Dettagli Recensione

 
Ospedali e case di cura a Firenze
Voto medio 
 
3.3
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
4.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
3.0

L’educazione alimentare... al contrario

Non voglio fare una vera e propria “recensione”, perché non ho davvero acquisito abbastanza informazioni su metodologie e trattamenti in quanto ho deciso di dimettermi volontariamente il giorno dopo essere entrata. Non starò qui neanche a commentare certe lacune nella comunicazione e nell’organizzazione, perché sono pecche a cui si può e bisogna soprassedere il più possibile, quantomeno per rispetto a chi svolge il lavoro duro in queste strutture così come in tutti gli ospedali (vale a dire Oss e infermieri). Vorrei piuttosto condividere una riflessione che spero possa trovare un riscontro o far riflettere in qualche modo chi leggerà questa pagina in cerca di notizie su questo tipo di cliniche.
Personalmente ho deciso (su consiglio dell’Asl) di farmi ricoverare per binge eating/ bulimia (la doppia definizione non è a caso, in quanto da 3 diversi specialisti sono stata diagnosticata come bulimica ma ricoverata nella seguente struttura nel gruppo binge eating reparto obesità, senza essere tra l’altro messa a conoscenza della cosa, facendomi sentire naturalmente un’obesa nonostante i miei 71 chili di peso che razionalmente so di non poter certo far rientrare nella fascia di obesità). Non posso naturalmente parlare di tutto ciò che concerne la terapia di gruppo o la fisioterapia, non avendone preso parte, vorrei parlarvi invece di un aspetto molto pratico, che è il principale che mi ha spinto ad andarmene senza rimorsi dopo poco più di 24 ore.
Ero già a conoscenza del fatto che sull’alimentazione si sapesse molto poco, o meglio, del fatto che le informazioni oramai sono abbondanti ma questo sapere non è ancora arrivato interamente al personale medico o, almeno, non alla maggior parte di loro. D’altra parte, da quel che mi hanno riferito amici studenti di medicina (e anche a quanto dicono fior fior di medici che parlano dell’argomento, Franco Berrino per citarne uno), alla facoltà di medicina, di alimentazione (e di quanto sia CENTRALE per la salute di ognuno di noi scegliere certi stili alimentari e di vita invece di altri) si parla ben poco. Detto questo, non mi aspettavo però di trovare una tale mancanza di cultura alimentare in un reparto specializzato in disturbi alimentari. Il primo giorno ho ricevuto carne rossa sia a pranzo che a cena, ed erano previsti anche due primi (quindi cereali, fra l’altro non integrali, ben due volte al giorno), contorno di verdure (fin qui ci siamo) e frutto definito dalla dietista stessa “obbligatorio” quando non vedo perché dover assolutamente finire un pasto già abbondante con un frutto superfluo che posso mangiare come spuntino mattina e pomeriggio senza dovermi appesantire, dato che dopo non dovrò avere le energie per andare a zappare la terra o a cacciare ma semplicemente per far due passi, leggere un libro o guardare un film ...purtroppo le vecchie leggende son dure a morire, soprattutto per chi pensa di aver acquisito la scienza, se non l’onniscienza, solo per aver frequentato un’università ed ottenuto una laurea, quando il vero e fondamentale principio di scienza e saggezza dovrebbe essere quello di porsi sempre dei dubbi e mettersi sempre in discussione. Cosa che io ho fatto, purtroppo senza avere ancora trovato risposte ai miei dubbi, riflettendo il primo giorno e poi il secondo giorno mentre tornavo a casa, cosa che sto ancora facendo cercando di trovare ragioni valide dietro questo approccio alimentare, considerato soprattutto che, a quanto mi ha detto una paziente del posto, è lo stesso di molte altre cliniche. Ora io mi chiedo: come si può affermare, con gli strumenti di informazione di oggi e con la consapevolezza dell’ambiguità e lucro a danno del consumatore che sta dietro all’industria alimentare, che la Nutella sia sana? E, soprattutto, come può affermarlo un dottore? Come può una dietista (per altro decisamente in sovrappeso, il che dà quantomeno da pensare) affermare a priori che le mie siano supposizioni basate sull’essere influenzata dall’industria della dieta senza che la dietista in questione mi conosca né sappia qual è il tipo di fonte da cui attingo la mia conoscenza (se pur parziale, senz’altro c’è sempre molto da imparare) dell’argomento? Sono questi gli atteggiamenti che vanno contro la scienza e contro ogni possibilità di dialogo e scambio. Come può una psichiatra (specializzata in disturbi alimentari) dire ad una paziente che definisce patatine, pop corn, kinder al latte, biscotti alla nutella e cose del genere “schifezze” , che le sopracitate sostanze non sono da considerarsi schifezze? E, tra parentesi, è poi così appropriato dirglielo nel momento in cui tu psichiatra sai che la paziente ha una tendenza ad abbuffarsi (per motivi psicologici che poi naturalmente diventano anche chimici e di dipendenza) di suddette sostanze? Se io non avessi la consapevolezza e conoscenza che ho acquisito e se non avessi già iniziato un percorso aiutata da persone scienti (anche se magari non macro titolate), restare in questa struttura mi avrebbe letteralmente rovinata. Logica vuole che mi sarei sentita giustificata a mangiare quelle che l’autorità a cui mi rivolgo non considera schifezze! Naturale.
Insomma, una concezione dell’alimentazione sicuramente molto poco educativa, ma, soprattutto, del cibo davvero malsano. Potrei citarvi il tè dolcissimo palesemente pieno di aromi (espressamente e dichiaratamente infuso già fatto, quelli che si trovano nelle macchinette e che sono dolcissimi pur senza aggiungervi zucchero), potrei citarvi la mancanza di fette biscottate integrali, o la confezioncina di marmellata da buffet da locanda a 1 stella contenente principalmente zucchero e ben poca frutta. Il concetto di base che vuole essere instillato è il seguente: puoi mangiare quello che vuoi, basta che tu lo faccia in modo sano. Se il concetto fosse “nel momento in cui mangi qualcosa di malsano non devi fustigarti per il senso di colpa” ci troverei della logica difficilmente discutibile, soprattutto se applicato, ad esempio, ad una ragazza anoressica o comunque il cui disturbo alimentare comporti una forte punizione verso se stessa e una distorsione della realtà che la circonda. Non sempre si ha accesso a cibo sano, nella vita i momenti in cui si dovrà venir meno al proprio stile di vita e alimentazione ci saranno sempre ed è bene non farne una tragedia. Ma il concetto “mangia quel che vuoi purché sia in modo sano” non solo è sbagliato, è anche pericolosamente semplicistico per una persona ignorante in merito che cerca di imboccare la buona strada sulla via della guarigione. In fondo, si può davvero mangiare qualcosa di malsano in modo sano? O, quantomeno, nel momento in cui quello stile alimentare malsano viene applicato, anche se “moderatamente”, ogni singolo giorno, nel complesso quanto posso dire di avere un approccio sano? Come mai all’alcolizzato o al drogato non si consiglia di bere solo un bicchierino/una piccola dose una tantum? Davvero si pensa ancora che il cibo non possa diventare droga? Che non possa diventare quella momentanea luce che fa dimenticare tutto il resto?
E intanto la ragazza obesa che mangiava accanto a me si spalmava su fette biscottate (rigorosamente prodotte con farine raffinate) la sua odierna confezione di Nutella, sotto approvazione di dietisti e psichiatri. E senz’altro con grande gioia del Signor Ferrero.
Tutto cambia e niente cambia...per dirla con Vasco Rossi: “E bevi la coca cola che ti fa bene...”

