Dettagli Recensione

 
Ospedale San Carlo di Potenza
Voto medio 
 
2.8
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
2.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
2.0

Un reparto discutibile

Ho un bruttissimo ricordo di quest'esperienza, non solo dovuto alla malattia che vede un mio caro in coma, ma anche purtroppo alla scarsa attenzione del personale (per fortuna non tutto) agli aspetti emotivi e relazionali legati al familiare, specie in sede di colloquio con lo stesso. Oltre a questo delicato aspetto, mediamente poco curato (malgrado gli sforzi di pochi più preparati e attenti in tal senso), ho riscontrato anche una verve dispensatrice di "consigli" su aspetti bioetici che ahimè interessano la condizione di molti che abitano i letti di quella sala. Una dottoressa in particolare ha espresso le proprie opinioni personali in merito ad un eventuale stato vegetativo del mio caro (il cui di fatto ancora non si è presentato e non è detto si presenti e, a prescindere da ciò, ho ritenuto inopportuno caricare emotivamente noi familiari di altri aspetti per il momento in fase di elaborazione e non prioritari, comunque), sia per non aver accolto minimamente il bisogno di noi familiari di volerci recare accanto al nostro caro per salutarlo, ritenendolo e dichiarandolo più volte "inutile", sia infine per aver dispensato anche informazioni errate, come per esempio che trasferendo il paziente al Sant'Anna di Crotone avremmo potuto usufruire per il primo mese di un posto per dormire gratuitamente, presso la stessa struttura.
Ora, ovviamente in questi casi noi familiari siamo devastati già per il dolore e la paura di quello che accadrà e che sta accadendo, per mille motivi... Mi chiedo se sia corretto doversi anche rapportare con personale poco formato alla relazione, la quale non è un piacere verso il familiare, ma l'attuazione del principio di partecipazione della famiglia al processo di cura del paziente, oltre che ad altri diritti che non sto qui ad elencare, primo tra tutti quello del rispetto della dignità umana. E in merito alla dignità umana, devo infine dire che scopro un mondo veramente ostile, specie nei confronti di pazienti più avanti con l'età che, a causa della mancanza di strutture (almeno in Basilicata), si trovano a fare delle "selezioni" tra chi dovrebbe avere esaudito il diritto di cura (i giovani) e chi no (coloro che per loro sono vecchi) e noi poveri cristi ci troviamo anche a fare delle guerre tra poveri, per esempio per accaparrarci il posto in una struttura più vicina, o migliore in termini di qualità.
Avrei molto da contestare a questo reparto.
Ad oggi spero che a Crotone vada meglio, anche se la distanza fisica impedisce a noi familiari di essere presenti e quindi di testare veramente il livello di qualità della struttura, diritto anche questo riconosciuto per esempio dalla carta dei servizi e che, di conseguenza, prevede anche diritti di natura risarcitoria nel caso la struttura non dovesse rispondere agli standard di qualità "promessi" e attraverso i quali prende fior di quattrini pubblici con la procedura dell'accreditamento.
Speriamo in un futuro migliore, ma dobbiamo renderci conto di come funzionano o dovrebbero funzionare le cose e attivarci affinché non siano i servizi pubblici, in virtù anche del loro potere politico (spesso e volentieri), a "comandare" pazienti e familiari, ma viceversa.
Una nota mi sento di mettere rispetto alle valutazioni che ho espresso (competenza, assistenza etc.): ovviamente non posso e non devo valutare le competenze prettamente mediche, seppur io sia convinta che l'approccio al paziente e al familiare in termini di relazione e aspetto emotivo rientri a pieno titolo tra le competenze mediche.

Patologia trattata
Emorragia per trauma cranico, coma.

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