Dettagli Recensione

 
Ospedali e case di cura a Firenze
Voto medio 
 
2.5
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
4.0

Ricovero di mia figlia

Mia figlia, diciottenne da appena 4 mesi, è stata ricoverata presso Villa dei Pini per quattro mesi, inviata lì dal Centro Disturbi Alimentari di Umbertide (PG). Ancora a distanza di quasi un anno non capisco come si possa inviare una ragazza così giovane e con il vissuto di mia figlia in una struttura come Villa dei Pini.
Il disturbo di mia figlia è iniziato a maggio 2020 con disturbi alimentari, seguiti da autolesionismo. La diagnosi di Villa dei Pini è stata di disturbo borderline. L'esperienza a Villa dei Pini purtroppo è stata negativa, avendo segnato pesantemente il percorso di guarigione di mia figlia. Struttura che dietro ad un apparente approccio moderno alla malattia mentale tramite i gruppi della DBT, in realtà ricorre in maniera massiccia all'uso dei farmaci. I pazienti che accoglie soffrono di diversi tipi di patologie, tra cui alcolismo e droga, e vanno dai 18 anni a salire.
I pazienti ad eccezione dei gruppi DBT, che occupano poche ore della giornata, sono poi lasciati a sè stessi ognuno con le proprie problematiche, ognuno con le proprie crisi. Le crisi vengono fronteggiate con il ricorso di gocce di Rivotril o di flebo di Valium. Il giorno dopo non viene affrontato il motivo dell'insorgere della crisi, e al ripresentarsi di una nuova crisi si ricorre sempre ai farmaci. Mia figlia si alzava dal letto barcollando, una volta barcollava così tanto che è caduta. Mia figlia in struttura ha incominciato a bruciarsi e ha tentato diverse volte il suicidio. Inoltre, è stata ricattata emotivamente da un paziente di 45/50 perché "innamoratosi" di lei e non contraccambiato, cosa che ha compromesso il già precario equilibrio emotivo di mia figlia. Quando sono andata a riprenderla, allo stacco era aumentata di peso, quindi da anoressia era passata ad obesità per abbuffate alle macchinette; camminava come un robottino, le tremavano pesantemente le mani, aveva le ferite infette e non riusciva ad urinare e per andare d'intestino prendeva 3 bustine di MOVICOL al giorno. Inoltre, devo segnalare la mancanza di contatto tra la struttura e la famiglia. Io ho lasciato a marzo mia figlia dietro ad un cancello, nessun medico mi ha accolto per spiegarmi i procedimenti terapeutici che sarebbero stati intrapresi, per parlare con un dottore era possibile solo telefonicamente dopo attese e la sensazione era sempre quella di disturbare, ricevevo sempre poche parole su come stava mia figlia, ho richiesto un appuntamento in presenza per parlare con un dottore che non mi è stato concesso ed è stato possibile averlo solo telefonicamente. Ritengo importante specificare che ho rivisto mia figlia dopo tre mesi a causa del blocco COVID. Al momento delle dimissioni, avvenute per volontà di mia figlia, non le è stata data la terapia che doveva prendere nelle ore immediatamente successive all'uscita. Ancora non mi capacito di come nel 2022 il disagio mentale, soprattutto a questa giovane età, venga affrontato in questo modo e che non esistano strutture adeguate ad aiutare questi ragazzi a ritrovare il loro equilibrio soprattutto in un periodo storico come questo in cui si registra un aumento importante di queste patologie tra i giovani.

Patologia trattata
Anoressia e autolesionismo.

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