Buona vita.

Patologia trattata
Bulimia/ binge eating.

Commenti

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Inviato da Anna
19 Giugno, 2021
Incommentabile.
In risposta ad un earlier comment

Inviato da Alessia
13 Luglio, 2021
Già. Una vergogna.
Inviato da Tatiana
27 Febbraio, 2022
Ultimo aggiornamento:
28 Febbraio, 2022
Carissima, non conosco la tua età ma posso immaginarla; mi stavo chiedendo come mai ti eri accinta ad andare in una struttura visto che tu hai la scienza infusa e sai tutto... Ti dò un consiglio: oltre a fare "studi" (?) sull'alimentazione, insieme ai tuoi adepti scienti, perchè non fai anche una ricerca sui metodi di terapia dei DCA? Perchè sei davvero incommentabile... Nessuno psichiatra o psicologo (o dietista SOVRAPPESO) o OBESO (visto che usi questa parola più volte con disprezzo) ti dirà mai che il cibo è una schifezza, neanche le patatine e la Nutella, perchè è proprio questa tua illuminata convinzione che ti mantiene malata.
Inviato da SVETLANA
04 Settembre, 2023
Chiunque legga un commento del genere, si convince della VALIDITÀ DI QUESTA STRUTTURA. Il tuo problema non è certo con l'ALIMENTAZIONE, ma è un problema MENTALE. Il commento ridicolo sull'aspetto fisico della dietista è veramente PENOSO e PATETICO.
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