Dettagli Recensione

 
Ospedale San Camillo di Roma
Voto medio 
 
5.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
5.0

L'eccellenza

Non sono un habitué dei ringraziamenti pubblici, né una persona particolarmente portata a raccontare al mondo le proprie storie, ma oggi mi sento in dovere di prendere la penna in mano per ringraziare un medico la cui professionalità supera l’eccellenza: il Dott. Massimo Iappelli.
Sono da poche ore stata dimessa dall’Unità Operativa che dirige, solo dopo dieci giorni, da un intervento che non credo abbia precedenti. La mia storia di malata inizia molti anni fa, nel 1972, per un diabete mellito che, per mia fortuna, mi ha fatto vivere abbastanza serenamente fino ai trentanove anni. Nel 2003 il mio fin lì equilibrato mondo di diabetica ha avuto una orribile trasformazione. Nel giro di qualche mese nessuna terapia riusciva più a produrre l’effetto desiderato tanto che la situazione ha fatto sopraggiungere repentinamente una insufficienza renale terminale.
Dopo numerosi inutili tentativi di incontrare medici disposti ad aiutarmi nello scegliere il percorso che, viste le mie condizioni, era diventato l’unico praticabile per restare ancora un po’ su questa terra, fui presentata al Dott. Iappelli, solo chirurgo in questa città – Roma – in grado di effettuare il trapianto di pancreas. Aggiungo , e credo di non dire una menzogna nell’affermarlo, sia l’unico tutt’ora.
A differenza degli altri medici, in quel primo incontro, non si fermò a parlarmi di numeri, liste, esami, ma - ne sono convinta, anche se non gli ho mai chiesto una conferma - che volesse sapere fino a che punto desiderassi il trapianto e fino a che punto fossi a conoscenza dei pro, ma anche degli eventuali contro, alcuni dei quali, poi, purtroppo, ho avuto il dispiacere di conoscere sulla mia pelle.
Ancora oggi il pancreas trapiantatomi dal Dott. Iappelli nel 2003 lavora infaticabilmente e mi permette una vita di “ex diabetica” veramente invidiabile. Fino a dieci giorni fa avevo – ancora - il rene del primo trapianto che però non funzionava più dal 2006. I farmaci immunosoppressori che inizialmente mi erano stati prescritti, non facevano per me e, tra un’infezione e l’altra, un antibiotico e l’altro per curarle, il rene ha subito un tracollo irrecuperabile. Sono rientrata in dialisi e sono arrivata fin qui molto perché il Dott. Iappelli ha fatto di tutto per trovarmi un terapia idonea a mantenere l’immunosoppressione inevitabile per salvaguardare il pancreas. Non è solo un chirurgo che merita un’altissima considerazione da parte dei suoi pazienti, ma anche, e lo voglio dire poiché ne sono totalmente convinta, dal mondo in cui esercita la sua professione che se non si è ancora accorto di lui, e spero vivamente che non sia così, ha perso del tempo prezioso. Oltre a questo, è un medico che non esita a prendere, se necessario, decisioni fuori dall’usuale pur di aiutare un suo paziente: fatto, ahimè, rarissimo in questi giorni di protocolli a gogò.
Ed è proprio questo che è successo con me. Terapia a parte, ha deciso di mettersi a studiare un modo per non sottopormi ai rischi di ben tre interventi importanti che avrei dovuto sopportare nel corso del periodo più funesto della mia vita: quello della dialisi. La “prassi” suggeriva: spostamento del pancreas sull’intestino – nel trapianto combinato del 2003 il pancreas era stato anastomizzato tramite il duodeno alla vescica –; successivo espianto del rene; nuovo trapianto di rene … se ci fossi arrivata. Quest’ultima frase è una mia, credo motivata, illazione.
Grazie Dott. Massimo Iappelli di avermi sempre dedicato la sua attenzione. Grazie di aver cercato e aver trovato il modo di torturarmi il meno possibile. E soprattutto, grazie per il capolavoro di intervento che è riuscito a mettere in atto, tra l’altro – fatto non da poco - senza far correre rischi al “mio” pancreas. Grazie per l’espianto e il trapianto di rene contemporanei che ha voluto operare su di me. Sono finalmente una persona felice, piena di aspettative per la mia esistenza futura e per il proseguimento dell’esistenza degli organi dei due donatori senza i quali non sarei qui a raccontare. Grazie!

Voglio ringraziare anche tutto il personale medico e paramedico dell’Unità Operativa. Nessuno escluso, hanno un atteggiamento e un modo di stare vicino ai pazienti che nella mia lunga esperienza di malata non ho avuto modo di incontrare altrove se non per qualche eccezione che si distingueva in mezzo a folti mucchi. Stare a contatto con un paziente che affronta un cambiamento totale della sua vita non è facile e può mettere a rischio la sua stabilità psicologica anche solo il non sapergli sorridere. Grazie a tutti della vostra professionalità.

Patologia trattata
Espianto di rene trapiantato precedentementee non più funzionante e simultaneo nuovo trapianto di rene da donatore cadavere.

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