Dettagli Recensione

 
Ospedale Fabrizio Spaziani di Frosinone
Voto medio 
 
5.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
5.0

La mia “vacanza” al "Grand Hotel Spaziani"

Mi chiamo Mauro Soscia, ho 63 anni e per mia fortuna, nei primi 62 non sono mai stato ricoverato neanche un giorno della mia vita in ospedale.
Un mese fa, ho ricevuto dal mio fisico le avvisaglie di qualcosa che non andava, all’improvviso e per due giorni consecutivi ho avuto una fortissima emicrania che mi impediva anche solo di pensare.
Sono andato dal mio medico di base, Dr. Dubla, il quale ha iniziato a farmi fare delle manovre che sembravano la ginnastica scolastica del liceo, e quando stavo iniziano a dirgli che non ero lì per una seduta di educazione fisica, mi ha detto di recarmi con la massima urgenza al Pronto Soccorso di Alatri.
Passo a casa, faccio la valigia e partiamo, so già cosa mi aspetta, ne ho sentite di storie di persone lasciate per 3 giorni su una barella nei corridoi in periodi in cui non c’era neanche il Covid 19.
E invece, arrivo, dopo una mezz’oretta mi danno un letto nella parte interna e iniziano a farmi tutta una serie di esami, pressione,febbre, flussimetro, elettrocardiogramma, TC, prelievi per analisi, tempo due ore e mi informano che debbo essere operato, con una evacuazione di due ematomi sottodurali localizzati sia nella parte destra che in quella sinistra della mia testa.
Penso a quanto io sia stato fortunato ad avere il mal di testa che mi ha avvisato ed a quanto sia stato bravo il mio medico nel capire subito quale fosse il problema, e penso anche che, alla faccia dei miei pensieri negativi dopo due ore di Pronto Soccorso ero già su un’ambulanza che mi stava trasportando a sirene spiegate all’ospedale di Frosinone, quello dove sarei stato operato, alla faccia della tanto sbandierata inefficienza del Servizio Sanitario Nazionale. L’ospedale di Frosinone mi evoca ricordi di gioventù quando tra realtà e fantasia si raccontava di pazienti entrati con una frattura al braccio destro ed usciti con una ingessatura al sinistro, oppure di interventi dove si entrava sani e si usciva storpi, spero tra me e me che nel frattempo la situazione sia migliorata, quantomeno la location non è più la stessa…..
Arrivo in ospedale e vengo accolto in una sala moderna e pulita, con due letti supertecnologici ed un televisore per ciascun letto, ad attendermi un signore gentile con il camice bianco, potrebbe essere un portantino o un infermiere o addirittura un medico, mi chiede se puo farmi alcune domande e mi tiene per quasi un’ora a rispondere su quesiti inerenti la mia salute, sui problemi avuti in passato, le possibili allergie, insomma riempie un questionario con tutte le mie risposte, al termine mi ringrazia e si congeda. Qualche minuto ed arriva una giovane infermiera, ha un sorriso grande così e mi saluta, “Ciao Mauro”, rimango stupito e Le chiedo come faccia a sapere il mio nome, mi risponde che fa parte del suo mestiere mettere il paziente a proprio agio anche, magari, chiamandolo per nome.
Chiedo anche a Lei il nome, Assunta, mi dice non puoi dimenticarlo perchè sono l’ultima assunta in questo reparto, mi ispira simpatia, mi faccio coraggio e Le chiedo chi fosse la persona che mi ha fatto tutte le domande, mi risponde che è il Dott. D’Andrea, primario del reparto.
A questo punto chiamo mia moglie e le racconto l’accaduto, in serata mi richiama dicendomi di non essere stupito per il trattamento ricevuto perchè, a quanto pare il reparto dove mi trovo viene considerato una eccellenza addirittura a livello nazionale…..
Inizia la trafila pre-operatoria, analisi, esami, ed io mi rigenero, è come se stessi facendo quella vacanza che a causa del lavoro non ho potuto fare negli ultimi due anni, il reparto è pieno di dottori gentili e soprattutto giovanissimi, a nessuno di loro (eccetto il primario) riesco a dare più di 40 anni. Passano continuamente in reparto, mi fanno domande, mi chiedono se ho io domande da fare loro, eccome se ne ho, anche se mi hanno detto che è un intervento quasi di routine ho paura del dolore che proverò durante e dopo e, non sapendo a cosa vado incontro, anche dell’ignoto. Un bel giorno capita in reparto una delle tante dottoresse giovanissime, simpatica, gentile, è la dr.ssa Marongiu, mi faccio coraggio e le chiedo qualche notizia sull’intervento che dovrò subire. Mi aspetto una risposta che duri tra i venti ed i trenta secondi, mi becco una conferenza di quasi 20 minuti nel corso della quale la dottoressa mi regala tutto il suo sapere, al termine penso che anch’io sarei in grado di operare un paziente con i miei sintomi, ma non glielo dico e mi complimento con Lei dicendole che se un giorno si stancherà di fare il medico avrà sicuramente una brillante carriera come divulgatrice.
Un altro giorno tocca alla dottoressa La Pira entrare e farmi fare la solita ginnastica, in aggiunta mi chiede di stringerLe la mano, lo faccio e Lei, delusa, mi dice è il meglio che sai fare ?
Rispondo che ho stretto poco, per paura di farLe male, mi dice di stringere con tutta la forza, se avrà dolore me lo indicherà, stringo a tutta forza e, sorridente mi dice, “ora ci siamo” allontanandosi.
