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Il dott. Sorge un Medico valoroso
La mia storia inizia 20 anni fa circa, quando venni operata di cancro al seno. Mi avevano paventato la quadrantectomia al Policlinico di Roma, ma ebbi la cattiva idea di affidarmi ad un ematologo napoletano, amico di famiglia, il quale mi inviò dal suo amico senologo. La mastectomia con ricostruzione (mi avrebbero rifatto il seno a sentire il medico, ma non mi venne detto che fondamentale sarebbe stata l'asportazione del muscolo retto, di qui le mie traversie) al momento tale tecnica che sembrava innovativa mi parve la strada migliore da percorrere, e così accettai. Tempo dopo lessi che Veronesi aveva interrotto tale pratica ben 5 anni prima, perché ritenuta estremamente invasiva e debilitante. Dieci giorni dopo l'intervento mi apparve un piccolo laparocele, ma il senologo ai successivi controlli ne ignorò (volutamente) la gravità. Negli anni successivi ho subìto una parziale isterectomia a causa della menopausa indotta e del farmaco tamoxifene. Nel frattempo il laparocele, che per i primi anni non aveva dato avvisaglie concrete, iniziò la sua ineluttabile ascesa con spasmi dolorosi e crescita pressoché costante delle sue dimensioni, durante gli sforzi minimi come indossare le calze e al termine di un banale pediluvio. Tre anni fa ritornai dal senologo oncologo per parlarne, ma mi frenò subito dicendo che "non è roba nostra". Intanto la sua forma aggettante mi impensieriva e mi rivolsi al San Raffaele di Milano, ove il professore di chiara fama mi confermò che l'origine del laparocele era da addebitarsi al tipo di intervento subìto anni prima. Venni messa in lista di attesa e mai chiamata. Un ennesimo consulto a Napoli si è risolto con un nulla di fatto, incomprensibile mi apparve allora il silenzio del medico. A dipanare l'arcano è arrivato il Dott. Sorge, al quale mi sono rivolta nel mese di luglio. La diagnosi fatta guardandomi negli occhi e con l'ausilio di un disegno da lui eseguito su un foglio A4 mi ha tolto qualsiasi dubbio e ahimè speranza. Non sono operabile perché la mia parete addominale svuotata del supporto fondamentale del muscolo retto, mi consentirebbe, a costo di indicibili sofferenze protratte nel tempo, soltanto supporti innestati nelle ossa del bacino. Praticamente un supplizio a vita. Pertanto l'uso di una panciera ad hoc, una corretta alimentazione più o meno fluida mi consentiranno di affrontare gli anni che mi restano con la consapevolezza che il danno irreversibile deve essere contenuto dalla mia ferma volontà di abbracciare il male minore. A tal proposito vorrei lanciare un appello: attenzione massima a ciò che ci propongono, in primis alla prevenzione e che non sia pilotata, baracconi vari, caravan, corse a piedi con la maglietta rosa, gazebo, associazioni di privati non garantiscono un risultato ottimale per la lotta al tumore al seno. Essere dirottati presso un ospedale di millantata eccellenza europea ma con chirurghi incompetenti, piuttosto che in uno piccolo o non salito alle cronache grazie a una mirata informazione, ma ricco di specialisti efficienti le cui competenze sovrastano i miseri tentativi di sabotaggio della struttura ospedaliera che li ospita (vedi il San Giovanni Bosco) e non accreditati presso i politici, può fare la differenza, può garantire una vita dignitosa dopo qualsiasi tipo di intervento, perché la Salute è un bene prezioso. Sgombra delle mie illusioni, del mio rincorrere la definitiva rimozione del laparocele, mi sento di dire in tutta franchezza e pace ritrovata che il dott. Sorge è un valoroso uomo prima che professionista, dedito alla sua missione etica oltre che medica in toto.
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