Dettagli Recensione

 
Ospedale Policlinico Agostino Gemelli di Roma
Voto medio 
 
5.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
5.0

Grazie Prof. Sergio Alfieri, ti vogliamo bene

Vorrei raccontare la mia meravigliosa esperienza chirurgica con il Prof. Sergio Alfieri, presso il Policlinico Gemelli, in qualità di paziente.
Mi è stato diagnosticato un tumore al rene nell’aprile del 2012, all’età di 41 anni: senza tediarvi con noiosi racconti, brevemente vi dirò che sono alla mia quarta operazione.
Le ultime due operazioni (numero tre e numero quattro) si sono svolte nel policlinico Gemelli, una nel settembre 2013, quest’ultima, la numero quattro, è stata svolta poco più di due mesi fa, il 12 settembre 2014.
Partiamo dal chirurgo, che è semplicemente magistralmente eccezionale: il professor Sergio Alfieri.
Oggettivamente si tratta di un dottore straordinario di colossale competenza ed umanità, nelle visite spende il giusto numero di parole, ma è “nei fatti che esprime il suo meglio”. Infatti sia nel settembre 2013 che nel settembre 2014 ha effettuato su di me due ottimi interventi. Il recupero è sempre stato molto rapido, quest’anno infatti sono entrato in ospedale l’11 settembre e ne sono uscito il 19 (nonostante si sia trattato di un intervento complesso)!
L’esperienza è stata veramente ottima sia nel 2013 che nel 2014, quindi consiglio caldamente a tutti voi di ricorrere quando possibile alla chirurgia e di trovare chirurghi di magnifico livello come quello che ho avuto la possibilità di conoscere.
Ho voluto scrivere questa testimonianza perché effettivamente spesso si sentono e leggono lamenti relativi alla notissima “mala sanità”, poi effettivamente ci si trova davanti a chirurghi che non se la sentono di operare (meglio evitare le operazioni complesse raccontando al paziente che non operano per il suo “bene”). Mi sono trovato più volte davanti a chirurghi di fama, che però non ti operano con la scusa che “l’intervento è troppo rischioso per quello che dà” (nel senso “lei è ormai spacciato perché la malattia è metastatica quindi sistemica, non vale la pena di provare a salvarla”), oppure dicono che gli interventi chirurgici causano un abbassamento delle difese immunitarie, per cui è meglio non effettuarli perché potrebbero causarti una devastazione metastatica, che nel mio caso non si è verificata né adesso né prima. Meglio quindi affidarsi alla terapia e scegliere una morte serena e rassegnata, ma secondo loro con una “qualità di vita superiore”. Perché allungare la vita di un paziente che è comunque considerato destinato? Molti chirurghi ed oncologi non ascoltano il paziente e lo accusano di voler provare la strada di una medicina “fai da te”, mentre il terzo intervento effettuato dal Prof. Alfieri mi ha sicuramente allungato la vita e la qualità di quest’ultima è stata ottima, perché sono vissuto un anno senza malattia, tornando al lavoro e godendomi la mia bambina di 5 anni. In questa mia duplice meravigliosa esperienza, desidero rendere merito al professore che ha operato su un terreno difficile, con esiti di pregressi interventi quali le aderenze, ed è riuscito ad asportare metastasi site in posizioni pericolose (attaccate all’aorta addominale) o difficilissime da raggiungere (linfonodi interaortocavali, pre-aortici, retrocavali, attaccati all’arteria renale destra, al peduncolo epatico, al tripode, all’arteria gastrica sinistra, paracardiali destri).
Il Prof. Alfieri, conosciuto in una visita intramoenia per consulenza chirurgica nel settembre 2013, oltre ad aver dimostrato coraggio ed umanità nell’effettuare simili complesse operazioni, ha dimostrato una professionalità ed una competenza eccezionali.
Queste due esperienze chirurgiche mi hanno permesso di vivere bene da più di un anno a questa parte e questo medico lo ha permesso parimente anche ai miei familiari, cioè a mia moglie ed alla mia bimba.
Grazie Professore, grazie di cuore da tutti noi perché ha voluto veramente aiutarci nella lotta contro questa malattia e perché la sentiamo partecipe delle nostre sofferenze e delle nostre gioie ad ogni intervento riuscito miracolosamente grazie alle sue abili mani ed a Dio!
Un grazie va anche agli abili e scrupolosi giovani collaboratori del prof. Alfieri, dott. Quero e dottoressa Menghi.
Meravigliosa esperienza!
L’augurio che faccio a tutti i pazienti è di vivere esperienze chirurgiche e di vita paragonabili.
Consentitemi di dire che, nonostante la malattia, che abbiamo sia io che la mia famiglia accettato come compagna di vita, vivo molto bene, dopo il terzo intervento del settembre 2013 e nel corso del 2014 ho avuto una vita normalissima e felice (sono andato regolarmente al lavoro fino al 10 settembre 2014, seguo i progressi della mia bambina che ha iniziato da poco la scuola elementare), ora 29 novembre ho terminato la convalescenza e mi appresto a tornare al lavoro ed alla mia vita ordinaria.
L’incontro con il cancro, parola che nella nostra società viene quanto più oscurata e che genera immediato terrore (provocato invece in noi da alcuni oncologi che non sanno offrirti altro che un sereno accompagnamento alla tomba e dai chirurghi che si rifiutano di operare un malato accampando scuse non offrendogli la possibilità di scegliere), ha permesso a me ed a mia moglie di conoscere una parte di mondo che era per noi inimmaginabile. “Chi non ha sofferto – scriveva un famoso scrittore francese di cui non ricordo il nome - non sa niente: non conosce né il bene né il male, non conosce gli uomini, non conosce sé stesso”. Questo vale secondo me anche per i medici che non partecipano né si fanno carico delle sofferenze degli altri. Nonostante la sofferenza proviamo una gioia immensa quando c’è un piccolo progresso conquistato dalla tenacia della lotta contro questa malattia. Molti di questi progressi li dobbiamo all’incontro con un chirurgo quale è il Prof. Alfieri. Per fortuna esistono ancora dei chirurghi come lui, che considerano la loro professione una vocazione, per cui mettono in essa tutto il loro impegno, non solo con il continuo aggiornamento e lo studio per il miglioramento delle tecniche, che possiamo veramente definire “cristiani” non solo di facciata.

Ciao ed in bocca a lupo a tutti.

Patologia trattata
Paziente con tumore al rene sottoposto a nefrectomia, poi ad operazione di rimozione della recidiva locale, successivamente ad operazione di asportazione di “rimasuglio di recidiva locale” presso l’aorta (sett. 2013) e, per ultimo, operazione di asportazione di 20 linfonodi il 12 settembre 2014 (queste ultime due eseguite grazie a Dio dal Prof. Alfieri presso il Policlinico Gemelli).

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