Scopro che ci sono anche dei dottori, e conosco il Dr Bambina ed il dottor Bruzzaniti che alla fine sarà uno di quelli che mi opererà, anche loro giovani, competenti e sempre con il sorriso sulle labbra.
Arriva il grande giorno, il 22 Marzo sarò operato, nella lista sono il terzo e quindi se va tutto secondo i programmi mi toccherà nel primo pomeriggio. Vengo “preparato” per l’operazione ma uno dei due interventi si allunga e quindi il mio intervento viene differito al dopodomani. Pazienza, vuol dire due giorni in più in questo posto dove mi sto davvero rigenerando, ho perso 5/6 chili, leggo, guardo films, e mi rilasso alla grande. con i miei amici, scherzando abbiamo ribattezzato l’ospedale “Grand Hotel Spaziani”.
Ma improvvisa arriva la brutta notizia, il Dr. Bambina entra in stanza e non sorride, mi informa che per una recrudescenza del Covid tutti gli interventi non urgenti previsti nella nostra regione sono stati differiti a data da destinarsi, mi dice che verrà inviata una richiesta agli ospedali di Roma, Latina e Viterbo affinchè facciano loro il mio intervento…..
Ma io mi auguro di restare a Frosinone, oramai ho un ottimo rapporto con tutto il personale, sono sempre tutti gentili e sorridenti ad iniziare dalla caposala fino all’ultima arrivata dalla scuola per infermieri. Mi viene concesso di camminare all’interno della stanza ed inizio pian piano a camminare fino a raggiungere la quota di 20.000 passi giornalieri. Continuo a dimagrire “e vai !!!!” ed a trovarmi benissimo, certo vorrei essere operato e tornare a casa ma qui si sta da dio...
Passano i giorni ed in reparto si presenta una nuova dottoressa che si scusa con me per la situazione in cui mi trovo, è la dr.ssa La Valle e fatico non poco a spiegarle che mi trovo benissimo e non me ne farò un tarlo se dovrò passare al “Grand Hotel Spaziani” anche Pasqua e Pasquetta.
Ogni giorno guardo i TG per capire quando il Covid scenderà e finalmente il momento arriva, mi informano che sarò operato il 12 di Aprile, sarò il primo ad essere operato.
Tutte le infermiere fanno a gara per darmi la bella notizia, le tante Daniela (non sono riuscito a contarle), Sara, Valentina, Vanessa, Ilaria, Raffaella, Tomassina, Lucia, Paola, Fancesca, Chiara, Luigina, Luca e Francesco (si c’era anche qualche infermiere) mi informano sulla data, felici che sia giunto il mio momento.
Alle 8.00 puntualissimi vengono a prendermi, esco in corridoio dove trovo in attesa mia moglie e mia figlia, le tranquillizzo con il miglior sorriso ma dentro di me ho tanti dubbi, riuscirò a sopportare il dolore ? , andrà tutto bene ? quanto durerà ?
Mi portano in sala operatoria, mi aspetto un anestesista, qualche dottore e qualche infermiere, mi trovo una dozzina di persone che mi fa una intervista generale e che mi tiene impegnato a rispondere a domande di varia natura, anche di calcio o di cultura generale, per loro l’importante è che io sia sereno e tranquillo ed infatti parlando con loro quasi non mi rendo conto di dove mi trovo e di cosa io stia facendo.
Mi dicono che l’intervento sarà tutto in anestesia locale (io sarò sempre vigile) e che avrò solo qualche piccolo fastidio quando con il trapano mi faranno i due buchi in testa dai quali asporteranno le emorragie.
Mi “incartano” ed inizia l’operazione, mi fanno parlare tutto il tempo mi chiedono continuamente se provo dolore o fastidio, mi chiedo se faranno prima la parte destra e poi la sinistra o viceversa, e scopro che le stanno facendo contemporaneamente, a destra ho il Dr. Bruzzaniti ed a sinistra una dottoressa che ho conosciuto solo qualche giorno prima, la Dr.ssa Veronica Picotti che al primo impatto mi è sembrata poco più che diciottenne, ma sicuramente debbo aver sbagliato i calcoli.
Il tutto dura forse una decina di minuti, provo un leggero fastidio alla parte destra e lo comunico, la dr.ssa Picotti dice che è normale visto che a destra mi sta operando un uomo che notoriamente è meno capace di una donna come Lei, il Dr. Bruzzaniti non reagisce. Mi saturano, e torno in stanza con due catetere (uno per parte) che dovranno drenare I liquidi.
Torno in stanza ripassando davanti ai miei familiari felici di rivedermi anche se un po incerottato.
Passo una giornata a letto, come mi hanno indicato ma il giorno successivo torna la Dr.ssa Picotti che analizza il drenaggio, si informa sul mio stato, mi fa fare una TC di controllo e mi informa che, se tutto è a posto all’indomani potrò tornare a casa.
Ed oggi da casa mia ho voluto raccontare questa fantastica esperienza che mi accompagnerà per tutta la vita, esperienza resa possibile dalle fantastiche persone che lavorano nel Grand Hotel Spaziani.
Spero di non essere stato troppo lungo.
Grazie a tutti.

Patologia trattata
Ematoma subdurale cronico bilaterale.

Commenti

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Per Ordine 
 
Inviato da sandro
14 Luglio, 2021
Ottima recensione, credo che contatterò questo ospedale.
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