimane torno dalla mia ginecologa.

Ancora oggi (che scrivo al settimo mese di gravidanza) il ricordo di quella mattina è un fardello, ancora raccontarlo (o solamente scrivervelo qui) mi riporta a galla lacrime.

Spero ardentemente che questa dottoressa fosse in una "giornata no", che non tratti usualmente donne preoccupate in questo modo. Ma soprattutto spero che nessuna donna in un momento di fragilità, o peggio in un momento della sua vita certo più grave del mio la debba incontrare.
La ferita che mi ha lasciato, anche se minuscola rispetto a tanti altri problemi, non so se si curerà mai del tutto.

Patologia trattata
Perdite alla 12esima settimana.

Commenti

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Inviato da Valentina
24 Agosto, 2017
Ciao Caterina,
sono stata ricoverata in ginecologia al Maggiore per complicanze nella gravidanza alla 29° settimana. Una cosa che ho imparato e che farò d'ora in poi sempre, dagli uffici burocratici a dottori a infermieri e via dicendo e non solo in ambito ospedaliero, è chiedere subito identificativo. Purtroppo l'esperienza che si ha in una struttura dipende davvero in modo totale dal caso fortuito. È un beccarci, come si suol dire. Io che sono stata in reparto un bel po' di giorni, ho avuto a che fare con tantissime persone veramente gentili e cortesi, oltre che preparate, ma anche con persone altamente sgradevoli ed impreparate alla gestione del paziente. Credo che conoscere il nome di certe persone, ed eventualmente fare reclamo alla direzione sanitaria, possa essere utile a tutti.

Ciao e in bocca al lupo.
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