Dettagli Recensione

L’aeroporto era inondato dal sole dei primi segnali di primavera. Arrivo, come al solito, in ritardo e, sbrigate la formalità prima dell’imbarco, praticamente mi tuffo dentro il metal detector. Al vigoroso risuonare della macchina, l’addetto mi squadra dicendomi con cortese fermezza: “Esca e ripassi per favore”. Eseguo, stesso risultato. Già stimolato a dovere dal ritardo e dal, a quel punto, realissimo rischio di perdere il mio volo, ripeto il passaggio sotto il detector. Ripeto una, due, tre, quattro volte. Completamente dimentico del fatto che, nemmeno due mesi prima, quell’ottimo chirurgo che risponde al nome di Paolo Poli (sic! Certo un bel tiro quello che gli han giocato i genitori...) mi aveva impeccabilmente ricostruito l’anca sinistra (due giorni dopo l’operazione, per lo stupore di medici e infermieri, già zampettavo come un grillo per la clinica...), sostituendo la mia ormai necrotizzata con una nuova di zecca in titanio. A nulla eran valse le raccomandazioni post operatorie di tener presente l’eventualità che invece, in quel pomeriggio di maggio, si stava puntualmente verificando. Lungi dal ricordarle, la lampadina della spiegazione, innescata dall’esperienza, si accese invece nella mente dell’addetto alla sicurezza: “Ma lei ha fatto interventi chirurgici di recente?”. Fu in quel preciso istante che si accese pure la mia di lampadine: “Sì, certo – feci, mollandomi un rumoroso sganassone sulla fronte – lo scorso marzo mi è stata ricostruita l’anca sinistra...”. Tutto si risolse in una risata. “Beh, dev’esser stato un bravo chirurgo davvero quello che l’ha operata”, chiosò l’addetto al metal detector. Nulla di più vero, in effetti.

Una volta di più grazie, caro dottor Poli.

Paolo Russo