Audiologia Policlinico Umberto I

 
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Il reparto di Audiologia dell'Ospedale Policlinico Umberto I di Roma, situato in Viale del Policlinico 155, ha come Direttore il Dott. Antonio Greco. Il reparto è una U.O.C. che si occupa della diagnostica audiologica, vestibolare anche in pazienti affetti da Malattie Rare che possono coinvolgere l’orecchio. Comprende un centro per la diagnosi e cura degli acufeni. Attività ambulatoriale: prima visita e visita di controllo di follow up, Esame audiometrico tonale, Impedenzometria, Esame audiometrico vocale, Visita audiologica, Emissioni otoacustiche, Biopsia dell’orecchio medio, Acufenometria, Prove audiometriche sopraliminari, Controllo protesico elettroacustico, Audiometria protesica tonale, Esame clinico della funzionalità vestibolare, Prove posizionali, Stimolazioni vestibolari rotatorie, Irrigazione dell’orecchio (rimozione cerume). Afferiscono al reparto la U.O.S. Foniatria (responsabile Prof. Giovanni Ruoppolo) e la U.O.S. Audiologia infantile (responsabile Prof.ssa Rosaria Turchetta). La UOS di Foniatria si dedica inoltre alla valutazione della funzionalità deglutitoria orofaringea nei pazienti affetti da patologie neurologiche ed in esiti chirurgici. La valutazione foniatrica è comunque rivolta a tutte le patologie del linguaggio, inclusi i deficit fonoarticolatori propri della palatoschisi, i disturbi della fluenza del linguaggio e le disartrie. All’interno della UOS viene anche effettuata la riabilitazione logopedica, particolarmente mirata alla cura delle disfonie funzionali e post-chirurgiche. La UOS di Audiologia Infantile si occupa della diagnosi precoce delle ipoacusie neonatali in conformità al programma di screening uditivo nazionale ed è riferimento regionale di II e III livello per la diagnosi e per la presa in carico dei bambini con problematiche uditive.

Recensioni dei pazienti

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Audiologia infantile

Siamo andati all'Audiologia Infantile con mio figlio su consiglio della ASL, per un problema di linguaggio. Ci hanno messo in fila per l'esame audiometrico, sebbene ci fosse stato chiesto dalla ASL di far visitare l'apparato foniatrico del bambino per vedere se ci fossero anomalie (cosa che in un reparto otorinolaringoiatrico ci si aspetta che sia fattibile). Mio figlio di 3 anni ha atteso una mattinata di essere visitato, giustamente gli passavano davanti i bimbi piccoli. Fin qui nulla da dire, se non il fatto che il piccolo fosse stanco.
Subito dopo l'anamnesi ci riceve una folla di assistenti e operatori sanitari, che propongono al bambino una serie di giochi dandogli le istruzioni "urlando" e arrabbiandosi con noi genitori perché cercavamo di aiutarlo (nessuno ci aveva spiegato nulla prima ed è stato per noi istintivo sostenerlo in un momento di difficoltà, era intimidito dalla folla e dalla situazione claustrofobica). In una sala piccolissima doveva fare dei giochini rispondendo a input sonori. A lui (ripeto: 3 anni) non andava. Sbuffando e arrabbiandosi ancora, un signora ci ha detto che avrebbero tentato con gli elettrodi, senza addormentarlo. Ci proviamo e ci spostiamo in un'altra sala. Il medico è un altro, mio figlio però, ormai esausto e infastidito da tutta la situazione, non collabora. Ci dicono che deve collaborare! "Potete garantire che starà fermo?" ci chiedono. Certo, per un bimbo di tre anni è facile! Mi sono chiesta se davvero mi trovassi in un servizio per l'infanzia, poi ho realizzato che c'erano solo neonati addormentati a fare i potenziali evocati uditivi e per i bambini più grandi, forse, hanno meno esperienza. Fatto sta che, dopo essere stati trattati a pesci in faccia, siamo stati mandati a pagare il ticket con l'umiliante affermazione che ci sarebbe stato fatto "anche uno sconto". Altra sfacchinata al piano di sotto col bambino sempre più stanco e affamato. Ritorniamo col reparto ormai chiuso, ritroviamo il referto di nostro figlio APPESO ALLA PORTA con scritte le diciture "non collabora" in corrispondenza dell'esame audiometrico e "potenziali evocati uditivi non eseguibili per l'agitazione del bambino". Prima di scendere a pagare al termine della visita, alla mia domanda se fosse possibile visitare la bocca per vedere se l'apparato foniatrico fosse ok, la Prof.ssa Turchetta mi aveva risposto che queste cose non le fanno, guardandomi perplessa quando ho parlato del frenulo corto come possibile causa del disturbo del linguaggio (io però intendevo quello della lingua!). In sostanza, esperienza pessima e da non ripetere! Nessuna empatia verso di noi e verso nostro figlio.

Patologia trattata
Disturbo del linguaggio.